Salvo Piparo, il suo “Cunto” e le Gesta dell’Orlando Furioso” fanno impazzire Segesta

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
18 Agosto 2016 10:58
Salvo Piparo, il suo “Cunto” e le Gesta dell’Orlando Furioso” fanno impazzire Segesta

Ancora un successo per il Calatafimi Segesta Festival Dionisiache 2016.

Lo spettacolo di Salvo Piparo “Gesta dell’Orlando Furioso narrate da Brunello” Regia di Luigi Maria Burruano, andato in scena ieri sera al Teatro Antico di Segesta ha fatto impazzire il numeroso pubblico che assiepava la cavea.

Risate, risate, dall’inizio alla fine della Rappresentazione.

Assieme al bravissimo Salvo Piparo, mai sopra le righe nella narrazione del suo “cuntu” (racconto), anche la soprano Costanza Licata, nel ruolo di Angelica e Irene Maria Salerno al pianoforte.

Sul palcoscenico di tanto in tanto sembrava aleggiasse, benché non presente, anche Luigi Maria Burruano, che ha firmato la Regia di questo spettacolo, scritto a quattro mani con Salvo Piparo.

Le Gesta dei Paladini di Francia narrate da Brunello (alias Salvo Piparo), hanno mescolato insieme i ricordi dei due autori, ricordi anche intimi e poi l’attualità.

Ricordi conditi dall’entusiasmo e dalla verve di Piparo che ha, per tutto lo spettacolo coinvolto piacevolmente anche il pubblico presente.

Uno spettacolo nello spettacolo con gli spettatori che ad un certo punto sono diventati loro stessi attori.

“Una storia attualissima” – l’aveva definita Piparo, così è stato.

L’assedio di Parigi allora come oggi da parte dei saraceni, che pensavano di conquistare il paradiso e poi il racconto sempre attuale di corna e amore. Uno spettacolo con un inizio farsesco così com’è in tutte le storie.

Una lezione “sull’arte del puparo e dei pupi”, una lezione sulla nascita del “cunto”, ormai retaggio di un tempo perduto, ma che con Salvo Piparo e Luigi Maria Burruano, hanno ripreso vita e vigore, ridiventando protagonisti.

E così piccoli e grandi, siciliani e non, ieri sera si sono ritrovati immersi in una realtà - in un tempo, dove bastava un “pupo” dove bastava sentire un “cuntu” e si trascorreva serenamente una serata.

Il “cuntu perduto”, quella “tradizione orale” che fa parte della nostra memoria “e che ormai - così come ammette lo stesso Salvo Piparo - tutti abbiamo dimenticato”.

Il gradimento del pubblico (tantissimo ieri sera a caratterizzare la bontà di questo Cartellone 2016), è stato confermato alla fine della Rappresentazione, quando mano mano avviandosi verso i pullman, tutti ripetevano, molti in uno stentato siciliano, le battute dello spettacolo: ora l’Orlando Furioso, ora la bella Angelica, ora Rinaldo. Ora i Paladini di Francia. Quasi a dare vita ancora una volta a “U Cuntu perduto”!

Comunicato Stampa

18/08/2016

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