Ultime della sera: “Erano i giorni del Blue Sea Land”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Ottobre 2020 18:31
Ultime della sera: “Erano i giorni del Blue Sea Land”

L'implacabile “Come eravamo”, la funzione di fb che ci riporta alla memoria i ricordi degli anni precedenti – foto, storie, racconti, citazioni letterarie, feste, amicizie e amori in molti casi già finiti - ci ricorda da qualche settimana che questi erano i giorni del Blue Sea Land, i nostri giorni felici. Perché se è vero che della felicità ti accorgi quando ne sei ormai lontano, come un sentimento di nostalgia per il tempo che fu, noi della felicità che ci dava il Blue Sea Land eravamo pienamente consapevoli.

L'errore è stato credere che quella rinascita avrebbe attraversato indenne gli anni, le difficoltà, i cambiamenti, le avversità collettive e anche la tragicità dei destini personali. Il fato non è stato mai benevolo con la nostra città. Anche adesso, come se non bastasse la pandemia, viviamo il dramma dei diciotto marittimi sequestrati in Libia, una vicenda terribile sul piano umano e dai risvolti politici e diplomatici nebulosi e inquietanti. Il sequestro dei nostri pescatori non può che richiamare il ricordo di colui che è stato l'ideatore, e l'anima, del Blue Sea Land, Giovanni Tumbiolo, il presidente del Distretto della pesca, l'ambasciatore del Mediterraneo e della Sicilia nel mondo, colui a cui venivano affidate le sorti dei nostri pescherecci  sequestrati, che riusciva sempre a riportare a casa.

Blue Sea Land era la sua creatura, era il sogno di una vita, era la grande intuizione del visionario. E noi, dietro a lui, avevamo creduto a quel sogno, ne avevamo seguito l'adorabile follia. Giovanni Tumbiolo ci aveva insegnato che niente può fermare chi crede nella forza e nella bellezza dei suoi progetti e che se hai una visione, la devi inseguire, costi quel che costi. Ci aveva insegnato che tutto può una mente lungimirante, chi ha fiuto, intelligenza, cultura, chi crede nella pace tra i popoli.

Blue Sea Land era il nostro riscatto, significava pensare che Mazara potesse davvero diventare capitale del Mediterraneo, capofila di un grande progetto che metteva insieme l'incontro tra i popoli. Un altro grande mazarese aveva lavorato a questa idea - l’ incontro tra popoli del Mediterraneo - ed era stato Rolando Certa.  Anche lui, come Tumbiolo, portato via troppo presto da un destino beffardo che ha il sapore di una maledizione per la nostra città. Cos'era dunque Blue Sea Land? Era l'Expo dei distretti agroalimentari del Mediterraneo, Africa e Medioriente, promosso dal Distretto della pesca e crescita blu, patrocinato dalla regione e dal governo e finalizzato al dialogo tra i popoli, alla crescita, al progresso e alla blue economy,  che di anno in anno è cresciuto, fino a raggiungere il culmine nel 2017, con la sua edizione più bella, più ricca e sfavillante, più intensa, l'ultima targata Tumbiolo, a cui sono seguite altre due, in tono un po' minore, prima di essere fermato, quest'anno, dalla pandemia.

Era un'esperienza culturale, enogastronomica e sensoriale che accompagnava i visitatori tra prelibatezze di ogni tipo, cucina, prodotti della terra e del mare, sapori e profumi della tradizione culinaria dei Paesi che vi partecipavano. Quattro giorni in cui la città cambiava volto e diventava sede di convegni, workshops, seminari, incontri, eventi culturali, mostre fotografiche, presentazioni di libri, laboratori per bambini. E poi le cene di gala, i laboratori di cucina, i percorsi enogastronomici guidati tra tradizione e innovazione.

Tutti potevano collaborare e partecipare a Blue Sea Land: le attività commerciali, le associazioni, le scuole, i singoli cittadini. Importanti e di grande levatura i protagonisti dei convegni: politici, diplomatici, economisti, accademici, manager, imprenditori, giornalisti. Quanto era bella Mazara in quei giorni, con le delegazioni straniere in giro per la città, con gli ambasciatori, le donne africane nei loro costumi tradizionali, le sfilate, le inaugurazioni, il centro storico vestito a festa, soprattutto la casbah col suo dedalo di vicoli dove convivono varie culture, religioni, etnie.

E infine, a chiudere tutto, la preghiera rotariana che univa  le diverse religioni (cristiana, ebraica, musulmana) sul sagrato della chiesa di San Francesco. Centinaia erano gli stand e le aziende che esponevano, con degustazioni, assaggi, vendita di prodotti e di pietanze che esaltavano in primis le nostre tradizioni ma anche quelle dei paesi ospitanti, partners degli eventi. E come non dimenticare i Guinness dei primati: dalla kubaita e dal pane cunzatu che si estendevano per chilometri dentro i vicoli della casbah alla grande cassata siciliana realizzata in piazza della Repubblica.

E Giovanni Tumbiolo che in tutte le interviste continuava a ripetere  che il dialogo e la cooperazione responsabile fossero la chiave del cambiamento per salvare i nostri mari, la nostra terra, la nostra economia. Blue Sea Land era anche le uscite serali con gli amici, era vivere la città, era il turismo destagionalizzato di cui ora si parla ma che allora si praticava, erano scarpe comode per camminare, girare, esplorare, era avventurarsi dentro stradine che talvolta nemmeno noi mazaresi conoscevamo.

Era la signora che spadellava sfince calde dalla finestra di casa sua, era la gara alla ricerca del couscous più buono, della birra artigianale migliore, di tutto quello che nella nostra città difficilmente troviamo: lo sfincione di Bagheria, lo street food  palermitano di san Lorenzo mercato o di Ninu u ballerino. E poi il vino, l'olio, le conserve, i formaggi, i dolci, in un tripudio festoso di profumi, sapori, novità.  Blue Sea Land non era solo una fiera come volevano minimizzare i suoi detrattori, perché dietro c'era un'idea, un progetto, un lavoro di preparazione che durava un anno.

Quest'anno la pandemia ha fermato tutto, ci sarà un'edizione online, ma Blue Sea Land dovrà tornare perché i mazaresi l'amano, e l'unico modo per onorare il ricordo di Giovanni Tumbiolo è tornare a far rivivere il suo sogno. Perché se è vero che siamo quel che facciamo, Giovanni Tumbiolo è, e sarà sempre, nel cuore di tutti, il Blue Sea Land.   Catia Catania

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