Ultime della sera. Il lavoro e la felicità

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
15 Gennaio 2020 20:08
Ultime della sera. Il lavoro e la felicità

E’ diventato un lusso poter scegliere il proprio lavoro o c’è ancora la possibilità di realizzare i propri sogni, senza finire a dormire sotto un ponte? Quando arriva il momento di decidere il proprio futuro, i giovani si trovano spesso intrappolati nella ferrea  legge di mercato, che gestisce il rapporto tra la domanda e l’offerta; attanagliati da interrogativi assillanti. In quale settore è più facile inserirsi? Quale mestiere mi permetterà di vivere agiatamente? Quale strada dovrò percorrere per rimanere nel mio paese? Anche se dovrò sacrificare quello che mi piace, potrò, in cambio , avere un’occupazione sicura e ben remunerata? A che serve scegliere una facoltà che non ha sbocchi professionali oppure seguire una strada che mi costringerà a vivere con un misero stipendio? La maggioranza o quasi, dei giovani, sceglie una facoltà che assicuri  un certo benessere economico, senza tener conto delle proprie attitudini e delle passioni, che possono fare la differenza.

Infatti, il  corso di laurea più richiesto negli ultimi anni è stato quello di Medicina e Chirurgia. I giovani che hanno intenzione di frequentarlo sono disposti a fare molti sacrifici pur di prepararsi e superare i test di ammissione. Ma quanti di loro vogliono fare davvero il medico? Quanti si sentono portati veramente per una professione che richiede una dedizione totale al prossimo e che non si può scegliere solo per denaro? Molti svolgeranno per tutta la vita un lavoro per il quale non sono portati e che li renderà infelici.

Le famiglie hanno un ruolo importante , ma è anche la scuola , in quanto agenzia educativa e formativa a dover indirizzare i ragazzi ad una conoscenza approfondita di se stessi e delle proprie capacità. Invece l’orientamento viene inteso sempre come conoscenza delle Università e delle Facoltà, ma queste non vengono messe in relazione con le propensioni degli studenti. La società tutta dovrebbe  incoraggiare quindi i  giovani a lottare per i propri sogni e per il lavoro che hanno sempre desiderato, senza paura né rassegnazione.  Non dovrebbe essere soltanto un’utopia pensare che occorre solo un po’ di coraggio e intraprendenza per  esercitare una professione che piace.  Magari non porterà a guadagni stratosferici.

Forse determinerà l’allontanamento dal paese natale ed esigerà che si affronti una battaglia a colpi di inventiva e creatività. Ma “se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro ( che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono. (Primo Levi)   Josepha Billardello

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza