“SiAmo Mazara contro SiAmo Mazara”. Questione anche alla Regione. Finirà in tribunale?

Redazione Prima Pagina Mazara
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15 Febbraio 2021 16:33
“SiAmo Mazara contro SiAmo Mazara”. Questione anche alla Regione. Finirà in tribunale?

Nelle scorse ore abbiamo ricevuto e pubblicato una nota da parte dei rappresentanti della maggioranza consiliare che sostiene l’amministrazione Quinci; si tratta di una nota di replica ad una precedente nota, diramata nella giornata di domenica scorsa, dal movimento civico “SiAmo Mazara” in merito al al Piano Urbanistico Generale (PUG) approvato dalla giunta comunale nei giorni scorsi. Come abbiamo sottolineato, risulta curioso che fra i firmatari della nota di replica a “SiAmo Mazara” oltre a Cesare Gilante (gruppo consiliare “Partecipazione Politica”), Isidonia Giacalone (Gruppo consiliare “Osservatorio Politico”) e Valentina Grillo (“X Mazara”) vi sia anche Giuseppe Palermo nella qualità –così è scritto nella nota- di “rappresentante di SiAmo Mazara”.

Sappiamo che i consiglieri Giuseppe Palermo e Matteo Bommarito, a seguito della vicenda relativa alla rimodulazione (con allargamento, seppur non ufficiale, a Forza Italia) della Giunta voluta dal primo cittadino mazarese, il direttivo di “SiAmo Mazara”, rappresentato dall’ing. Calcedonio Iemmola, aveva deciso l’espulsione dei due consiglieri comunali diffidando gli stessi a  non utilizzare il simbolo di “SiAmo Mazara” (cosa che è invece avvenuta in quanto nella nota inviata dalla maggioranza in allegato, oltre ai simboli di Partecipazione Politica, Osservatorio Politico e X Mazara, era presente quello di “Siamo Mazara”) la cui proprietà legale apparterrebbe all’ing.

Iemmola. Per nostra scelta pertanto non abbiamo voluto pubblicare nessuno dei quattro simboli. Ma vorremo ancor più capire come è possibile che in Consiglio comunale siano presenti al momento due consiglieri di opposizione di “SiAmo Mazara”, Gioacchino Emmola e Stefania Marascia che hanno seguito la linea del direttivo, e i due “scissionisti” o, a secondo da come si guardi la vicenda, “collaborazionisti”, cioè Palermo e Bommarito. Siamo venuti a conoscenza che il presidente del Consiglio comunale, Vito Gancitano, nei giorni scorsi ha convocato una conferenza dei capigruppi consiliari nella quale presenti da una parte Palermo e dall’altra la Marascia.

Intanto chiariamo il fatto –così come ci è stato spiegato dallo stesso Gancitano, da noi contattato in merito alla “anomala” questione- che i consiglieri di un gruppo nonostante non più formato da 3 componenti mantengono l’appartenenza ad esso in quanto eletti nella stessa lista elettorale dello stesso gruppo”. Gancitano ha dichiarato: “comprendo che la questione venutasi a creare è assai singolare e da questo punto di vista Mazara del Vallo potrebbe fare, ancora una volta, ‘giurisprudenza’.

Pertanto ho richiesto un parere sia al Segretario generale del Comune che all’Assessorato regionale alle Autonomie locali”. In merito alla questione dell’utilizzazione del simbolo di “SiAmo Mazara”, Gancitano ha invece sottolineato: “su tale questione non entro nel merito, saranno eventuali altri organi a risolvere la controversia”. La vicenda mi ha riportato alla mente (utilizzando magari troppa fantasia) ad una pellicola pluripremiata (uscita per la prima volta nel dicembre 1979 nei cinema statunitensi) e che vidi in età adolescenziale, e poi rivista successivamente: “Kramer contro Kramer”, un film (tratto da un romanzo dello scrittore Avery Corman) drammatico familiare e legale diretto da Robert Benton e in cui Dustin Hoffman e Meryl Streep sono il signor e la signora Kramer (in foto copertina una delle scene del film) durante la separazione e la causa per l’affido del figlio Billy; il film affrontava con realismo temi molto complessi (il divorzio, i ruoli genitoriali e il rapporto che i rispettivi genitori avevano con il lavoro e la famiglia), ancora oggi dio stretta attualità.

Kramer contro Kramer” parlava di una causa legale che si inasprisce sempre più, con tentativi da entrambe le parti di screditare la moglie o il marito, il cui rapporto si deteriora ulteriormente. Il processo si conclude con una sentenza di affido a favore di Joanna, che però alla fine comunica a Ted di aver capito che in realtà è meglio che Billy stia con lui. Francesco Mezzapelle  

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