Vicenda SRR Trapani Sud, Di Giovanni: “sono stato licenziato senza conoscere le prove a mio carico. Ho denunciato il Presidente della SRR per abuso d’ufficio ed ignoti per l’inserimento di dati nel gestionale Tari di Mazara”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Luglio 2020 08:13
Vicenda SRR Trapani Sud, Di Giovanni: “sono stato licenziato senza conoscere le prove a mio carico. Ho denunciato il Presidente della SRR per abuso d’ufficio ed ignoti per l’inserimento di dati nel gestionale Tari di Mazara”

Ritorniamo a parlare della vicenda riguardante tre dipendenti mazaresi della SRR Trapani Sud operanti presso l’Aro di Mazara del Vallo che qualche giorno fa sono stati licenziati in quanto accusati di aver inserito dei pagamenti a proprio favore nel gestionale comunale della Tari. Ieri abbiamo sentito il presidente della SRR, il sindaco di Partanna Nicola Catania, il quale ha notificato il provvedimento disciplinare ai tre dipendenti (per un quarto dipendente il procedimento è stato archiviato) a seguito di un indagine interna dopo che alla SRR  a metà maggio sarebbe pervenuta una nota dal Comune di Mazara attraverso la quale si contestava il suddetto illecito per il quale, secondo qunato stabilito dal contratto, di tipo privatistico (Federambiente), che regolamenta il rapporto di lavoro con i dipendenti con la SRR, è previsto il licenziamento senza graduali passaggi anche in attesa di sviluppi giudiziari.

Sulla vicenda nei giorni scorsi vi è stata anche una “querelle”, a colpi di comunicati, fra il sindacato UGL, che assiste i tre dipendenti, ed il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci. Siamo stati contattati da uno dei tre dipendenti licenziati, Vito Di Giovanni, ex responsabile dell’Aro di Mazara, il quale ci ha così dichiarato: “sono assolutamente estraneo ai fatti. Ho proceduto a formalizzare una denuncia alla Polizia di Stato nei confronti del presidente della SRR per abuso di ufficio e contro ignoti per l’inserimento, attribuito a me, di dati falsi, sul gestionale comunale.

La denuncia è stata fatta prima di essere ascoltato per le mie giustificazioni il 16 giugno insieme ai rappresentanti sindacali, il segretario regionale Giuseppe Messina e quello territoriale Mario Parrinello”. Di Giovanni, con carte alla mano, ci ha così spiegato: “il 25 maggio mi è stata notificata una sospensione dal servizio per 10 giorni, non sapevo di cosa si trattasse, nonostante attraverso le voci di popolo già si parlava della vicenda, allora mi sono rivolto al mio avvocato.

Dopo dieci giorni mi è arrivata  la contestazione disciplinare attraverso la quale si contestava alla mia persona l’inserimento di alcuni pagamenti nel gestionale Tari. Nella contestazione disciplinare si fa cenno ad una relazione del Comune di Mazara del Vallo ma questa non viene allegata e pertanto non ho nessun riferimento specifico in merito a quando avvenuti questi pagamenti. Nel procedimento disciplinare invece si fa riferimento alle conseguenze giudiziarie e ai danni qualora si riscontrasse la situazione, però non mi forniscono prove”. Chiediamo a Di Giovanni (in foto copertina) perché contesta l’operato del Presidente della SRR? “Perché il procedimento disciplinare non è stato aperto a seguito di deliberazione del Consiglio di Amministrazione della stessa SRR; in una società per azioni dove non c’è l’amministratore delegato e l’amministratore unico solo il consiglio di amministrazione, che è il datore di lavoro, ha un potere decisionale.

Pertanto il presidente della SRR ha aperto un procedimento disciplinare senza averne titolo”. Concludendo Di Giovanni ha affermato: “la cosa più grave è che nel provvedimento di licenziamento, venerdì scorso, non ci sono inserite le cause. E’ come se un giudice ti condanna all’ergastolo ma non ti dice il perché. Mi hanno mandato il licenziamento nel quale si fa riferimento di una relazione della Delisa (la società che gestisce l’applicazione del gestionale della Tari) e che vorrei leggere e poi nominare un tecnico informatico esperto per fare luce su questa situazione.

Ribadisco: non ho commesso nessun illecito, mi reputo estraneo a questa situazione e se qualcuno ha sbagliato un giorno dovrà pagare. Credo, ed è scritto nella denuncia, che ci sia un disegno macchinoso persecutorio nei miei confronti”. Francesco Mezzapelle    

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