Ultime della sera. Sere d’estate, un estate lontana

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
06 Aprile 2020 20:33
Ultime della sera. Sere d’estate, un estate lontana

Era iniziato male quel 1978… Il rapimento di Aldo Moro, il barbaro sterminio della sua scorta, la vita del Paese sospesa fino a quel fatale 9 maggio,  ansia, preoccupazione, paura, l’orecchio sempre teso ai notiziari…non c’era internet, allora, né il Tg Sky 24 ore su 24…ma gran parte di quell’inverno e di quella primavera ci venne emotivamente sequestrata così come, fisicamente, ci viene rubata quella di oggi. Quando finì, perché tutto finisce, ricordo che, per tutto il giorno, mi risuonarono in testa le note di “Benvenuto raggio di sole” di Francesco De Gregori..

mi odiai per questo, per il mio inconscio che continuava a ripetermi: “è finita male, sì, ma è finita”, quando tutti avevamo sperato che finisse diversamente. Oggi sappiamo che quello non fu nemmeno l’inizio della fine. Ma, per dirla con Churchill, eravamo, quantomeno, alla fine dell’inizio: il picco, quel picco, era stato raggiunto. E superato. E vennero i mondiali. Scusate il salto, ma è così che andò per un diciassettenne testimone del suo tempo. Anzi, il Mundial, come fu chiamato da allora in poi: si giocava in Argentina…come erano belle le estati che iniziavano con i mondiali di calcio…oggi, abbiamo perso pure questo piacere..non riusciamo nemmeno più a qualificarci..

Ma allora il piacere era doppio..il Mundial era un’occasione di socialità…non tutti avevano ancora la TV a colori, arrivata solo 2 anni prima, e le case dei fortunati che già la possedevano erano porti di mare….non servivano inviti..bastava esser conoscenti di un conoscente per presentarsi. Anche allora non è che ci presentassimo tanto competivi..pareggiammo l’ultima amichevole e partimmo tra i fischi…poi, nell’inverno australe, il miracolo: Bearzot, un allenatore semi sconosciuto messo, chissà perché alla guida della nazionale, risolse il problema del terzino sinistro inserendo un certo Cabrini, idolo sì, ma delle ragazzine, e decidendosi, pure a mettere il bomber del Lanerossi Vicenza al posto di Graziani: un piccoletto imprendibile al posto della classica boa da centro area.

E venne una vittoria dopo l’altra: con la Francia dell’antipaticissimo Platinì ( non ancora juventino ), l’Ungheria e l’Argentina!! A casa loro, nella notte fonda italiana per il fuso orario…Bettega scambiò con Rossi e non ce ne fu più per nessuno.. Niente, eravamo già campioni del mondo…di sicuro eravamo i migliori…l’umore nazionale era parecchio cambiato…ancora pochi mesi e si sarebbe parlato di ‘riflusso’, ossia di quel fenomeno di costume per il quale l’impegno sociale, la militanza politica, il perenne confronto su questi temi che assorbiva giorni e nottate intere di noi tutti avrebbero lasciato il campo al cosiddetto ‘privato’ inteso come dedizione al ludico ed al godereccio.

A cominciare dalla musica e dal ballo, visto che il fattore scatenante di un umore che maturava da mesi fu un classico ‘B movie’: “La febbre del sabato sera” , con la sua incredibile colonna sonora. Ma da noi sarebbe arrivato in autunno, per la precisione sul grande schermo del cinema Vaccara, allora ancora con le poltrone in legno e con un nome che, in inglese, avrebbe suonato come eccessivamente western…di qui, mi piace pensare, la scelta di mutarlo in Rivoli. Ma torniamo indietro di una stagione.

No, quel mondiale non lo vincemmo. Fu per colpa di Zoff. Non lo dico io: lo disse Zoff, un vecchio ed onesto atleta già 36enne…in una spietata vignetta comparve un pezzo di porta con, vicino la linea, un paio di occhiali rotti ed il risultato: Italia 1 – Olanda 2..e non era più manco l’Olanda di Cruijff , ma solo di Haan..ed in finale andarono loro. In compenso, eravamo ormai nel pieno dell’estate. Erano diverse, quelle estati. Più fredde delle attuali, anche se iniziavano bene.Giugno era di solito un mese di calma che portava acqua di mare tiepida…in verità anche maggio era così,I più coraggiosi iniziavano infatti ad andare a mare per l’Ascensione.

A Tonnarella la spiaggia era quasi tutta libera, giusto un lido e 4 chioschi; noi ragazzi ci si andava più per giocare a pallone in spiaggia che per fare il bagno; tra l’altro, a luglio il tempo cambiava, si metteva un ventaccio da maestrale che portava acqua gelida che rendeva poco confortevole la permanenza a mare. Tale situazione si protraeva fino a Ferragosto, quando la temperatura del mare raggiungeva il minimo. Ma quella era una notte di fuoco, i falò ardevano in spiaggia, anzi la spiaggia tutta si presentava come un unico, immenso, pauroso falò…e con una formidabile fonte termica a disposizione come quella il bagno notturno non se lo negava nessuno.

Non si presentavano nemmeno quelle ondate di caldo, attorno ai 40, oggi così frequenti e che non mancano mai di durare un paio di settimane almeno. Erano estati, quelle, in cui si viveva soprattutto di notte: si usciva nel pomeriggio per non sapere quando tornare…e parlo di noi, noi ragazzi dell’epoca, in gran parte minorenni…e delle ragazze dell’epoca, ancora più piccole, perché non esisteva che una ragazza fosse disposta a frequentare un suo coetaneo, tranne rarissime eccezioni. Mazara era un posto sicuro, i nostri terribili genitori forse non erano poi così terribili ( non certamente quanto lo siamo noi con i nostri ) e noi potevamo scorazzare in lungo in largo per la città con i nostri motorini, senza obbligo di casco, fino a mete estreme, come il baglio Fontanasalsa con la sua agognata discoteca all’aperto, od il neonato villaggio di Kartibubbo.

Ma non sempre ci si imbarcava in certe spedizioni…del resto, si viveva in piazza….la piazza era il centro di tutto…gli antichi greci, nel coniare il verbo agorazein ( o qualcosa del genere  scusate, ho fatto lo scientifico)  intraducibile, ma che sta a significare “andare in piazza a veder quel che succede” avevano pensato a noi, non poteva essere andata diversamente, e chi se ne fregava del paradosso temporale! E, frequentando la piazza, poteva accaderti di tutto…anche di imbatterti nel tale conoscente di quel tale membro di quel tale famoso gruppo pop ( allora si definivano così) di passaggio a Mazara perché impegnato al festival in quel di Selinunte…e quello viene a dire a te ed al tuo amico mago degli scherzi: “ma perché non gliene facciamo uno a lui?...sai, crede nelle scienze occulte e divinatorie…io so tutto di lui, te lo racconto, poi te lo porto e tu fai finta di indovinarlo…ovviamente occorre creare la giusta atmosfera..

Non mancava a lui, ovviamente…il mago era veramente un mago in questo…tanto che quell’appellativo “mago”, se lo porta ancora oggi. Nell’antro ricavato, in pieno centro storico, nel cortile della casa avita ( del mago, non mia ) si presentò, naturalmente, oltre alla vittima ed agli amici più stretti, mezza Mazara…il passa-parola era corso molto più veloce di un whatsapp… Ma, ciò nonostante, il silenzio d’occasione si mantenne rigoroso…non si udì una zanzara in quella notte d’estate.

Del resto, erano estati in cui non ricordo volassero zanzare; e fu così per molti anni ancora..oggi, purtroppo, chissà perché sono tornate a tormentarci. Lo scherzo si concluse con un ordine del mago: la vittima avrebbe dovuto prendere la sua chitarra ed intonare un pezzo a piacere del suo famoso repertorio lì, sui gradini della statua di San Vito. E noi ci godemmo un concertino dal vivo, gratis e senza scomodarci di andare a Selinunte, dove pure si poteva ancora andare in treno. Nel frattempo, il 1978 scorreva…io ero uscito dall’adolescenza, il Paese stava cambiando ed anche la mia città avrebbe vissuto in pieno lo spirito del cambiamento…la febbre del sabato sera portò nuovi desideri e bisogni che Mazara cominciò a soddisfare in pieno…cominciarono ad aprire locali su locali, e fu la mia generazione a farlo…e ne venne trainato il settore della ristorazione, in un piccolo circolo virtuoso economico.

Piccola ricchezza che si aggiungeva alla grande ricchezza della pesca, allora al suo apice…eravamo la patria dei pescatori e del loro duro lavoro, ma anche il paese dei balocchi del circondario, o se preferite, una piccola Ville Lumiere…e non ci dispiaceva! Fiducia, spensieratezza ed ottimismo per il futuro iniziarono a segnare le nostre giornate. Il futuro pareva roseo…peccato per quel mondiale…ma ci avremmo riprovato 4 anni dopo. Stavolta, di certo, senza più Zoff in porta! Danilo Marino

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