Mazara, Caso Cava C/da Campana. Probabile presenza anche di diossina. Chi bonificherà l’area?

Redazione Prima Pagina Mazara

Purtroppo negli ultimi giorni la cronaca ha dimostrato quanto i “sospetti” di un utilizzo illegale di cave nel nostro territorio fossero fondate. Alcuni giorni fa in un nostro video avevamo parlato di una cava in territorio mazarese ma vicinissima a Torretta Granitola.

In quella cava, raggiungibile da via Farfantazzo (strada che si immette sulla Ss115 che collega Torretta a Tre Fontane), in maniera sistematica del materiale, probabilmente tossico, è stato occultato dalla tufina con delle ruspe che hanno agito probabilmente nelle ore notturne.

Per giorni si sono sprigionati dei fumi da quella terra, fumi tossici che hanno raggiunto il centro abitato di Torretta (è stato proprio un residente a lanciare l’allarme per quei fumi che rendevano irrespirabile l’aria); ricordiamo che nelle vicinanze vi sono pascoli e diverse coltivazioni di ortaggi e vigneti. L’area è stata, dopo le segnalazioni anche attraverso i media, posta sotto sequestro dalla sezione navale della Guardia di Finanza e dalla Polizia Municipale di Mazara.

Sul posto erano così intervenute delle ruspe, al servizio questa volta dello Stato, per scoprire cosa si nasconde sotto quella terra, le operazioni sono state monitorate dall’Ufficio Tecnico del Comune di Mazara; sarebbe stata poi l’Arpa di Trapani con dei carotaggi a stabilire la natura di quel materiale stimato in 16.000 metri cubi all’incirca. Il sequestro della cava è stato notificato all’imprenditore proprietario, chissà forse ignaro di quanto succedeva da tempo in quella cava visto che lo stesso nel 2007 denunciò ignoti per aver trovato alcuni fusti contenenti liquidi sospetti? Certamente questa nuova scoperta fa pensare ad un sistema ben organizzato (nella stessa cava sono stati trovati molti di quei sacconi utilizzati per la raccolta di materiale utilizzato nei lavori edili) che ha voluto coprire le tracce ricoprendo con la terra quanto abbandonato.

Nella recente seduta del Consiglio comunale, quella del 29 febbraio, si è parlato della stessa cava e, sollecitato da diversi interventi di consiglieri, il vicesindaco Silvano Bonanno non ha escluso la presenza di diossina nell’area sotto sequestro.

A quanto pare l’Arpa avrebbe già consegnato agli Enti competenti , quindi anche al Comune di Mazara del Vallo, le analisi che dimostrerebbero la presenza di rifiuti organici (rifiuti). Ciò porterebbe a disporre la bonifica dell’intera cava con lo spegnimento definitivo dei fumi attraverso lo spargimento di tufina ed altro materiale. Responsabili del disastro ambientale sarebbero ignoti. La legge non esenta di responsabilità neanche il proprietario della cava; quest’ultima però è una questione controversa in quanto vi sarebbero sentenze che scaricherebbero in ultimo le responsabilità sulle autorità di controllo del territorio in quanto il proprietario potrebbe non essere a conoscenza di quanto accaduto. Insomma, chi bonificherà la cava?

La presunta presenza di diossina nella cava fa scattare la necessità di una bonifica estesa ad una buona porzione dell’area intorno alla cava, quindi anche ricadente nell’adiacente territorio di Campobello di Mazara.

E se poi si scoprisse che la cava veniva utilizzata da personaggi senza scrupoli (oltre che ignoranti di quanto stavano realizzando) per conferire materiale altrimenti non possibile conferire in discarica o che sarebbe stato troppo esoso farlo? Speriamo che l’inchiesta aperta, la cui notizia avrebbe raggiunto gli scranni del Parlamento nazionale, faccia luce su tutto questo.

Sulla questione, che in questi giorni ha interessato anche giornalisti di La7, è stata presentata un’interrogazione all’Amministrazione Cristaldi dal meetup del Movimento 5 Stelle di Mazara del Vallo attraverso il loro portavoce in Consiglio comunale, cioè Nicola La Grutta.

Ecco quanto si legge nella interrogazione nella quale vengono sottolineati la natura ed i rischi della diossina e la necessità di un monitoraggio adeguato del territorio al fine di prevenire e/0 individuare situazioni analoghe:

“Il sottoscritto consigliere portavoce del M5S Nicolò La Grutta, in virtù dell’art. 25 del vigente “regolamento sui lavori del Consiglio comunale”, PREMESSO che a fine gennaio vi è stato il sequestro da parte della polizia municipale e della guardia di finanza di un estesa area nel territorio del comune di Mazara del Vallo al confine con il comune di Campobello di Mazara, vicino la borgata Torretta Granitola; CONSIDERATO che a seguito della segnalazione di alcuni cittadini infastiditi dall'odore acre diffuso nell'aria è stata individuata nella via Farfantazzo una cava in cui si sono potuti osservare dei fumi provenienti dalla terra, dovuti alla combustione di non ben precisati rifiuti, molto probabilmente plastica, oli esausti o quant'altro; CONSIDERATO che il vento ha trasportato questi fumi altamente nocivi e nauseabondi nella vicina località marinara creando non pochi disagi ai residenti; CONSIDERATO che le diossine, nel loro insieme sono molecole molto varie a cui appartengono composti cancerogeni e, quindi, estremamente tossici per l'uomo e gli animali; CONSIDERATO• che le diossine sono annoverabili fra i più potenti veleni conosciuti, ed è dimostrato che i composti della famiglia delle diossine si formano durante la fase iniziale della combustione dei rifiuti, quando la combustione genera HCl gassoso, in presenza di catalizzatori, quali il rame e il ferro.

Responsabile principale della formazione di composti appartenenti alla famiglia delle diossine è il cloro "organico", cioè cloro legato a composti organici polimerici, ad esempio il PVC;• l'esposizione umana alla diossina, oltre che per situazioni di esposizione direttamente da fonti puntuali (impianti industriali, inceneritori ecc.), avviene anche attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina);• il fenomeno del bioaccumulo fa sì che la diossina risalga la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori e infine all'uomo;RILEVATO che nella zona suddetta vi sono molte abitazioni e vengono portati abitualmente animali da pascolo, e sono presenti campi e serre adibite a coltivazione;CONSIDERATA l’importanza del preservare le falde acquifere dall’inquinamento, poiché l’acqua è un bene primario per la salute a la vita;CONSIDERATO• che i materiali e le sostanze nocive, che si depositano sul suolo, vengono assorbite dal terreno e tramite le infiltrazioni dell'acqua raggiungono le falde acquifere (o falde idriche);• fra le maggiori cause di inquinamento delle falde acquifere vi sono:1.

i pesticidi ed i fertilizzanti usati in agricoltura;2. le discariche di rifiuti non correttamente coibentate;3. gli scarichi industriali;4. scarichi civili, fogne, pozzi neri ecc;CONSIDERATO il grave rischio che un tale degrado ambientale comporta per la salute pubblica;COSIDERATO che il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio;VISTI D.Lgs.

5 febbraio 1997 n. 22 e ss.mm.ii. e il D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii.;CONSIDERATI gli articoli 50 e 54 del D.Lgs. 267/2000;TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO,CHIEDE alla S.V. quali azioni sono state intraprese e intende intraprendere al fine di porre rimedio a tale scempio, alla luce del fatto che non si tratta di un caso isolato nel territorio di Mazara (si ricorda a tal proposito la situazione delle cave antistanti il pozzo “Messina due” nei pressi del poligono di tiro a piattello).Occorre predisporre un’azione efficace atta ad intervenire per la bonifica delle aree degradate e inquinate presenti nel territorio di Mazara del Vallo.Attivarsi per un monitoraggio costante delle varie cave presenti nel territorio al fine di prevenire e contrastare efficacemente il sorgere di discariche abusive di ogni genere che deturpano e inquinano la nostra terra.Le cave in disuso in particolare, sono i luoghi più utilizzati dalla malavita, per disfarsi di rifiuti di ogni genere, inquinando gravemente l'aria che respiriamo e l'acqua che utilizziamo per potere vivere”.

Infine, un altro interrogativo, nostro, però si pone, ed è certamente inquietante: gli organi locali ai quali competono i controlli ambientali non hanno mai avuto la volontà di accertare cosa avviene in alcune cave, ma non solo (vista la grande quantità di eternit abbandonato), del territorio mazarese? Ci riferiamo in particolare all’Amministrazione comunale dal quale dipende una sezione della Polizia Municipale denominata Nopa. Questo personale è stato ben impiegato? Oppure utilizzato, viste le poche risorse, in altri servizi immediatamente più remunerativi per le casse dell’ente? Anche su questo fronte vedremo come si comporterà il neo comandante della Polizia Municipale Salvatore Coppolino nominato dal sindaco Nicola Cristaldi.

Francesco Mezzapelle

03-03-2016 10,30

{fshare}