“Una punta di Sal”. Finti ricchi e finti poveri, a Mazara e Castelvetrano

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Agosto 2020 19:56
“Una punta di Sal”. Finti ricchi e finti poveri, a Mazara e Castelvetrano

Ci sono i ricchi e ci sono i poveri. Non è una novità. Da millenni il mondo viaggia su imperi  floridi ed economie aride ma ci sono anche i finti ricchi e i finti poveri. Si sa, il denaro ha un valore importante nella società odierna: tanta ostentazione, diversi modi di espressione superficiale ed essenzialmente di facciata per imporsi all’attenzione altrui. La spiegazione può essere cercata nell’ egoismo della maggior parte del genere umano: il mostrarsi è un metodo per affermarsi, per dire “Ci sono anche io al mondo, concentrate gli sguardi solo su di me!”.

Nel mondo degli affari si rimane abbagliati da questi accessori da persone particolarmente benestanti: che sia la macchina sportiva, o un vestito firmato o una casa spettacolare. “Quanto sarà costata? Chissà quanto guadagna…” domande che ci facciamo spesso. I finti ricchi e i finti poveri ci sono anche a Mazara che è un  comune di 51.407 abitanti. Alcune cifre: Il territorio comunale  ha una superficie di 275,51 km², con una densità di popolazione pari a 186,60 abitanti per km² circa.

Gli abitanti del comune di Mazara Del Vallo hanno un'età media di 39,6 anni e un reddito medio 19.397 euro. Il tasso di disoccupazione tra gli abitanti del comune è pari al 29,6%. Nel territorio comunale vi sono 17.070 edifici, di cui il 94.3% risulta utilizzato. Il 68.57% della popolazione residente vive in abitazioni di proprietà mentre il 12.97% vive in abitazioni in affitto. Sfrecciano le auto di grossa cilindrata tra i venticinquemila  e i quarantamila euro ed anche oltre. Sembra che i depositi nei 9 sportelli bancari della città superino un miliardo e mezzo (nel 2015 superavano il miliardo) , oltre quelli postali e azioni e obbligazioni ben conservati nelle banche anche estere.

Nei week end pizzerie, ristoranti e luoghi di incontri sempre pieni anche se il coronavirus ha ridotto le frequenze, ma è una città che si mostra pingue, non sembra che il reddito medio sfiori i ventimila euro, che il tasso di disoccupazione sia di circa il 30% mentre il consumo di droghe leggere e pesanti tra i giovani primeggia in provincia. La forza lavoro, complessivamente, su oltre 50 mila abitanti,  non supera le ventimila unità tra dipendenti pubblici e privati. Si dirà:  ma c’è il lavoro nero che aiuta e poi ci sono le pensioni dei nonni, dei padri e delle madri.

Eppure i mazaresi lamentano sempre che si sta male, che  non c’è moneta circolante e che le auto di grossa cilindrata si pagano (quando si pagano) con lunghi finanziamenti. Ed allora è una città povera o si ostenta ricchezza con abiti alla moda e cure di bellezza di cui non se ne può fare a meno perché bisogna apparire nel cerchio magico? Questo è un bel rebus ma rimane, ben solida, la montagna di moneta depositata nelle banche e negli uffici postali. Da dove arrivano questi soldi?. La marineria, una volta fonte di ricchezza, è in crisi da anni, l’edilizia segna il passo perché non si costruisce più come negli anni 80, il commercio ha le serrande abbassate, gli agricoltori si lamentano, ed allora? Non è supportato da un ragionamento economicamente compatibile l’indice di proporzione  calcolato tra i soldi che centinaia di mazaresi hanno  conservato  nelle banche e alla Posta, con la grave crisi occupazionale ed economica che attraversa il territorio.  I primi dati del 2017 ed anni successivi, indicano che complessivamente, in Sicilia, il risparmio tende ad aumentare.  Il clima d’incertezza lo favorisce.

Chi ha tanti soldi intende stare dietro le quinte. Un altro esempio arriva da Castelvetrano dove, secondo i dati della Banca D’Italia i risparmi depositati presso vari istituti sfiorano gli 800 milioni di euro. Come si giustifica, anche in questo caso, con una crisi economica insistente da anni, con tutte le attività giudiziarie, sequestri e confische a vari imprenditori , una presenza di denaro cosi massiccia? Castelvetrano è un comune di  35 mila abitanti. Tolti i minorenni  , 8 mila persone circa  risultano senza una occupazione stabile, chi sono i paperoni di Castelvetrano?.

Parte di questi soldi potrebbero essere finiti anche in fondi d’investimento speculativi? Di chi sono questi soldi? Nonostante la profonda crisi  che attanaglia il territorio i soldi ci sono e banche e promotori finanziari lo sanno. Probabilmente (mettiamola così) , il dato è il frutto di ricchezze accumulate negli ultimi 20 anni . Somme accantonate e non investite. Di certo, qualcuno  di soldi ne ha molti e forse non ci tiene farlo vedere e non investe in attività .Lui è ricco e non è finto.

Tiene i suoi soldi fermi nelle banche che, a loro volta, li vanno ad investire al Nord o all’estero. Salvatore Giacalone

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