Mazara, Archeologia, conferiti i riconoscimenti all'Università di Vienna ed alla memoria del prof. Sebastiano Tusa
L'amministrazione comunale, rappresentata dall'assessore alla Cultura Germana Abbagnato ha conferito un riconoscimento alla memoria del compianto prof. Sebastiano Tusa e riconoscimenti ad un gruppo di archeologi dell'Istituto di Preistoria e Archeologia Storica dell'Università di Vienna che nell'ambito di un progetto condiviso con Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani e Comune hanno realizzato fin dal 2003 campagne di rilievi aerei ed archeologici che hanno consentito di effettuare storiche scoperte come il sito di Guletta e contribuito a livello internazionale alla divulgazione culturale, storica e archeologica del patrimonio di Mazara del Vallo. Nella Sala La Bruna di quel Collegio dei Gesuiti dove nel marzo 1998 il prof.
Tusa insieme all'allora ministro dei Beni Culturali Walter Veltroni accolse il Satiro Danzante appena ripescato dal peschereccio Capitan Ciccio, si è svolta una sobria ma appassionata cerimonia di consegna dei riconoscimenti (vedi foto finale dei partecipanti). L'archeologo mazarese Cipriano Frazzetta ed i suoi colleghi archeologi dell'Università di Vienna: Michael Doneus, Aaron Sevara ed Erich Draganits sono stati insigniti dei riconoscimenti con la seguente motivazione:
"per avere, nell' ambito del progetto dell' Istituto di Preistoria e Archeologia Storica dell' Università di Vienna, profuso impegno, passione nella ricerca archeologica, per l' eccellente scoperta del sito di Guletta, e per la divulgazione culturale, storica e archeologica del patrimonio di Mazara del Vallo".
Alla premiazione hanno inoltre assistito i tecnici del Comune di Mazara del Vallo, in servizio ed in pensione, che hanno collaborato negli anni al progetto culturale ed in particolare Nicola Lanza. Michele Bonafede, Gianni Di Matteo e Vincenzo Di Fede. Presenti inoltre rappresentanze della Fondazione Sebastiano Tusa e dell'Accademia Selinuntina di Scienze, Lettere e Arti. A ritirare il riconoscimento in memoria di Sebastiano Tusa è stata la professoressa Valeria Li Vigni moglie di Tusa e presidente dell’omonima Fondazione. Questa la motivazione del riconoscimento:
“per la straordinaria attenzione, la profonda sensibilità e l’instancabile dedizione dimostrate verso la città di Mazara del Vallo, sin dai tempi del mirabile recupero del Satiro danzante, autentico simbolo identitario e tesoro che il mondo intero ci invidia".
La professoressa Li Vigni ha sottolineato lo straordinario rapporto di Tusa con la Città di Mazara del Vallo e omaggiato l'amministrazione del libro "Sicilia Archeologica vista dal cielo - dalla preistoria all'età romana" scritto a quattro mani con il marito venuto a mancare nel 2019 in un incidente aereo. Li Vigni ha inoltre auspicato una ripresa del rapporto di collaborazione proprio per l'importanza dei rilievi aerei in archeologia.
Mazara del Vallo tra storia e archeologia: il racconto delle ricerche viennesi
Le indagini archeologiche condotte dall’Università di Vienna a Mazara del Vallo raccontano una storia di scoperta, collaborazione internazionale e valorizzazione del territorio. Tutto iniziò nel 2003, quando i ricercatori austriaci, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici e il Comune, effettuarono i primi voli di ricognizione, individuando fortificazioni e insediamenti lungo il fiume Mazaro, risalenti a un’epoca precedente l’arrivo dei Greci in Sicilia.
Negli anni successivi, le campagne del 2004 e del 2005 permisero di perfezionare i rilievi aerei e di documentare nuovi siti, tra abitazioni eneolitiche, necropoli e promontori fortificati. L’uso combinato di fotografie aeree, scansioni laser e indagini geofisiche ha reso possibile ricostruire l’evoluzione del territorio e il ruolo strategico del fiume come corridoio tra la costa e l’entroterra.
Il progetto, ripreso con vigore nel 2016, vide l’impiego di tecnologie avanzate e la stretta collaborazione tra archeologi viennesi e mazaresi, con Cipriano Frazzetta a coordinare le attività sul campo. Il 23 settembre 2017, la conferenza pubblica di presentazione del progetto “Prospecting Boundaries” evidenziò l’importanza delle scoperte e consolidò la reputazione di Mazara del Vallo come sito di rilievo internazionale.
Tra i risultati principali, gli studi hanno permesso di individuare insediamenti e fortificazioni antiche, necropoli romane e tardo-antiche, confermare il fiume Mazaro come confine naturale tra territori greci e fenici, e sperimentare metodologie innovative di prospezione. Grazie a questa sinergia tra ricerca scientifica e istituzioni locali, Mazara del Vallo è oggi riconosciuta come un crocevia di storia, cultura e innovazione archeologica.
Le attività archeologiche dell’Università di Vienna a Mazara del Vallo: un racconto cronologico
Le indagini archeologiche condotte dall’Università di Vienna a Mazara del Vallo rappresentano un esempio emblematico di collaborazione internazionale e di ricerca sul territorio, che ha saputo coniugare scienza, cultura e memoria storica. Il progetto ha avuto inizio nel 2003, quando l’Università di Vienna, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici e il Comune di Mazara del Vallo, avviò le prime campagne di volo e rilievi preliminari. In quella prima fase, tra il 18 e il 24 maggio, furono documentati sette siti archeologici certi e altri quattordici probabili. Tra i ritrovamenti più significativi vi erano le fortificazioni lungo il fiume Mazaro, databili poco prima dell’arrivo dei Greci in Sicilia, che permettono di comprendere i primi insediamenti e le dinamiche di colonizzazione nell’area occidentale dell’isola.
La seconda campagna, nel giugno 2004, perfezionò la metodologia di ricognizione aerea. Grazie a circa mille fotografie scattate dall’alto, furono confermati siti già noti e individuate nuove strutture, tra cui abitazioni eneolitiche e di età del bronzo, promontori fortificati e necropoli. La difficoltà di interpretazione dei dati, dovuta al degrado dei terreni e alla copertura di vigneti e oliveti, non ha impedito ai ricercatori di delineare un quadro sempre più chiaro dell’uso del territorio nel corso dei secoli.
Tra il 2004 e il 2005 furono organizzate conferenze pubbliche per presentare i risultati ottenuti, coinvolgendo enti locali, istituzioni universitarie italiane ed europee e la comunità scientifica internazionale. Questi incontri furono fondamentali non solo per condividere le scoperte, ma anche per formalizzare protocolli di collaborazione destinati a garantire un coordinamento duraturo delle indagini.
Nel novembre 2009 si svolse una terza campagna di volo, che completò il ciclo di monitoraggio dei siti archeologici precedentemente individuati, consolidando la base di dati e la documentazione visiva indispensabile per successive analisi.
Il progetto riprese slancio nel gennaio 2016 con un approccio integrato che combinava scansioni laser, prospezioni geofisiche, indagini geo-archeologiche e analisi di superficie. L’obiettivo era quello di studiare in profondità l’uso del territorio lungo il fiume Mazaro, dalla foce fino alle sorgenti di Rapicaldo, con particolare attenzione ai corridoi che collegavano la costa all’entroterra tra l’età del Bronzo e la fine della Prima Guerra Punica. Cipriano Frazzetta, archeologo mazarese operante all’Università di Vienna, fu il coordinatore principale delle attività sul campo, assicurando il dialogo tra le istituzioni locali e i partner internazionali, tra cui l’Istituto “Ludwig Boltzmann”, Archeologia Virtuale e Archeo Prospezioni.
Il 23 settembre 2017 si tenne a Mazara del Vallo la conferenza pubblica di presentazione del progetto “Prospecting Boundaries”. L’iniziativa vide la partecipazione di prestigiosi ricercatori internazionali, tra cui il Prof. Michael Doneus, il Dr. Christopher Sevara e il Dr. Roderick Salisbury, insieme al prof. Sebastiano Tusa, alla Soprintendente Rossella Giglio. Furono illustrati i risultati ottenuti e le potenzialità della ricerca integrata, che confermava il ruolo centrale del fiume Mazaro come spartiacque culturale e strategico tra diverse comunità e civiltà nel corso dei millenni.
I principali risultati scientifici del progetto hanno permesso di:
Identificare abitazioni e fortificazioni eneolitiche e di età del bronzo lungo il fiume Mazaro;
Riconoscere necropoli di età romana e tardo-antica;
Confermare la funzione del fiume come confine naturale tra territori greci e fenici in età classica;
Sperimentare metodologie innovative di telerilevamento e prospezione geofisica;
Consolidare una collaborazione internazionale tra università, istituzioni locali e partner europei.
Grazie a questa sinergia tra ricerca scientifica, istituzioni culturali e comunità locale, Mazara del Vallo ha potuto essere valorizzata come sito di rilevanza archeologica internazionale, offrendo una chiara testimonianza del dialogo tra storia, territorio e innovazione scientifica.
Relazione Cronologica dell’attività archeologica dell’Università di Vienna a Mazara del Vallo
2003 – Prima stagione di voli di ricognizione
Nel maggio 2003, nell’ambito di una collaborazione tra l’Università di Vienna (Istituto di Preistoria e Storia Antica), la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Trapani e il Comune di Mazara del Vallo, furono effettuati i primi voli di ricerca archeologica sul territorio.
Obiettivo: documentare siti potenzialmente archeologici lungo il fiume Mazaro e le aree circostanti.
Risultati: 7 siti archeologici certi e 14 probabili documentati. Tra questi, un sistema di fortificazioni sul fiume Mazaro, databile al periodo immediatamente precedente l’arrivo dei Greci in Sicilia, si rivelò particolarmente rilevante.
Tecniche impiegate: fotografie aeree verticali e oblique, uso di GPS e GIS per registrazione dei dati, ricognizioni sul campo per verificare l’interpretazione delle immagini.
Rilevanza: queste scoperte furono considerate fondamentali per comprendere la diffusione della colonizzazione greca in Sicilia occidentale.
2004 – Seconda stagione di voli
Tra aprile e giugno 2004, l’esperienza acquisita nel 2003 fu utilizzata per ottimizzare i voli e aumentare l’efficacia della ricognizione.
Furono scattate circa 1.000 fotografie aeree durante le campagne 2003 e 2004.
Risultati: identificazione e documentazione di circa 100 obiettivi, di cui:
o 35 siti archeologici confermati
o 16 siti già conosciuti
o 10 siti già conosciuti ma con nuovi reperti
o 9 siti non riconosciuti da verificare sul campo
o 23 obiettivi da ulteriori verifiche
Collaboratori principali: Cipriano Frazzetta (archeologo locale all’Università di Vienna), prof. Michael Doneus, dr. Christopher Sevara, dr. Roderick Salisbury, dr. Erich Draganits, Sheba Schilk.
Presentazioni: conferenze nel 2004 e 2005 per illustrare i risultati dei voli e discutere delle future ricerche.
2004 – Attività di prospezione e collaborazione estesa
Nel 2004 fu condotta una prospezione geofisica del fiume Mazaro, che permise di individuare fortificazioni fino a 3-4 metri di profondità.
L’area studiata si estendeva dal fiume alla zona costiera, coprendo 70 km di territorio.
L’approccio integrato combinava:
o scansione laser aerea
o prospezione geofisica
o indagine geoarcheologica
o analisi di superficie in collaborazione con il PAM di Partanna
o studio di fonti storiche
Risultati preliminari: conferma di una miscellanea di materiali di uso domestico, prodotti e importati localmente, simili a quelli di Selinunte, Mozia e Monte Polizzo.
2009 – Terza stagione di voli
Ultima campagna di volo documentata, novembre 2009.
Consolidamento dei dati raccolti nelle campagne precedenti e aggiornamento della documentazione fotografica.
2016 – Avvio del progetto “Prospecting Boundaries”
Obiettivo: esplorare l’uso del territorio e le diverse modalità di occupazione lungo il fiume Mazaro, con particolare attenzione ai confini tra interessi costieri, interni, indigeni e coloniali dall’età del Bronzo fino alla fine della prima guerra punica (241 a.C.).
Coordinatore locale: Cipriano Frazzetta.
Partner: Università di Vienna, Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, Soprintendenza Beni Culturali Trapani, Istituto Ludwig Boltzmann, Archeologia Virtuale, Archeo Prospezioni.
Tecniche utilizzate: prospezione geofisica, analisi di superficie, studio dei materiali archeologici e fonti storiche.
2017 – Presentazione dei risultati
Il 23 settembre 2017, presso l’auditorium “Mario Caruso” di Mazara del Vallo, furono presentati i risultati del progetto “Prospecting Boundaries”.
Interventi principali: Cipriano Frazzetta, Prof. Michael Doneus, dr. Christopher Sevara, dr. Roderick Salisbury, dr. Erich Draganits, Sheba Schilk.
Chiusura dei lavori a cura del Prof. Sebastiano Tusa.
Mostra dimostrativa delle apparecchiature di prospezione geofisica in piazza della Repubblica.
Contesto storico-archeologico della zona
Le prime tracce di presenza umana risalgono al Paleolitico finale (14.000-12.000 a.C.).
Eneolitico e Età del Bronzo: notevoli insediamenti e necropoli lungo le sponde del fiume Mazaro.
Età del Ferro: Mazaro come confine tra territorio fenicio a ovest e greco a est; Mazara fondata come emporion da Selinunte.
Ritrovamenti significativi: il Satiro Danzante (1998), fortificazioni pregreche, insediamenti tardo-romani.