Ultime della sera: “La dolce fiaba di Edward mani di forbice”

Redazione Prima Pagina Mazara
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23 Dicembre 2020 19:17
Ultime della sera: “La dolce fiaba di Edward mani di forbice”

 di Josepha BILLARDELLO     Chi non ricorda la storia di Edward mani di forbice, il ragazzo meccanico dal cuore puro? La storia viene raccontata in  uno dei più bei film diretti da Tim Burton ,con Johnny Deep nel ruolo di Edward e Winona Ryder in quello di Kim, la ragazza di cui egli si innamora e che all'inizio del film, ormai nonna, racconta tutta la storia alla sua nipotina.

Edward è  stato creato da  un  vecchio inventore che vive in un castello poco lontano da un sobborgo. È stato costruito pezzo dopo pezzo, ha un cuore e un cervello, ed è  intelligente e buono. Ma l'inventore purtroppo non riesce a portare a termine la sua opera, muore improvvisamente. Edward, rimane incompleto, con delle lame al posto delle mani e continua a vivere da solo nel castello. Un  giorno la sua esistenza  viene sconvolta per caso da Peggy, una simpatica venditrice di cosmetici che immediatamente lo porta a casa sua.

Inizia così l'inserimento di Edward nella società di una piccola quanto gretta comunità. All'inizio, la sua presenza suscita curiosità in un ambiente dove non succede mai niente di nuovo. Tutti gli abitanti vogliono fare la sua conoscenza. Il ragazzo si fa notare anche per i  capolavori che riesce a realizzare con le sue mani di forbice: sculture nei giardini, grazie alla sua abilità nel tagliare alberi e piante ornamentali. Ma  la sua fama tra i vicini raggiunge l'apice quando egli si cimenta nella realizzazione di innovativi tagli di capelli.

C'è un momento in cui tutti lo chiamano e lo acclamano, ma l'entusiasmo dura poco perché non supportato da una vera accettazione della creatura con le mani di forbice. Così l'esaltazione iniziale si trasforma ben presto in rifiuto della sua diversità. Egli non può vivere in pace e quando s'innamora di Kim, la figlia adolescente di Peggy, la sua posizione si complica ancora di più. È Peggy, l'unica ad accettarlo veramente e l'unica a capire che il ragazzo non può vivere bene in quell'ambiente ipocrita che fa finta di accogliere ma in realtà trova ogni occasione possibile per rifiutare.

Edward deve fare i conti con la crudeltà altrui  a causa della quale viene ingannato e  accusato ingiustamente di furto. Considerato pericoloso per la comunità,  alla fine è costretto ad andare via. Nessuno conosce la sua vera natura e il suo cuore tranne la donna che lo ha scoperto nel castello sulla collina, Peggy, e quando Kim si accorge di amarlo, è troppo tardi. Non c'è il lieto fine. Edward è costretto a lasciare il sobborgo e a rifugiarsi lassù, nella sua casa, mentre Kim fa credere a tutti  che sia morto.

Passano gli anni e Edward continua a vivere in solitudine. Di lui non si sa più nulla ma da allora, ogni anno, sul paese, a Natale nevica. Kim sa che la neve è frutto delle sculture di ghiaccio realizzate da Edward,  come avvenne la prima volta ,quando lei era ancora giovane e lui  non era ancora andato via. Si conclude così, la fiaba diretta da Tim Burton, che mette in scena il difficile rapporto tra il protagonista e la comunità.  Egli è un diverso perché non ha le mani, perché è straniero, perché ha vissuto sempre da solo.

In lui vi sono molte categorie che lo tengono ai margini della vita sociale. È un escluso e il tentativo di inserimento nella piccola cittadina fallisce. Potremmo vedere in questa creatura  gli stranieri, i disabili, tutti coloro che vengono rifiutati da una  maggioranza che allontana il diverso. Ma  Burton va oltre. Il suo Edward esprime l' impossibilità di comunicazione efficace e le difficoltà di relazione in un contesto in cui prevale il conformismo, la paura e l'invidia. Potremmo immaginare  oggi un Edward intento a crearsi un profilo social, mascherando il suo volto pallido e nascondendo le lame, o, al contrario, mettere in mostra le lame attirando l'attenzione su di sé.

In entrambi i casi non sarebbe se stesso, perché rinuncerebbe al diritto di essere considerato uguale agli altri. Egli sa che può amare, ma non può abbracciare, che può fare del male, pur non volendo, che può ferire soltanto toccando. Conosce i suoi limiti e le   tante possibilità ,che tenta di mostrare. Ha un animo mite e gentile, riesce a relazionarsi e anche ad innamorarsi. Non è lui ad avere dei problemi, ma chi non lo accetta e si approfitta del suo animo mite e gentile. Edward prova a farsi comprendere, prova ad essere felice, ma non ci riesce.

Quindi si rifugia nella sua casa sulla collina, in modo che solo chi lo ama può sentire la sua presenza e il suo amore, che si materializza nei piccoli fiocchi di neve. - "Se lui non fosse lassù, non credo che nevicherebbe così" - afferma Kim concludendo il racconto.   La rubrica “Le ultime della sera” è a cura della Redazione Amici di Penna. Per contatti, suggerimenti, articoli e altro scrivete a: amicidipenna2020@gmail.com

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