ORESTIADI: spettacoli prossimo week end

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
16 Luglio 2019 12:58
ORESTIADI: spettacoli prossimo week end

Venerdì 19 luglio, ore 21,15 in ricordo di Paolo Borsellino: LE PAROLE RUBATE di Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo Interpretato da Gigi Borruso Musiche di Marco Betta, Diego Spitaleri, Fabio Lannino Eseguite dal vivo da Diego Spitaleri piano/tastiere, Fabio Lannino chitarra, basso Produzione Teatro Massimo di Palermo Sabato 20 luglio, ore 19.30 in occasione dei cinquant’anni del primo sbarco sulla Luna: RADICETERSA, musiche al tramonto Tommaso Miranda sassofono baritono, Lelio Giannetto contrabbasso Domenico Sabella batteria, Maria Merlino sassofono baritono ore 21,15 LA NOTTE DELLA LUNA - 20 luglio 1969/2019 Drammaturgia di Silvia Ajelli e Rosario Tedesco con Silvia Ajelli e Rosario Tedesco, regia di Rosario Tedesco Una produzione per Orestiadi 2019 in collaborazione con Festival Teatro dei due mari   Domenica 21 Luglio, ore 21.15 DA PARTE LORO NESSUNA DOMANDA IMBARAZZANTE progetto ispirato a “L’amica geniale” liberamente tratto dalla quadrilogia di Elena Ferrante - Edizioni E/O con Chiara Lagani e Fiorenza Menni drammaturgia Chiara Lagani regia e progetto sonoro Luigi De Angelis Produzione E/Fanny & Alexander in coproduzione con Ateliersi     Venerdì 19 luglio, ore 21,15 Anche quest’anno il Festival Internazionale delle Orestiadi rende omaggio alla memoria di Paolo Borsellino attraverso il teatro civile.

Venerdì 19 luglio, al Baglio di Stefano andrà in scena “Le parole rubate”, scritto dai giornalisti Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo, interpretato da Gigi Borruso ed accompagnato dalle musiche di Marco Betta, Diego Spitaleri e Fabio Lannino. Una storia che ruota attorno a due immagini: sabato 23 maggio 1992, ore 22. Quattro ore dopo la strage di Capaci, due magistrati e un ufficiale dei carabinieri entrano nell’ufficio di Giovanni Falcone al ministero della Giustizia, si guardano intorno e non toccano nulla: lasciano lì i computer, i documenti e gli appunti del magistrato appena assassinato.

Cinquantasette giorni dopo, sabato 19 luglio, alle 16,57, Paolo Borsellino scende dalla sua auto blindata in via d’Amelio a Palermo. In una mano ha una sigaretta, nell’altra l’accendino con cui la accende. La borsa con la sua agenda rossa è in auto e lì rimarrà sin quando, due minuti dopo, Cosa Nostra farà esplodere una Fiat 126 imbottita con 90 chili di tritolo, poi quell’agenda sparirà. Da Capaci a via d’Amelio, la storia di quei cinquantasette giorni è il resoconto di un’epidemia di distrazione collettiva.  A 25 anni di distanza si ricostruisce, per la prima volta, il più grande cambio di scena a sipario aperto che la nostra democrazia ricordi.

Si racconta di quando in un’eclissi della democrazia, nel buio del vuoto di potere, entrarono in azione gli specialisti del depistaggio che, seguendo un metodo ben collaudato, sottrassero le parole più importanti dei due magistrati assassinati.

Sabato 20 luglio, ore 19,30, Terrazza: Le Orestiadi celebrano i cinquant’anni del primo sbarco sulla Luna, con una produzione del Festival in collaborazione con il Teatro dei due mari.

Il concerto “Radice Tersa” (secondo appuntamento musicale di Curva Minore) accompagnerà il calare del SOLE e accoglierà l’arrivo della luna, guidandoci dentro il nostro “evento lunare”. Tommaso Miranda dall’occidente siciliano e Maria Merlino dalla costa orientale, entrambi giovanissimi, s’incontrano per la prima volta con l’entusiasmo dei virtuosi sotto l’egida dell’immaginifico batterista Domenico Sabella, per sviluppare un sound pieno, pulsante, che dalle matrici blues ci trascina fino a inimmaginabili cluster di suoni sotto un drumming dai tratti sorprendenti.

ore 21,15

: Il 20 luglio 1969 l’uomo poggiava piede sulla luna per la prima volta nella storia dell’umanità. A cinquant’anni di distanza dall’avvenimento che cambiò l’umanità, la luna rappresenta ancora oggi un mistero, eterna fonte d’ispirazione poetica e letteraria: da questa forza prende vita “La Notte della Luna”, di e con Silvia Ajelli e Rosario Tedesco (quest’ultimo anche alla regia), prodotto per l’occasione dalle Orestiadi di Gibellina, in collaborazione con il Festival Teatro dei due mari.

Uno spettacolo che evoca l’allunaggio del modulo Eagle e dell’astronauta Neil Armstrong avvenuto il 20 luglio 1969, ma che conduce il pubblico anche ad alcune delle visioni lunari di grandi autori e poeti. SI viaggia idealmente attraverso la missione Apollo11 dalla Terra alla Luna e in questo percorso si incontrano altre storie: la storia di Galileo e del suo cannocchiale, secondo Brecht; la storia della caduta della luna in una remota contrada siciliana, secondo Consolo; la storia di un sogno lunare dei fratelli Grimm; la storia del viaggio sulla Luna di Cyrano de Bergerac; per finire con il dialogo tra la Terra e la Luna secondo Leopardi.

“Visioni lunari” che non basteranno certo a descrivere lo straordinario rapporto che l’uomo ha avuto da sempre con la Luna, ma che avvicineranno il pubblico all’eterna fascinazione che l’astro lunare ha avuto sull’uomo e all’inesauribile curiosità che esso suscita in tutti noi, ancora oggi a cinquant’anni dal primo sbarco.   Domenica 21 luglio, ore 21,15: “Da parte loro nessuna domanda imbarazzante” (Produzione E/Fanny & Alexander in coproduzione con Ateliersi), progetto ispirato a “L’amica geniale”, liberamente tratto dalla quadrilogia di Elena Ferrante (Edizioni E/O) con Chiara Lagani e Fiorenza Menni, drammaturgia Chiara Lagani regia e progetto sonoro Luigi De Angelis.

Nel primo dei quattro romanzi del ciclo, “Le due bambole”, due bambine gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Le due bambine, convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle. Le due attrici, in questa lettura, si fanno fisicamente attraversare dal testo di Elena Ferrante, la storia è “detta” dai loro corpi e lascerà su di loro un’impronta indelebile.

Nel secondo tempo, ci sono solo due bambole. Sono forse le due bambole perdute? Nello spazio scuro e altamente simbolico in cui sono state abbandonate, le due figure si muovono e raccontano, quasi senza parole, la loro storia. Che eventi si consumano nel recesso misterioso e non scritto (della storia, del romanzo) che le ha prima accolte e poi fatte scomparire? Quelle bambole non hanno voce per rispondere a questa domanda, ma nemmeno per farne di nuove. Chiara Lagani e Fiorenza Menni alternano abiti bianchi e costumi neri, le due interpreti si mimetizzano, sono sincronizzate nella loro figuratività drammatizzata.

Nel secondo tempo acquisiranno un ruolo ibrido davanti a foto e filmati d’epoca che evocano tempi passati. nota stampa

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