Ultime della sera. Il giorno dopo: la giornata del presente

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Gennaio 2020 18:21
Ultime della sera. Il giorno dopo: la giornata del presente

Gli orrori della Shoah, le deportazioni, i campi di concentramento, le torture, le camere a gas, il genocidio…urlano dentro chiunque abbia mente e cuore aperti alla verità. E celebrare per ricordare, è l’unico modo per mantenere alta la guardia , perché non accada ancora. Ma ciò che non vogliamo che accada ancora, purtroppo in diverse parti del mondo, pur con qualche differenza, accade anche ora. Ci sono campi di concentramento in molti paesi anche adesso , all’indomani della celebrazione della giornata della memoria: dalla Cina alla Korea del Nord, dall’Australia al Texas, dalla Turchia al Rwanda, dalla Malesia alla Libia, cioè anche di fronte a noi.

E chissà ancora dove, e forse, sotto altre forme, anche dentro i nostri confini. Ce lo dicono le organizzazioni umanitarie internazionali, ce lo dicono i dissidenti politici, i giornalisti, i testimoni e i martiri. Mi chiedo sempre come sarebbe se toccasse a me, se il mio cuore reggerebbe nel sapere che dietro  un filo spinato ( di qualsiasi forma, tenuta , perimetro) ci potrebbero essere i miei figli, i miei amici, i miei vicini; come sarebbe   trovarmi dalla parte sbagliata ( ma ogni parte può essere considerata sbagliata se non coincide con quella che i più forti ritengono giusta), senza più controllo sul mio corpo e probabilmente neanche sui miei pensieri, senza notizie, senza pudore, senza i miei amici,  il mio rosario,   i miei libri, i miei fogli, le mie penne, le mie certezze, le mie abitudini…senza le pillole, la carta igienica, il sapone, il cuscino, la teiera, le rose…senza i capelli, le mani, le braccia, gli occhi…senza più nulla di quello che appartiene alla mia vita, che do per scontato ogni giorno...come sarebbe senza più niente.

In fondo è questo il modoi, il più efficace, per sentirsi parte dell'umanità: e se toccasse a me? Se toccasse a chi amo? In questo presente che è eterno Golgota su cui si consuma con alterne sorti la storia dell’umanità, io che conosco molti dolori  ( e questi molti sono pochi pur essendo già troppi)  e ho incontrato paure e torture dentro campi di concentramento che possono avere anche le pareti falsamente rassicuranti di una casa, con fili spinati trasparenti mascherati da perbenismo,con aguzzini  dalla faccia buona ( come sa fingere il male quando si traveste da bene!)  mi unisco agli uomini e alle donne di buona volontà perché ogni giorno vi sia una liberazione, un paio di cesoie per tagliare quei fili, una piazza per ogni città e un campanile per ogni fede, uno strumento per ogni musica, un abito per  ogni nudità, una pagina per ogni scrittura, una voce per ogni parola...

L'indifferenza che temiamo, non riguardi solo le atrocità del passato,  ma anche le tragedie del presente. Se educhiamo le nostre menti a riconoscere i dolori e le ingiustizie, se convertiamo le nostre vite a prenderci cura gli uni degli altri, forse, un giorno davvero sarà tutto solo memoria. E allora davvero potremo cantare...   Maria Lisma        

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza