Una discarica di eternit di fronte al plesso “Rizzo-Marino” di via Bessarione. Dove sta la notizia?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
11 Febbraio 2014 14:31
Una discarica di eternit di fronte al plesso “Rizzo-Marino” di via Bessarione. Dove sta la notizia?

  VIDEO   Amianto non ti amiamo, anzi, ti aborriamo. E' ciò che prova il cittadino alla vista dell'ormai stranota fibra, pericolosa per la salute, utilizzata -soprattutto in passato- come materiale industriale, da costruzione, di arredo e per indumenti.

Oggi l'amianto, a causa della sua nocività - fonte di tumori nelle vie respiratorie a causa dell'esposizione - è vietato in molti Paesi, ma non in Paesi come Russia, Cina, Brasile, Canada, dove viene ancora estratto e lavorato.

In Italia esso è fuori legge dal 1992 (con la legge 257/1992 è stata vietata la produzione di materiali contenenti amianto, vietandone anche l'uso). Ma non per questo l'amianto ha cessato in questi anni - quale residuo di una "cultura materiale" recente - di convivere in mezzo a noi, ai nostri bambini, nelle nostre case, fra i nostri vecchi oggetti, nei nostri luoghi, nei nostri spazi verdi e nelle discariche abusive - come una presenza completamente integrata nei nostri territori - vicino ai nostri ospedali, scuole.

Secondo il dossier amianto, redatto dall'Inail (aggiornato al 2013), sono 34 mila i siti contaminati di amianto in Italia. Una cifra spaventosa, e destinata a crescere, esito di una mappatura ancora in corso da parte di Inail, Ministero dell'Ambiente e Regioni. Agli attuali ritmi di bonifica, serviranno ancora 85 anni per completare la dismissione degli oltre 32 milioni di tonnellate di amianto presenti nel nostro territorio (dati Cnr). Sì, perché da un utilizzo massiccio di amianto, si è passati oggi alla necessità della bonifica dell'amianto: una procedura non facile e costosa, senza contare che è difficile trovare una discarica idonea per accoglierlo.

Spesso poi non c'è l'obbligatorietà della dismissione fino a quando l'amianto non si "sbriciola" e diventa rischioso respirarlo; esistono leggi e regolamenti diversi per regioni, ma a parte gli incentivi a livello nazionale che sono stati ultimamente attivati per la rimozione e smaltimento della temibile fibra, ne rimaniamo circondati.

Sotto questo aspetto la Sicilia detiene un primato tutto negativo per quanto riguarda l'assenza di una mappatura completa del territorio che necessita di bonifica, la carenza di strutture di trasformazione dell'amianto una volta dismesso e la mancanza di una reale programmazione, poiché l'ultimo piano regionale amianto aggiornato risale al 1995.

Una particolare tipologia di amianto è l'eternit. Composto da cemento e fibre di amianto, spesso lo vediamo sbucare dall'erba che copre la maggior parte delle discariche abusive del territorio mazarese. L'eternit è stato utilizzato, come materiale edile, in grande quantità, negli anni passati, a Mazara. Così non di rado c'imbattiamo di fronte a tetti, coperture ondulate, abbandonati nei terreni o nelle case dismesse come se nulla fossero, o ancor di più, a cassoni per l'acqua di eternit spaccati in più parti e lasciati a sbriciolarsi ed a rilasciare nell'aria quelle fibre che respirate causano malattie e morte.

Ed è quello che, in questi giorni, sta succedendo proprio accanto ad una scuola di Mazara del Vallo. La scuola in questione è il plesso "Alberto Rizzo Marino" appartenente al IV Circolo didattico "G.B. Quinci". La discarica abusiva di eternit si trova nella Via Stefano Turr, adiacente al lato Sud della scuola e proprio di fronte alle finestre delle classi.Con una lettera datata 10 febbraio 2014, il Comitato dei genitori del IV Circolo Quinci-Marino, rappresentato da Carmela Anselmo, ha segnalato al Sindaco di Mazara, agli Assessori all'Ambiente ed alla Pubblica Istruzione, al Comandante della Polizia Municipale, al responsabile U.O.

distrettuale Igiene e Sanità pubblica del Comune di Mazara, e per conoscenza a S.E. il Prefetto di Trapani ed alle dirigenze scolastiche, la presenza dell'eternit - un "recipiente di cemento-amianto" - nelle vicinanze della scuola (vedi foto 1). "Considerando la ben nota pericolosità di tale materiale per la salute delle persone ed in special modo per quella dei bambini, suddetto Comitato - si legge nella nota - invita le Autorità competenti ad attivarsi affinché si provveda ad una immediata bonifica del sito".

Anche perché, continua la lettera, i fruitori di quello spazio cittadino sono dei bambini.

"Questa scuola è frequentata da più di 500 alunni. Ci sono ben 11 classi dell'infanzia, con bambini che vanno dai 3 ai 5 anni, e 8 classi elementari, con bambini dai 6 agli 1 anni - ci dice la responsabile del plesso "Rizzo Marino", la docente Nicoletta Sala Giacalone - già a novembre del 2013 avevamo segnalato alle Autorità la presenza delle lastre d'amianto nella via Stefano Turr". In effetti una lettera - con tanto di documenti fotografici allegati - a firma del Dirigente scolastico del IV Circolo, Prof.ssa Maria Anna Ferrara, indirizzata al Sindaco di Mazara, al Comandante del Vigili urbani ed ai Dirigenti del Comune, è stata inviata il 26 novembre per chiedere un preliminare sopralluogo e la rimozione dell'eternit.

E' un mistero come mai ancora, anche se il sopralluogo da parte degli organi competenti ci sia stato, l'amianto si trovi ancora in bella mostra sul ciglio della strada (vedi foto 2), pronto ad essere "toccato" da qualche bambino curioso, che sia o meno uno studente della scuola accanto. Secondo le normative il Comune dovrebbe intervenire in tempi brevi dall'avvenuta segnalazione.Molti ragazzi utilizzano l'ampio spazio limitrofo a disposizione per giocare a pallone o semplicemente per scorazzare con le biciclette.

Spesso il forte vento di scirocco, proveniente dal mare, solleva una gran polvere, di cui potrebbero far parte le fibre di amianto dei pezzi di eternit buttati nel terreno abbandonato, polvere che sbatte continuamente sulle finestre delle classi della scuola dell'infanzia (a pianterreno) e delle elementari (a primo piano).Ci si chiede cosa si aspetti per intervenire, dato che nella discarica abusiva non ci sia solo amianto e cemento, ma anche vecchi materassi e rifiuti di ogni genere.

Non è la prima volta che a Mazara ci si occupi di amianto nelle scuole. Lo scorso giugno il circolo mazarese di Legambiente segnalava una discarica di cemento-amianto in prossimità del cancello di accesso al plesso della scuola elementare "V. Bonsignore", in via Livorno. A settembre quell'amianto non era ancora stato rimosso. Per non parlare del caso che fece scalpore lo scorso dicembre, riguardante la scoperta di cumuli di amianto all'interno dell'ex chiesa di Sant'Ignazio, in Piazza Plebiscito. E si spera che anche questo caso, del plesso "Alberto Rizzo Marino", non diventi tristemente noto per il tempo che si perde nella rimozione di un cumulo di eternit. Quando, nella migliore delle ipotesi, venga rimosso.

Vincenzo De Santi

11-02-2014 16,00

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