Ultime della sera: “Cara Maria… caro Pier Paolo”

Redazione Prima Pagina Mazara
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21 Settembre 2020 19:58
Ultime della sera: “Cara Maria… caro Pier Paolo”

Nel 1966, nell'ozio forzato di una lunga convalescenza, Pasolini medita sulla tragedia 'Medea' di Euripide, è affascinato da questa figura femminile forte e autentica, simbolo di quel mondo contadino arcaico e sacrale da contrapporre a quello industriale moderno e razionale. Diversi mesi dopo, con l'amico Giuseppe Zigaina, affermato pittore, va a visitare la laguna di Grado e ne rimane entusiasta, decide senza perdere tempo di girarvi il suo prossimo film. Il produttore Franco Rossellini, dopo il successo di 'Teorema', gli propone Maria Callas per il ruolo di protagonista.

Il soprano sta vivendo un periodo di leggero declino ma si tratta di un nome ormai leggendario. Pasolini è recalcitrante, non ama il melodramma e prova un'istintiva antipatia per una cantante nota per i suoi capricci e per il tenore di vita sfarzoso, un idolo del disprezzato fatuo mondo borghese. Preconcetti ampiamente ricambiati, la Callas, parlando con una sua amica, definisce 'Teorema' un film <<disgustoso>> e afferma che malvolentieri lavorerebbe per un regista <<comunista>> dalla fama <<scabrosa>> ( eufemistica allusione alla notoria omosessualità dello scrittore ).

Malgrado ciò, Pasolini parte per Parigi con Rossellini e il costumista Tosi, trascorrendo il tempo del volo assorto e imbronciato. Una volta giunti in rue Georges Mandel, i tre vengono ricevuti dalla celebre padrona di casa, elegantemente avvolta da un poncho, suadente e recettiva. Come per magia, tra lo scrittore e la cantante si instaura un inatteso clima di benevolenza e comprensione; forse due anime inquiete e bisognose d'amore che si scoprono affini. Maria esce malconcia da nove anni di convivenza con Onassis, uomo rozzo e brutale, che l'ha spesso maltrattata e umiliata.

Pasolini sta con Ninetto Davoli al quale ha dato tanto e da cui è corrisposto con gratitudine ma il giovane vuole prendere in mano la sua vita, sente l'esigenza di farsi una famiglia. In questo contesto la simpatia fra Maria e Pier Paolo si trasformerà in un affetto intimo e profondo, difficile da rinchiudere in una definizione univoca, sicuramente con molte caratteristiche dell'amore di coppia. Numerosi sono le lettere che lo testimoniano: <<Cara Maria, stasera, appena finito di lavorare, su quel sentiero di polvere rosa, ho sentito con le mie antenne in te la stessa angoscia che ieri hai sentito in me...

>>. Anche se il loro rapporto rimane sempre platonico, non manca la confidenza dei corpi, mani che si stringono, sguardi amorevoli, abbracci appassionati e baci furtivi, come molti fidanzati di un tempo. La forza seduttiva della parola è notevole, solo un animo prosaico non può comprenderne il ruolo nel conquistare il cuore di una donna. Un letterato sensibile e raffinato come Pasolini non era certo impreparato ad affabulare una donna ingenua e sentimentale: <<Maria, sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per poi essere ricostruita di un materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia>>.

La Callas sperava tanto in una proposta di matrimonio, incoraggiata perfino da Susanna la madre di Pasolini, tanto da domandarne alla Maraini, a Zigaina, a Tosi conferma. Sa dell'omosessualità di Pasolini ma candidamente spera di "guarirlo" col suo amore e la sua devozione. I due continuano a frequentarsi, si scrivono e viaggiano insieme. Nel 1969, vanno in Mali con Moravia e la Maraini, un viaggio estremo e scomodissimo a cui Maria si sottopone di buon grado come farebbe ogni donna innamorata.

Nel 1970, un soggiorno in un'isola greca caratterizzato da momenti spensierati e gioiosi , in cui Pasolini le dedica versi e le ritrae il volto. Lei è felice, finalmente ha trovato l'uomo dolce e comprensivo di cui ha tanto bisogno, ed è ancor più speranzosa nelle nozze perché Ninetto per sposare la sua ragazza ha lasciato Pier Paolo. Lui è disperato e lei gli scrive, quasi ad ammonirlo: <<tu sai bene, in fondo, che sarebbe andata così>>. Messo alle strette, Pasolini diventa sarcastico, quasi cattivo; Maria gli ricorda il dono dell'anello, il bacio...

lui le risponderà che è stato <<uno scherzo fatto dal vento>>. Inevitabilmente, il loro rapporto si raffredderà, Pasolini non poteva e non voleva essere ciò che non era. Così lui rimane a Roma e lei, mestamente, tornerà a Parigi, il <<sogno fatto da lei sola>> era destinato a finire. Tuttavia, la <<Maria fanciullina>>, la cui sprovvedutezza strappava molti sorrisetti di sufficienza alla più giovane Dacia Maraini, scriverà: <<Carissimo Pier Paolo, la pace che tu pensi che ho ce l'ho davvero, me la impongo...

L'orgoglio mi salva da tante cose>>, dimostrando  fermezza e dignità ammirevoli nel gestire la sua delusione d'amore.   Francesca Russo

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