Ricordando Libero Grassi. Anche il parcheggio abusivo è pizzo

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Agosto 2017 12:42
Ricordando Libero Grassi. Anche il parcheggio abusivo è pizzo

26 anni fa, a Palermo, in via Vittorio Alfieri, mentre si stava recando a lavoro, veniva assassinato per mano della mafia Libero Grassi, imprenditore dedito all’attività tessile, per non essersi piegato ai reati di estorsione. Reati che tutt’oggi vigono in Italia, in particolare nel meridione, e che in tanti si stanno impegnando a combattere per dire seriamente no alla mafia.

Altrettanti però, purtroppo, preferiscono voltare le spalle e piegarsi nei confronti di uomini che sembrano grandi per le “coperture” alle loro spalle, ma allo stesso tempo piccoli, per il fatto di credere ancora, nel 2017, che la strada per vivere sia quella di intimorire le persone e quindi sopraffarle.

Il reato di estorsione è un fenomeno diffuso e, purtroppo, in misura piuttosto larga anche nella nostra provincia, dove ad oggi restano alti i rischi sull’avvio di un’attività imprenditoriale così come di un esercizio commerciale.

Ma l’estorsione è un reato che ci rimanda anche ai piccoli gesti criminali che nelle nostre città si vivono quasi tutte le sere ed in particolare nelle sere estive su tutti, l’attività dei parcheggiatori abusivi ai quali a Mazara del Vallo, per citare un caso, non basta più appropriarsi di Piazzale Quinci, area che coincide con l’attracco portuale e che per altro si trova di fronte al “Palazzo dei Cavalieri di Malta”, l’edificio che ospita gli uffici del Comune, ma come molti fra cittadini e turisti non hanno potuto fare a meno di non osservare, si sono estesi fin su quasi tutto il lungomare a chiedere un “contributo in denaro” agli sfortunati parcheggiatori. Che i nostri amici lettori possano pensarla come vogliono ma anche la richiesta dei soldi per il parcheggio è richiesta di pizzo! (vedi foto scattata di recente nel piazzale Quinci)  

E proprio ieri, giornata in cui si ricorda la straordinaria figura di Libero Grassi che pagò con la vita la scelta di reagire, vogliamo sottolineare quanto da molti mesi accade ormai dalle parti del lungomare Mazzini, così come vogliamo sottolineare l’inefficienza di chi questi reati dovrebbe combatterli, che partecipa alle manifestazioni organizzate dalle istituzioni dedicate alla lotta alla mafia per ricordare chi ha perso la vita per avere giustizia e che invece, come chi scrive può testimoniare è già successo, quando riceve di persona la denuncia di un qualsiasi automobilista che non si spiega il perché di vedersi estorcere denaro, rispondono con l’invito a fotografare o filmare il momento della richiesta dei malviventi, ribadendo l’essere impossibilitati ad agire.

A questo punto ci chiediamo: che senso ha partecipare alle manifestazioni per la lotta alla mafia oppure organizzarle direttamente, se poi alla fine non s’interviene in caso di denuncia? Che senso ha avere le telecamere del Comune puntate proprio su piazzale Giovan Battista Quinci, se costoro che mandano avanti questa attività illecita devono agire sempre indisturbati?

Qualche anno fa, chi vi scrive, attraverso un altro media locale, aveva ipotizzato la possibilità di creare un vero e proprio parcheggio comunale nello stesso piazzale Quinci e, perché no, assumere coloro i quali hanno bisogno di lavorare come parcheggiatori, ma questa volta con regolare contratto di lavoro. Un’idea che potrebbe apparire poco percorribile, ma che forse potrebbe essere una soluzione per dare alla città un’impronta di civiltà e di quieto vivere.

Certo i casi sono ben diversi, ma chissà cosa avrebbe pensato il povero Libero Grassi se, nonostante lui e altri uomini come lui stessero facendo di tutto per fermare il fenomeno mafioso e con esso il pizzo, nel fare una semplice passeggiata sul lungomare di Mazara del Vallo, fossero circondati da persone alle quali basta pensare che il fatto di essere su quel lungomare rappresenti già una forma di libertà ma che in realtà, dopo aver pagato la custodia della propria auto che in realtà custodia non è e con coloro i quali questo dovrebbero impedirlo a girarsi dall’altra parte anche nel bel mezzo delle manifestazioni pubbliche, liberi non lo sono affatto.

Tommaso Ardagna

30-08-2017 14,30

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