Ultime della sera: “Il Ramadan a Mazara del Vallo”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
26 Maggio 2020 19:20
Ultime della sera: “Il Ramadan a Mazara del Vallo”

Mazara del Vallo è da considerarsi una piccola Gerusalemme; infatti grazie alla sua posizione al centro del Mediterraneo vediamo la sua storia millenaria dove hanno convissuto Ebrei, Cristiani e Musulmani, come testimoniano la Kasbah  la Giudecca e le tante Chiese Cristiane presenti nel suo centro storico. Ed anche adesso convivono tante etnie facendo della attuale cittadina un piccolo esempio multietnico e multireligioso, all’interno di questa cornice voglio parlarvi del Ramadan che si è concluso sabato scorso.

Ramadan è il nome del nono mese dell’anno nel calendario lunare musulmano, nel quale, secondo la tradizione islamica, Maometto ricevette la rivelazione del Corano “come guida per gli uomini di retta direzione e salvezza” (Sura II, v. 185). È il mese sacro del digiuno, dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso.

Dalla pratica del digiuno sono esentati i minorenni, i vecchi, i malati, le donne che allattano o in gravidanza. Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua, e possono consumare il pasto serale (iftar). I Musulmani di fede Islamica devono osservare cinque doveri: Il digiuno (sawn), la professione di fede (kalima), la recita quotidiana delle cinque preghiere (salat), l'elargizione delle elemosine (zakat) e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio (hagg) a La Mecca (Arabia Saudita).

La mancata osservanza di questi precetti, in alcune delle comunità più osservanti, può comportare l'imputazione del reato di apostasia (abbandono formale e volontario della propria religione). Il Ramadan è il mese più sacro dei musulmani - che sono circa 1,6 miliardi in tutto il mondo - e il periodo dell'anno in cui si celebra è lo stesso in tutti i paesi islamici, anche se non cade sempre nello stesso periodo del calendario gregoriano, perché quello degli islamici è un calendario lunare (l'anno lunare dura circa 11 giorni meno di quello solare), e la numerazione dell'anno non coincide perché i musulmani iniziano a contare dal nostro 622 d.C.

, quando Maometto lasciò la Mecca per recarsi a Medina: perciò il 23 maggio 2020, data di fine Ramadan, per gli islamici è "30 Ramadan 1441”. Alcune differenze nella tradizione si riscontrano nei cibi che si possono mangiare quando cala il sole. Ogni Paese ha delle particolarità: per esempio, in Tunisia, Algeria e Marocco viene preparato un cous-cous soltanto con l’agnello (non il pollo o il montone) arricchito da uvetta; in Siria e in Giordania invece si mangiano i “katai”, dolci con ripieno di cocco, nocciole tritate e zucchero.

Durante il Ramadan si bevono succhi di frutta, e nei Paesi del Maghreb quello di liquirizia, che alza la pressione sanguigna, perché chi digiuna ce l’ha più bassa del solito. Il Ramadan è però ovunque un momento di condivisione e di unione. È usanza invitare i propri vicini e amici a condividere tutti insieme il pasto  serale e a recitare particolari preghiere dette Tarawih. La nostra cittadina ha dato i natali a Monsignor Vito Rallo, che attualmente ricopre l’incarico di Nunzio Apostolico in Marocco, che in occasione della conclusione del Ramadan ha inviato questo messaggio che riporto integralmente a beneficio dei fratelli musulmani della nostra città.

“Cari fratelli e sorelle nella fede, Come ogni anno, il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso indirizza un messaggio alla comunità musulmana in occasione del mese del Ramadan  e dell' Id al-Fitr, la festa che lo conclude. Il messaggio di quest'anno, preparato prima della pandemia del covid-19,  ha come tema il rispetto e la protezione dei luoghi di culto. In questa occasione, quale Ambasciatore di Sua Santità Papa Papa Francesco presso Sua Maestà Mohammad VI, Amir al Mouminine, Re del Marocco,  formulo voti  affinché   le comunità cristiane e musulmane, unite  in uno spirito di fraternità,  continuino la loro testimonianza di solidarietà con l'umanità così gravemente provata e innalzino la loro preghiera a Dio  Onnipotente e Misericordioso affinché estenda la Sua protezione  su ogni essere umano  e affinché questi momenti difficili siano rapidamente superati.

Al contempo, invito tutti voi a pregare per i defunti e le loro famiglie, come anche per i contagiati e le loro famiglie”. E questo per concludere è il messaggio inviato dal Presidente del Consiglio il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. “Cari fratelli e sorelle musulmani, Il mese di Ramadan è così centrale nella vostra religione e perciò a voi tanto caro a livello personale, familiare e sociale. È un tempo di guarigione spirituale, di crescita e di condivisione con i poveri e di rafforzamento dei legami con parenti ed amici.

Per noi, vostri amici cristiani, è un tempo propizio per consolidare le nostre relazioni con voi, mediante i saluti, gli incontri e, dove è possibile, con la condivisione di un iftar. Il Ramadan e ‘Id al-Fitr sono, dunque, occasioni speciali per far crescere la fraternità tra cristiani e musulmani. È questo lo spirito con cui il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso porge a tutti voi i suoi migliori auguri oranti e cordiali congratulazioni. Seguendo una tradizione a noi cara, vogliamo condividere con voi alcuni pensieri, che riguardano quest’anno la protezione dei luoghi di culto.

Sappiamo che i luoghi di culto rivestono una grande importanza nel cristianesimo e nell’islam, come pure nelle altre religioni. Sia per i cristiani, sia per i musulmani chiese e moschee sono spazi riservati alla preghiera personale e comunitaria, edificati ed arredati in modo da favorire il silenzio, la riflessione e la meditazione. Esse sono spazi dove si può arrivare nelle profondità del proprio animo, facilitando così, con il silenzio, l’esperienza di Dio. Pertanto, un luogo di culto di qualsiasi religione è “casa di preghiera” (Isaia 56, 7).

I luoghi di culto sono pure spazi di ospitalità spirituale, nei quali i seguaci di altre religioni si radunano anche per cerimonie speciali come nozze, funerali, feste della comunità, ecc. Partecipando a quegli eventi in silenzio e col rispetto dovuto alle osservanze religiose dei seguaci di quella particolare religione, essi assaporano l’ospitalità loro riservata. Questa pratica è una speciale testimonianza di ciò che unisce i credenti, senza sminuire o negare ciò che li distingue. Sotto questo aspetto vale la pena ricordare ciò che Papa Francesco ha detto in visita alla moschea Heydar Aliyev, a Baku (Azerbaijan), domenica 2 ottobre 2016: “È un grande segno incontrarci in amicizia fraterna in questo luogo di preghiera, un segno che manifesta quell’armonia che le religioni insieme possono costruire, a partire dai rapporti personali e dalla buona volontà dei responsabili”.

Nel contesto dei recenti attacchi contro chiese, moschee e sinagoghe, perpetrati da persone malvage che sembrano percepire i luoghi di culto come bersaglio preferito della loro cieca e insensata violenza, è degno di nota quanto è riportato nel Documento sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da Papa Francesco e dal Gran Imam di Al-Azhar, il Dott. Ahmad Al-Tayyeb, ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019: “La protezione dei luoghi di culto – templi, chiese e moschee – è un dovere garantito dalle religioni, dai valori umani, dalle leggi e dalle convenzioni internazionali.

Ogni tentativo di attaccare i luoghi di culto o di minacciarli attraverso attentati o esplosioni o demolizioni è una deviazione dagli insegnamenti delle religioni, nonché una chiara violazione del diritto internazionale”. Apprezzando gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale a vari livelli per la protezione dei luoghi di culto in tutto il mondo, è nostra speranza che la stima vicendevole, il rispetto reciproco e la cooperazione possano rafforzare i nostri legami di sincera amicizia, e consentire alle nostre comunità di salvaguardare i luoghi di culto per assicurare alle future generazioni la libertà fondamentale di professare le proprie credenze.

Con rinnovata stima e fraterni saluti, a nome del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, porgiamo auguri amicali di un fruttuoso mese di Ramadan e di un gioioso ‘Id al-Fitr. Dal Vaticano, 17 aprile 2020” Francesco Sciacchitano

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