Ultime della sera. Un ateo che parla di Dio

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Dicembre 2019 18:30
Ultime della sera. Un ateo che parla di Dio

Una personale riflessione a briglia sciolta. Che un ateo parli di Dio non deve sembrare strano. Non è breve il percorso che lo ha condotto a questa decisione che nella normalità dei casi dovrebbe essere fatto di almeno un minimo studio ed in particolar modo del Vecchio e Nuovo Testamento e del Corano. Non deve sembrare neanche strano che si possa sostenere che nessuno è detentore di verità incontrovertibili. In tanti sostengono che il Dio delle tre religioni monoteiste sia lo stesso. Riguardo a ciò è mia opinione che tale idea non sia questione che possa interessare ad un ateo o quanto meno al sottoscritto, nulla togliendo che io un parere personale su queste tre Entità possa averlo.

L'idea che io mi sono fatto del Dio di Israele per quanto scritto nel Pentateuco, è quella di un Dio “intollerante” e poco incline a qualsivoglia dubbio o tentennamento: Mosè non mise piede nella terra promessa, stando a quanto scritto ne I Numeri, per una vera e propria inezia. E qui non posso fare a meno di citare un episodio riportato da Amos Oz riguardo l'allora Premier israeliano Golda Meir la quale disse: “ Vagare 40 anni nel deserto per poi finire in un posto senza neanche un pozzo petrolifero”.

In questa Sua grande collera non si salvava nessuno. Neanche i neonati ed i bambini come in Sodoma e Gomorra o in qualche battaglia vinta dagli ebrei contro qualche tribù locale. Elia con il beneplacito di Dio scannò i 450 sacerdoti di Baal che persero una scommessa con lui per non essere riusciti a compiere un determinato miracolo. Riguardo al Dio dei musulmani, Allah, ed al suo Profeta, da quel che ho letto e capito, non credo le cose siano diverse. Basta citare solamente la Battaglia del Fossato per rendersi conto che lo sterminio fosse prassi usuale sia contro gli infedeli sia contro chi infrangesse la legge coranica.

Se da un lato il Vecchio ed il Nuovo Testamento al limite consentono dibattiti interpretativi, con il Corano ciò non avviene. Per prima cosa le sue traduzioni sono mal tollerate. La lingua celeste è l'arabo perché Allah parla in arabo e quindi ciò che in esso è scritto altro non è che la vera ed unica sua parola . Il musulmano con il suo Corano aperto tra le mani “legge”- ascolta Allah. Il Dio fatto Libro. Il Corano con la Sharia stabilisce i fondamenti giuridici dello Stato e ciò determina inevitabilmente una sorta di tirannia teocratica in visione millenaristica.

Per quanto attiene in ultima analisi il Dio del Nuovo Testamento per me la faccenda si ingarbuglia per tutta una serie di motivi che sarebbe lungo elencare, fatta salva la questione della Trinità. Padre e Figlio nella stessa persona mi portano a pensare ovviamente che si tratti sempre del Dio collerico di Abramo. L'obiezione che viene fatta in questo caso è “l'evoluzione” del messaggio contenuto nel Nuovo Testamento: il perdono anche se le otto crociate fatte fino al 1274 dimostrano il contrario per non parlare poi delle condanne a morte comminate fino al 1870 dallo Stato Vaticano.

Concludendo l'atto del credere non lo considero razionale. Chi crede lo fa a prescindere. Per l'ateo invece è una scelta che per giunta non lo condiziona in alcun modo nel rapporto con gli altri. Potrei anche azzardare che vedo più tolleranza tra quelli come me che nel mondo variegato dei credenti. di Corrado Sansone

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