“Una punta di Sal”. Il giornalista e la cronaca nera

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
24 Agosto 2020 08:22
“Una punta di Sal”. Il giornalista e la cronaca nera

Omicidi, violenza, criminalità, problemi economici, incidenti, conflitti, catastrofi naturali, microcriminalità. La maggior parte delle notizie, a cui giornalmente si è esposti, è di questa natura. In provincia di Trapani è quasi “pane quotidiano”. Raramente, infatti, capita di leggere titoli di notizie positive, o di ascoltare qualcosa che arrechi positività. Per questa sovrabbondanza di negatività, spesso, sono stati accusati i giornalisti. Accusati di “cinismo” o di creare eccessivo allarmismo, “i giornalisti – si dice - fanno questo per un motivo ben preciso, ovvero: le notizie negative vendono di più”. La situazione che ne viene fuori, è come d’un circolo vizioso, dove il giornalista offre ciò che il popolo “chiede”, ed il popolo “subisce” di ciò che il giornalista offre.

Ad ogni modo, la forzata abbondanza di questo tipo di notizie, non ci fa bene. Infatti: paura, tensione, ansia, e negatività nei confronti dell’altro o dell’avvenire futuro, sono tra le conseguenze di questo tipo di ridondanze. Pensieri negativi, generano pensieri negativi. Il giornalista però non può “nascondere” la notizia o non fotografare una certa situazione di malessare che si genera. Ogni giorno sulle pagine del Giornale di Sicilia e nei vari siti, leggiamo di arresti, di droga, di “affari” sporchi.

E’ una provincia, la nostra, che non si fa mancare nulla. Inutile ricordare che polizia e magistrati tentato di stanare “u siccu” uccel di bosco di 30 anni. Poi c’è anche molta microcriminalità che potenzialmente potrebbe rappresentare la “formazione nuove leve”. Prendiamo il “caso” di Mazara.  Giornalmente  vengono segnalati furti in ogni dove, dalle abitazioni alle attività commerciali, dalle case abbandonate ai villini abitati, dai terreni coltivati alle case diroccate.

I borseggi e scippi in qualsiasi ora del giorno. Ormai, oltre ai classici gioielli e soldi, si ruba di tutto: rame, ferro, plastica, ceramica, generi alimentari, etc. L’ultima “moda” è rubare anche pomelli e battenti di ferro, ottone o altro materiale, dai portoni delle abitazioni. I cittadini sono preoccupati e ritengono che la pur lodevole attività delle forze dell’ordine non basta a ridimensionare il problema, anche a causa delle norme in vigore che fanno si che gli arrestati, seppur condannati,  vengano, quasi sempre, immediatamente rilasciati.

La preoccupazione dei cittadini scaturisce anche dal fatto che nelle azioni delittuose c’è sempre più spregiudicatezza e, quindi, la preoccupazione non solo di perdere i propri beni personali ma anche  quella che riguarda l’incolumità fisica. Infatti, sembrerebbero in aumento i furti in abitazioni con i proprietari all’interno. Una raccomandazione che ci perviene da una cittadina che di recente ha subito un furto, è quella di tenere, nei limiti del possibile, sportelli e finestrini delle automobili chiusi, poiché, delinquenti si affiancano alle vetture ed in un battibaleno prelevano borse, borselli e quant’altro.

Un altro suggerisce di non tenere mai assieme alle carte di credito o bancomat le password. Qualche anno fa i ladri hanno tentato financo di rubare le panchine appena collocate sulla Rotonda sul mare del lungomare San Vito e hanno tentato di farlo mentre ancora non erano stati ultimati gli ultimi lavori. Parlare soltanto del problema non aiuta però a risolverlo. E’ universalmente riconosciuto come fondamentale il ruolo delle famiglie, il cui compito è innanzitutto quello di educare. Il ruolo genitoriale, per quanto possa risultare difficile nell’attuale società, deve includere elementi di comprensione, severità, affetto e controllo.

Non sarà la panacea di tutti i mali ma sicuramente evita che la devianza attecchisca nell’indole dell’adolescente con estrema facilità. Altro tassello fondamentale nell’ottica di un’attività preventiva efficace è rappresentato dalla scuola, il primo vero contesto in cui i ragazzi iniziano a costruire relazioni sociali. Ma la scuola di oggi potrà mai affrontare il problema? Salvatore Giacalone  

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