Ultime della sera: “Comunicare è da insetti, esprimerci ci riguarda”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Settembre 2020 18:17
Ultime della sera: “Comunicare è da insetti, esprimerci ci riguarda”

Una delle cose più importanti ed anche più difficili consiste nell’instaurare un rapporto positivo, attivo e consapevole col mondo delle immagini. L’approccio è fondamentale. Per una consapevolezza riguardo ai fenomeni dell’estetica è fondamentale che ciò avvenga nei primissimi anni dell’infanzia. Nell’età adolescenziale è già tardi, e alcuni processi risultano enormemente complessi. A tal proposito, ricordo sempre con ammirazione, un’esperienza vissuta a Berlino alcuni anni fa: sulla metro c’era una maestrina con un gruppetto di bambini tra i sei e gli otto anni e questo mi parve già strano.

Ancora più strano e stupefacente trovai il fatto di rincontrarli, qualche ora più tardi, in una delle sale del museo che stavo visitando. Alcuni seduti, altri sdraiati a terra, che ascoltavano la loro maestrina e disegnavano su dei fogli. Questa esperienza mi fece comprendere quanto fossimo lontani, in Italia, da un corretto approccio all’estetica. Troppi bambini che dicono “io non so disegnare”, troppi adulti che dicono “io parlo da ignorante perché di arte non ne capisco niente”. In un paese come l’Italia, tutto questo sembra assurdo.

Come è potuto accadere? Cosa fare per provare a cambiare tendenza? – Professore, quest’anno useremo il compasso? – No, noi non useremo alcun strumento ti disegno tecnico, per due ragioni. La prima è perché abbiamo bisogno di molto esercizio per imparare a controllare la nostra mano. Una mano allenata e “intelligente” è necessaria affinché possiamo esprimerci in maniera libera ma non casuale. La seconda ragione è perché il nostro scopo non è quello di tracciare delle fredde linee perfette ma quello di esprimerci, di raccontare di noi stessi! Una linea tracciata a mano libera da qualcuno, sarà diversa da quella tracciata da qualcun’altro, e in questa differenza noi troviamo il messaggio visivo, l’espressione di sé.

Uno strumento tecnico è molto utile per comunicare, ma annulla la personalità espressiva del nostro segno, invece, noi abbiamo bisogno di esprimerci, di raccontare di noi attraverso il disegno. “Comunicare è da insetti, esprimerci ci riguarda”. – Cos’è il messaggio visivo e l’espressione di sé? – Per prima cosa, dobbiamo iniziare a prendere coscienza di tutti i messaggi visivi che inconsapevolmente utilizziamo tutti i giorni. Voi tutti, al mattino, prima di uscire di casa, fate qualcosa di straordinario di cui non vi rendete conto.

Prima di uscire, passate qualche minuto davanti allo specchio. Certo, forse le femminucce si dedicano qualche minuto in più… Sorrisi. – Tu, ci dici cos’hai fatto? – Siccome ieri sono andato a tagliarmi i capelli, stamattina ho dovuto sistemarli. – E come hai fatto? – Ho preso del gel e con le mani ho cercato di modellare il ciuffo. – E mentre modellavi il tuo ciuffo, non guardavi il riflesso della tua immagine allo specchio? – Certo! – Ecco! Questo è un messaggio visivo! Non avete usato un foglio da disegno ma avete usato lo specchio.

Non avete usato una matita ma avete usato le vostre mani per modellare. In ogni caso, avete creato un’immagine. Avete osservato il vostro riflesso allo specchio proprio come si osserva un disegno che state realizzando su un foglio di carta, e avete disegnato! Silenzio. – Tu, perché hai utilizzato l’elastico per i capelli di colore rosa e non verde? Arrossisce stringendo le spalle. – Così… – Forse perché non trovavi quello verde e avevi a portata di mano solo quello rosa, vero? Ridendo.

– Si! – Vedete? A volte si danno dei messaggi visivi che sono dettati dal caso, eppure, anche lasciare fare al caso, essendo una scelta o un modo di essere, costituisce di per sé un chiaro messaggio. Dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che noi ci esprimiamo e lo facciamo con ogni gesto, con ogni particolare che chiunque può leggere, proprio come in un dipinto. Silenzio. – Gli orecchini però li hai scelti tu! – Certo! – Infatti, tu avrai impiegato una decina di minuti davanti allo specchio, perché sei una ragazza semplice, pratica, ma che non rinuncia ai dettagli… e comunque adesso ti rendi conto di aver deciso quale immagine volevi dare di te oggi.

– Non ci avevo mai pensato! – Tu, ci fai vedere la tua maglietta? Si alza. – L’hai scelta tu? L’hai comprata tu? – No, mia madre! – E non scegli mai quale maglietta comprare? – Si, a volte scelgo delle cose che mi piacciono. – Grazie! Dunque, voi credete di avere un’idea di bellezza? Silenzio. – Forse non avete un’idea di bellezza, ma, sicuramente sapete benissimo ciò che vi piace e ciò che non vi piace. Brusio. – Per esempio, qualcuno sa dirmi qualcosa che gli piace? – A me piacciono le automobili! – Bene, e ti piacciono tutte o trovi che alcune siano più belle e altre proprio orrende? – Beh, a dire il vero, io non mi concentro molto sulla bellezza esteriore, mi interessano di più le caratteristiche tecniche perché mi piacciono le auto sportive, quelle dalle grandi prestazioni.

– Bene, ma le forme, il colore, non hanno su di te alcuna influenza? – In effetti, a pensarci bene preferisco le forme curve, perché non mi piacciono assolutamente le forme squadrate. – Dunque, il vostro compagno ha espresso una sua idea di estetica: “curvo è bello, spigoloso è brutto”. Lui preferisce le linee sinuose e trova poco attraenti le forme squadrate. Ma dato che egli ci ha rivelato la sua passione per le auto sportive, possiamo supporre che la sua idea di estetica è funzionale, ovvero, utile allo scopo.

In questo caso, la funzione aerodinamica determina una forma che è funzionale. – Anche il colore è importante! – Certamente! Il colore esprime la natura di una cosa, ci racconta delle caratteristiche di quell’oggetto. Per un’auto sportiva, ad esempio, non si userà una tinta pastello, ma un colore deciso e aggressivo per rivelarne il carattere grintoso e contribuire alla produzione dell’adrenalina. – Ma allora la bellezza è ciò che è utile? – Questa sembra essere l’idea del vostro compagno.

Apparentemente non dovrebbe essere così. Molto spesso infatti, l’idea di bellezza è associata alle cose superflue, che non sono necessarie per vivere. L’argomento è molto più complesso, e scopriremo che forse, le cose cosiddette “superflue”, sono in realtà molto più utili di quanto non immaginiamo. Affronteremo questo argomento nella prossima lezione quando parleremo dell’origine dell’espressione umana. “Tutto ciò che esiste è stato un tempo immaginato”   Paolo Asaro

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza