Ultime della sera: “Huck e Jim”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
01 Agosto 2020 19:00
Ultime della sera: “Huck e Jim”

Il mese di agosto è entrato in maniera preponderante, a gamba tesa per usare un termine calcistico, in questo 2020 che ricorderemo per tanto tempo, e cosa c’è di meglio che rinchiudersi in camera da letto con l’aria condizionata accesa per combattere questa calura opprimente, ed in queste condizioni di benessere aprire dal tuo Mac un foglio bianco di Pages ed iniziare a scrivere. E’ tutta la settimana che cerco di stimolare i miei amici di penna con cui condividiamo questa bellissima esperienza ormai da otto mesi, di continuare a scrivere ed alimentare la nostra rubrica “Le ultime della sera” di Prima Pagina Mazara.

E scherzando nella nostra chat ( dove l’ironia e la leggerezza la fanno da padrona pur essendo il tenore dei nostri articoli credo abbastanza significativi e con contenuti “alti” ), si portano avanti tante rivendicazioni di tipo salariale e di diritti acquisiti dal Sindacato dei giornalisti, ( pur non essendo nessuno di noi giornalisti, tranne Alessandro Isidoro Re ) e spesso mi accusano di essere uno sfruttatore, addirittura un “negriero”. Ci tengo a sottolineare che siamo tutti volontari e che scriviamo per il piacere di scrivere e di donare il nostro pensiero a chi vorrà leggerci, però questo appellativo non so perché mi ha fatto ricordare uno dei miei romanzi preferiti quando ero ancora un bambino, cioè le Avventure di Huckleberry Finn.

Era il 1884 quando viene dato alle stampe uno dei romanzi più noti della letteratura americana: Le Avventure di Huckleberry Finn. Inizialmente pubblicato solo in Gran Bretagna e Canada, arriva negli Stati Uniti solo il 18 febbraio 1885. Il romanzo trae ispirazione dalla vita personale del suo celebre autore, lo scrittore Mark Twain, che trascorre l’infanzia sulle rive del Mississippi nel piccolo paese di Hannibal, e segue dopo otto anni l’uscita del suo grande successo “Le Avventure di Tom Sawyer”. Secondo la più accreditata ricostruzione letteraria, Huck sarebbe una proiezione proprio di Twain o meglio del ragazzo che questi avrebbe voluto essere, mentre Tom Sawyer sarebbe il suo vero e proprio alter ego.

Il romanzo racconta della vita avventurosa del piccolo Huck che, abbandonato da piccolo dal padre alcolizzato, finisce per vivere in una botte di zucchero. Presto, però, la libertà svanisce quando il ragazzo viene adottato da una vedova. Huck vive con insofferenza la nuova condizione e scappa ripetutamente, ma il più saggio amico Tom riesce a convincerlo a tornare a casa. La disponibilità di denaro, assicurata dalla vedova che ha messo il tesoro di Huck in banca, rappresenta un forte richiamo per il padre, che riesce a ottenere la custodia e finisce per rinchiudere il figlio in una capanna, picchiandolo frequentemente.

Lo spirito di iniziativa del giovane, gli permette però di trovare un modo per sfuggire alla tirannia paterna: trova, infatti, una canoa sull’argine del Mississippi e inizia una sorta di navigazione insieme allo schiavo di colore Jim. La traversata, però, non sarà priva di pericoli e i due si imbattono in una coppia di truffatori presentatisi con gli altisonanti Duchi di Aquasparta e Re di Francia. I due imbroglioni riescono a vendere Jim alla sorella della zia di Polly di Tom e così la storia prosegue con i due ragazzi alle prese con i tentativi di liberare il povero Jim.

La conclusione del romanzo, che Hemingway considera addirittura il capostipite della moderna letteratura americana, scioglie tutti i nodi: Jim viene, infatti, liberato dalla schiavitù e Huck ritorna ad una vita normale con l’incubo imminente della scuola. Il libro di Twain dalla copertina blu, che si notava subito nella mia piccola libreria che avevo da bambino, all’interno della mia cameretta di frassino, che si trova ancora nella casa dei miei genitori in Via Campania dove son cresciuto, lo aprivo spesso per rileggere quella storia, fino a quando  nel 1980, quando ormai avevo 14 anni hanno fatto un cartone animato, ed allora preferivo guardare le immagini nel pomeriggio dalla scatola magica, sognando anch’io di traversare il Mississippi in una canoa con un amico  dalla pelle nera di nome Jim.

Le avventure di Huckleberry Finn è il libro di avventure che ho più amato quando ero ragazzo. Perché ogni sua pagina trasuda di America e libertà ed è impossibile non desiderare si essere sulla zattera con Huck e Jim, navigando sul placido Mississippi via dalla violenza, dai soprusi, dalle regole imposte, dalle costrizioni per inseguire il sogno di libertà e autodeterminazione.   Francesco Sciacchitano

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