Salvino Catania “permanente”… E da custodire gelosamente

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
21 Luglio 2015 10:57
Salvino Catania “permanente”… E da custodire gelosamente

Come annunciato dall’Amministrazione comunale, nei prossimi giorni, presso la Galleria Vassallo (ex Corridoni) dovrebbe essere allestita una mostra con la presentazione di un catalogo dedicato alle opere del compianto artista Salvino Catania. Lo stesso sindaco Nicola Cristaldi in persona ha invitato e selezionato tele di Catania appartenenti a privati cittadini: la pubblicazione nel catalogo è gratuita a patto che gli stessi cittadini acquistino alcune copie dello stesso catalogo. Quella dell’Amministrazione Cristaldi è l’ultima, in ordine temporale, delle iniziative dedicate a Salvino Catania.

A tal proposito nei giorni scorsi Giacomo Cuttone, prof. e maestro d’arte, nonché amico dello stesso Salvino Catania, in un suo blog ha pubblicato un articolo intitolato . Ecco il testo:

“Da quando è morto l’artista Salvino Catania (7 dicembre del 2013), per mantenerne vivo il ricordo, sono state organizzate diverse mostre (“Omaggio a Salvino Catania”, Lucasdesign/2013; 2014: “Omaggio a Salvino Catania, nell’ambito del Memorial Rolando Certa-Festa del Volontariato, Piazza Mokarta/2014; “Ritratti di Sal/Vino” e “Salvino Catania, 12 tele per 12 amici”, Mahara Hotel/2014). Sono stati pubblicati altresì diversi articoli, una cartella contenente 12 riproduzioni di tele dell'artista a cura della Fildis e un libro di poesie (Giacomo Giannone, “Il sonno dell’insonnia”, Leonida Edizioni- Reggio Calabria), interamente dedicato all’artista mazarese.

Inoltre, al fine di ricostruirne la vita e l’opera di “Salvino Catania-Artista”, è stata creata una pagina Facebook (qui sono state raccolte molte foto sue e delle sue opere; e si è tentato anche di ricostruire una sua biografia, ancora, tuttavia, incompleta). Non gli manca neanche una pagina su l'Enciclopedia libera “Wikipedia”. L’Amministrazione comunale della Città, infine, sta lavorando per realizzare un catalogo (si parla che conterrà 400 sue opere) e una mostra (in collaborazione con la Società “Aurea”) che dovrebbe snodarsi tra la Galleria “Santo Vassallo”, l'Aula consiliare, la Galleria Sicilia di Palazzo dei Carmelitani, in ristoranti e in luoghi pubblici.

Molto, secondo il mio parere, rimane da fare.Bisogna superare la fase del “ricordo” per intraprendere quella più scientifica dello studio e pensare ad una struttura museale “viva”, in grado cioè di accogliere tutto il suo lascito.E’ necessario, infatti, svolgere un lungo e minuzioso lavoro di ricerca per ricostruire la biografia di Salvino. E ciò per restituire per intero la sua vita e la sua dimensione creativa (l’infanzia, la malattia, il rapporto con la madre e con il resto della famiglia, gli anni del Liceo e quelli vissuti a Firenze e Roma – e, qui, i contatti avuti con Pietro Consagra e con gli artisti del gruppo di Forma 1 –, le prime mostre…), perché bisogna scongiurarne una versione romanzata e distorta (paragonandolo, per esempio, al pittore naïf Ligabue).

Contrastare coloro che tentano di far passare un certo tipo di stereotipo dell’artista – l’idea cioè del “genio condizionato dalla pazzia” (Van Gogh docet!), piuttosto che includere la sua malattia o certe sue stravaganze nella comune condizione umana – è un dover e un obbligo di fedeltà all’opera e all’agire dell’artista mazarese. Salvino, come Van Gogh e tanti altri cosiddetti “artisti maledetti” (Modigliani, Soutine, Utrillo, Derain, Valadon), quando stava male o era stato imbottito di psicofarmaci, non dipingeva, né tantomeno andava in giro con la tela sottobraccio.Bisogna fare una ricerca seria delle influenze subite da Salvino dalle opere degli artisti delle Avanguardie storiche del Novecento e contemporanee.Per fare tutto ciò, bisogna creare un’istituzione a carattere scientifico (Archivio) in grado di raccogliere testimonianze e documenti su Salvino per renderli, successivamente, accessibili a coloro che saranno interessati a rivisitarne la vita e l’opera, curarne le mostre e le pubblicazioni.E’ necessario, infine, acquisire e restaurare la casa di via Roma 36 – lasciando i segni e le tracce di colore dell’artista sui muri (come testimoniano le foto scattate da Damiano Meo) – per farne una Casa-Museo e un centro di documentazione accessibile al pubblico.A tal proposito -ha concluso Cuttone- mi/vi pongo alcuni interrogativi:Che fine hanno fatto le opere realizzate nel periodo della formazione Palermo-Firenze-Roma? E la moltitudine di schizzi e disegni che occupavano tutto il salone della casa di via Roma 36? Sono ancora lì, insieme ai suoi libri, cataloghi e mobili? Cos’è rimasto di tutto ciò dopo l’incendio che gli ha procurato la morte?”

Personalmente, anche per via della mia professione, ho molti ricordi legati a Salvino Catania; una volta nel corso di un'intervista, ad una mia domada circa la possibilità che il Comune potesse organizzargli una mostra mi rispose che ciò sarebbe avvenuto solo dopo la sua morte. Un altro ricordo riguarda una tela (vedi foto) che lo stesso mi ha donato in una fredda mattina di febbraio del 2013, strana coincidenza è che quel giorno (non credo lui lo sapesse) compivo 39 anni.

Ero in piazza della Repubblica quando ad un certo punto mi sentii chiamare come solo lui faceva: “Mezzapè!!!”. Mi avvicinai e gli chiesi cosa avesse da gridare così forte, e lui mi disse, mostrandomi, una tela: “ti piaci?”. Notai che in quella tela vi fosse qualcosa di strano. Mi piaceva tantissimo per l’essenzialità delle linee. Così Salvino mi disse: “stanotte ho sognato la morte, poi mi sono alzato ed ho dipinto così la mia morte.

Teccà te lo regalo”.

E’ stato il più bel regalo di compleanno; lo conservo gelosamente... Grazie Salvino.

Francesco Mezzapelle

21-07-2015 12,45

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