Ulteriori riflessioni sulle eventuali conseguenze economiche del covid-19

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
27 Marzo 2020 19:28
Ulteriori riflessioni sulle eventuali conseguenze economiche del covid-19

Le conseguenze economiche del Covid-19  dipenderanno essenzialmente dalla effettiva durata del virus. Molte ricerche in materia diffuse in questi giorni ipotizzano tendenzialmente  due scenari. In  specie, il fenomeno verrà arginato in alcuni mesi con conseguenze limitate per l’economia reale ovvero il fenomeno durerà fino alla fine dell’anno con conseguenti e più dannosi effetti. Ad esempio, una recente  ricerca emanata da CERVED (L’impatto del COVID-19 sui settori e sul territorio – Marzo 2020) si sviluppa su una assunzione base ed una assunzione pessimistica.

La prima, quella base, prevede: (i) la durata del fenomeno fino a maggio 2020, (ii) due successivi mesi per il ripristino della normalità, (iii) impatti  importanti sull’economia mondiale, (iv) nessuna crisi finanziaria originata dal virus e (v) auspica interventi di spesa pubblica a sostegno dell’economia reale e delle famiglie. La seconda, quella pessimistica, prevede: (i) la durata del fenomeno fino a dicembre 2020, (ii) sei mesi per il ritorno alla normalità, (iii) completo isolamento e chiusura dei paesi UE, (iv) nessuna crisi finanziaria originata dal virus e (v) auspica interventi di spesa pubblica a sostegno dell’economia reale e delle famiglie.

Su queste basi una prima conclusione può essere quella che le conseguenze economiche del virus avranno un impatto diretto sull’economia e reale e quindi delle famiglie e non avrà effetti tipici delle crisi finanziarie. Pertanto, le misure a rimedio di questa crisi sono essenzialmente politiche tanto a livello nazionale quanto a livello europeo. Ciò posto, va ulteriormente notato che la crisi inevitabilmente avrà effetti negativi importanti su alcuni settori dell’economia (ad esempio, la ristorazione ed i servizi alla persona), mentre, su altri potrebbe avere effetti positivi (ad esempio, il commercio on-line).

Più in dettaglio la ricerca appena sopra citata stima l’impatto sui ricavi delle imprese italiane nei termini che seguono: (i) assunzione base, perdita stimata pari a 220 miliardi nel 2020 e (ii) assunzione pessimistica, perdita pari a 470 miliardi nel 2020. In sintesi,  i settori a peggiore performance saranno ragionevolmente: alberghiero, trasporti e attività turistiche, servizi alla persona. Di converso, i settori a migliore performance commercio on-line, distribuzione alimentare, farmacie e indotto medico-farmaceutico.

Dal punto di vista della localizzazione regionale (sia nella assunzione base che in quella pessimistica) le perdite maggiori sono stimate in Lombardia. In aggiunta, i dati che riguardano la Sicilia prevedono una variazione negativa del fatturato delle imprese comprese tra un 7,8% e 18,3%. Sulla base di quanto fin qui esposto ed in conseguenza della natura non finanziaria della crisi, la soluzione deve essenzialmente “coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico” (M. Draghi – Financial Time 26 Marzo 2020 – We face a war and must mobilise accordingly). Da un punto di vista della contabilità di stato questa soluzione passa per attraverso l’aumento del deficit di bilancio.

Ciò in quanto il pareggio di bilancio non serve a nulla se l’economia (domestica, europea e mondiale) è a rischio. Questo tipo di soluzione in Germania sta provocando una “silenziosa rivoluzione, foriera di conseguenze potenzialmente strutturali sugli equilibri geo-economici dell’Unione Europea. Ammesso che quest’ultima sopravviva alla tempesta in atto” (F. Maronta – La Germania rinuncia al dogma del pareggio di bilancio per affrontare la crisi economica generata dal coronavirus – Limes Marzo 2020).

Il pareggio di bilancio è una regola contabile adottata dalla Germania a seguito della crisi finanziaria del 2008 ed imposta al resto d’Europa mediante il c.d. fiscal compact al fine di evitare e/o limitare interventi anticiclici da parte dello stato. L’Italia ha recepito questo principio in costituzione. Tuttavia, al fine di contrastare una possibile depressione con caratteristiche simili a quella del 1930, la Germania ha emanato un provvedimento di sostegno alla propria economia pari a Euro 550 miliardi.

Da un punto di vista tecnico la provvista sarà fornita dalla Kreditanstalt fue Wiederaufbau (KfW), la banca di credito per la ricostruzione nata nel 1948 per gestire i fondi del Piano Marshall. Un istituto di pubblico il cui capitale è detenuto per l’80% dal governo federale e per il restante 20% dai Lander. Questa istituto, su richiesta della Germania, è stato esentato dai requisiti di capitale previsti dall’Unione Europea in materia bancaria assieme ad altre 13 banche di sviluppo regionale.

In questa maniera,. la Germania sembrerebbe aver potuto aggirare il divieto di aiuti di stato inabissando un debito complessivo pari a circa mille miliardi a livello di bilancio federale, di cui circa 600 in capo ai Lander  (in questo senso, F. Maronta, art. cit.). Gli altri paesi, Italia compresa, dovranno fare debito mediante gli strumenti tradizionali e dovranno confrontarsi con l’Unione Europea. A questo proposito, va rilevata la sospensione delle regole di bilancio europee, in particolare il famoso rapporto deficit/pil al 3%.

Il Governo italiano ad oggi ha annunciato misure minime legate essenzialmente alla posticipazione di pagamenti dovuti. Si vedrà in seguito quanto effettivamente riuscirà a fare in termini strutturali a sostegno dell’economia reale e delle famiglie e soprattutto con quali importi. A livello Europeo sembra delinearsi il tradizionale schema secondo cui i cd rigoristi (ad esempio, Germania ed Olanda) si dichiarano contro provvedimenti di supporto senza prevedere delle condizioni (penalizzanti) per i paesi con elevato debito pubblico come l’Italia.

In altri termini, i governi che propendono per la cd. Austerity sono impegnati ad assicurare che sia rispettata una forma appropriata di condizionalità per ogni eventuale strumento utilizzato così come previsto dal Meccanismo Europeo Stabilità (Mes). Pertanto, non è ancora chiaro come ed in che termini l’Europa interverrà. Un possibile strumento potrebbe essere l’emissione di eurobond mirati a contrastare le conseguenze economiche del Covid-19 e dunque a sostegno dell’economia reale e delle famiglie.

ed, idealmente, senza condizioni. Ciò posto e per concludere, l’unico elemento al momento evidente risulta essere che la Germania ha probabilmente risolto i propri problemi interni così come sopra descritto ed invoca regole dure per gli Stati deboli. Su queste basi anche la riunione di giovedì 26 marzo u.s. dei capi di stato e di governo dell’Unione europea non ha determinato nessun risultato se non un rinvio di 14 giorni per trovare una eventuale intesa.   Girolamo Stabile

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