Partanna, 37° anniversario della strage di via Pipitone Federico

Redazione Prima Pagina Mazara
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29 Luglio 2020 19:00

“Rocco Chinnici non è stato vittima soltanto della mafia militare, è stato la vittima di un sistema di potere composto da pezzi importanti della classe dirigente che hanno visto nel suo lavoro un’attività pericolosa e destabilizzante”: a trentasette anni dall’uccisione del capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, queste le importanti affermazioni del Procuratore Generale di Palermo, Roberto Scarpinato, contenute in un documento audiovisivo realizzato dalla Fondazione Rocco Chinnici.

Gli fa eco il Presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca: “Sul versante giudiziario, l’azione di contrasto giudiziario a cosa nostra in quel periodo era praticamente inesistente. Rocco Chinnici è la vera rivoluzione dell’Ufficio Istruzione”. Nell’audiovisivo, intitolato “Ritratto di un Uomo” (

style="color: #3366ff"> e pubblicato sul canale YouTube della Fondazione Rocco Chinnici, anche le parole del magistrato Antonio Balsamo, del Generale dei Carabinieri Giovanni Cataldo, del sociologo Antonio La Spina e del giornalista Rino Cascio. Interessanti e inedite testimonianze sul lavoro del Giudice affidate allo strumento digitale in ossequio alle norme per il contenimento della diffusione del coronavirus, che hanno imposto la limitazione delle manifestazioni “in presenza”.

Le altre iniziative Oggi, nel 37° anniversario della strage della strage di via Pipitone Federico che il 29 luglio 1983 scosse profondamente Palermo e l’Italia intera, il Giudice Rocco Chinnici, capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, è stato ricordato con la deposizione di corone di fiori nel luogo della strage e con una Santa Messa nella vicina chiesa di San Michele Arcangelo. Cerimonie commemorative anche a Misilmeri (PA), in piazza Rocco Chinnici, e a  Partanna (TP), in piazza Umberto I.

Ricordati anche il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, Carabinieri della scorta, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Sig. Stefano Li Sacchi, rimasti uccisi con il Giudice Chinnici nell’attentato. * * * * * Rocco Chinnici nasce a Misilmeri (PA) il 19 gennaio del 1925. Entra in magistratura nel 1952. Dopo un lungo periodo di permanenza a Partanna come pretore, nell’aprile del 1966 si trasferisce a Palermo, giudice dell’ottava sezione dell’Ufficio Istruzione del Tribunale.

Dai primi anni Settanta inizia ad occuparsi di delicati processi di mafia. Nel 1975 diviene Consigliere Istruttore Aggiunto. Quattro anni dopo, nel 1979, è nominato Consigliere Istruttore, proprio negli anni in cui la mafia sferrava un terribile attacco allo Stato. Chinnici ha allora una intuizione che fa di lui un magistrato particolarmente moderno: progetta e crea, nel suo ufficio, un gruppo di lavoro, una scelta per allora rivoluzionaria e non ancora supportata da un apposito sostegno legislativo, dando forma a quello che sarà poi definito “pool antimafia”.

Accanto a sé, Chinnici chiama due giovani magistrati: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed è proprio con loro che mette in cantiere i primi atti d’indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi di mafia degli anni Ottanta. L’attività del Giudice Chinnici non si esaurisce, però, all’interno delle aule giudiziarie: è un magistrato impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, rivolgendosi, particolarmente, alle giovani generazioni.

Rocco Chinnici viene ucciso il 29 luglio del 1983 all’età di cinquantotto anni, con il primo attentato che utilizza la tecnica dell’esplosivo comandato a distanza. Liliana Giacalone

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