Operazione antimafia “Ermes 2”, rimesso in libertà Alessandrini. Accolto in cassazione il ricorso del legale

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Aprile 2017 16:20
Operazione antimafia “Ermes 2”, rimesso in libertà Alessandrini. Accolto in cassazione il ricorso del legale

La VI sezione penale della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell' avv. Walter Marino presentato nell'interesse di Alessandrini Andrea annullando senza rinvio l'ordinanza emessa dal Tribunale di Palermo sezione riesame. La vicenda processuale nasce dall'indagine condotta dalla D.D.A. di Palermo che ha visto coinvolti esponenti della locale consorteria mafiosa ai quali sono state applicate misure cautelari restrittive della libertà personale e disposte misure di carattere reale essendo state sequestrate alcune società.

A Andrea Alessandrini era stato contestato il reato di fittizia intestazione di beni e ritenuti dal G.I.P. Di Palermo, a suo carico gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari del pericolo di reiterazione di analoghe condotte. Il Tribunale di Palermo ha rigettato la richiesta di riesame avanzata dall' avv. Walter Marino il quale, per avere accolte le proprie tesi difensive ha proposto ricorso per cassazione, ottenendo l'annullamento senza rinvio del provvedimento ed ottenendo la immediata cessazione della misura applicata al sig. Alessandrini. Ne ha dato notizia alla nsotra redazione lo studio legale Walter Marino di Mazara del Vallo.

Ricordiamo che Alessadrini fu arrestato lo scorso 20 dicembre nell’ambito dell’operazione “Ermes 2” volta ad infliggere un altro duro colpo al clan del superlatitante Matteo Messina Denaro. Secondo gli inquirenti il boss, attraverso le imprese sequestrate, era in grado di condizionare gli appalti nella zona del Trapanese. Gli uomini della Squadra mobile di Trapani, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo eseguirono 11 misure cautelari sottoponendo a sequestro tre imprese controllate da Cosa Nostra.

L'indagine avrebbe confermato i saldi contatti tra il clan mafioso di Mazara del Vallo, retto da Vito Gondola, e quello di Castelvetrano e ha svelato gli accordi per spartirsi gli appalti sotto le direttive del latitante Messina Denaro, al quale il Gondola si rivolgeva per dirimere le varie controversie insorte. Le imprese sequestrate, Mestra, Medio Ambiente (in foto copertina la sede della ditta in piazza Regina a Mazara del Vallo) e My Land, sarebbero state direttamente controllate dalle famiglie mafiose del trapanese attraverso alcuni prestanome fra i quali lo stesso Alessandrini.

Francesco Mezzapelle

28-04-2016 18,00

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