Misteridicittà/Sotto la crosta Mazara crepa III parte…Cave di fuoco

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
31 Gennaio 2016 12:01
Misteridicittà/Sotto la crosta Mazara crepa III parte…Cave di fuoco

Siamo arrivati alla terza parte di questo grande mistero sito in un luogo idoneo a ciò che si vuole nascondere, sottoterra, perché è ormai lapalissiano che c'è più da nascondere che da volere o potere raccontare, l'intenzione è che nulla venga fuori, quindi se non giunge smentita, l'accusa è precisa.

In questa settimana ci siamo imbattuti in eventi che hanno dato veridicità alle nostre parole e a quelle di quanti hanno sempre concesso il beneficio del dubbio, ma non sono mai stati presi sul serio, la bugia è uno dei cancri della società, insieme all'inganno.

Figli della mancanza di rispetto e della sensazione di superiorità conferita dalla poltrona sulla quale si è seduti, poltrona fatta di carta, non lo scordiamo, di carta elettorale, i cittadini quando scopriranno finalmente l'esistenza del fuoco?

Il tema del mistero di oggi è passato tra le mani di molti “poltronati”, trattato però in maniera e sedi diverse innanzi magari a interlocutori diversi. Questa volta non c'è bisogno di contestualizzarci in nessun periodo, il tempo per ciò che è celato sembra essersi fermato, anzi vi è un continuo rinnovo.

Vi abbiamo parlato di alcuni fatti di sangue frutto dal binomio malavita-cave, ebbene scavando, qualcuno ha fatto giungere nei pressi di quelle poltrone qualche voce di preoccupazione che è stata così accolta: Interrogazione a risposta scritta 4/03604 presentata dal parlamentare mazarese Salvatore Giacalone (Popolari e Democratici – L'Ulivo) in data 26/09/1996 durante la XIII legislatura della Repubblica : “Ai ministri della sanità, dell'ambiente e dell'interno.

- Per sapere – premesso che: l'interrogante è a conoscenza che circa mille cittadini di Mazara del Vallo hanno sottoscritto e inoltrato al prefetto di Trapani una petizione, per chiedere e conoscere se la diffusa sensazione di una maggiore morbilità per neoplasie ematologiche, non ancora smentita da dati epidemiologici certi ed ufficiali, rispetto alle popolazioni di altre aree geografiche, non trovi indiretta conferma nelle rivelazioni del pentito Pietro Scavuzzo, raccolte dal settimanale Panorama del 14 dicembre 1995 nel corso di una inchiesta giornalistica circa indagini della magistratura sul traffico illegale di scorie radioattive, secondo le quali nelle cave di tufo presenti tra Mazara del Vallo, Marsala e Castelvetrano sarebbero sepolte notevoli quantità di scorie radioattive – quali iniziative intendano prendere per acquisire intorno a tale problema dato certi e rassicurare così i cittadini riguardo alle preoccupazioni esternate.”Scavuzzo aveva riferito infatti, durante il processo per l'omicidio del sociologo Mauro Rostagno (altro mistero che vede molte e variegate figure coinvolte), che quando apparteneva al clan mafioso di Vita, fu “incaricato dal suo capofamiglia” di verificare la possibilità di avviare “un traffico di rifiuti tossici il Nord Italia e la Sicilia“.

Un altro atto del Senato che parla della stessa questione è l'interrogazione a risposta scritta: 4/02392 presentata dal compianto ex sindaco di Gibellina Ludovico Corrao (Esponente del PCI amato dal popolo che scampò una volta ad un attentato o forse un atto intimidatorio nel '75 nella sua Alcamo, ma che trovò la morte per mano di un assassino nell'agosto del 2011) il 17/10/1996 nella seduta numero 63. ( Foto 2) Eccone il testo: “ - Al Ministro dell'interno e per il coordinamento della protezione civile.

- Si chiede di sapere: se la notizia riportata da un settimanale molto noto riguardante le rivelazioni del pentito Pietro Scavuzzo circa un traffico illegale di scorie radioattive che sarebbero state occultate nelle cave di tufo presenti tra Mazara del Vallo, Marsala e Castelvetrano, abbia attivato i necessari controlli da parte delle autorità competenti anche, ed indipendentemente dalle indagini che saranno svolte dalla magistratura; se non si ritenga di dover fornire alle popolazioni al più presto dati certi circa il rischio di radiazioni, in particolare ai cittadini di Mazara del Vallo che su tale problema hanno inviato una petizione al prefetto di Trapani, essendosi diffuso il timore di una relazione tra la notizia del traffico di scorie radioattive ed un supposto aumento, rispetto alla media nazionale, delle neoplasie ematologiche riscontrate.”.

E qui tornano in mente anche fatti recentissimi come la scoperta da parte del commissario Sonia Alfano dello scarico di rifiuti da parte del Sirte di Napoli di ben 22mila tonnellate ad Alcamo, (luogo già visitato dalla nostra rubrica affrontando l'omicidio Prati-Coppola, forse i due si erano interessati della più grande e fruttuosa raffineria di cocaina tanto da firmare la loro morte?) che poi vengono trasferite nella discarica di Campana Misiddi, zona al confine tra Mazara e Campobello che non dovevano essere tossici, ma allora perché nessuno ne ha traccia o firma? Nessuno dei sindaci soci dell’Ato Tp2 dirigenti della stessa Belice Ambiente di allora sapeva?

La menzogna il più delle volte è il frutto di una verità distribuita male, vogliamo credere che ognuno dei coinvolti, a vario titolo, nella questione era a conoscenza solo della parte di verità che li riguardava, anche questo è un metodo per assicurare che nessuna notizia possa fuggire, attuato sia dalle guardie che dai ladri.

La risposta all'interrogazione del senatore Corrao ci mise circa un anno ad arrivare e fu questa: “La possibile presenza di scorie di materiale radioattivo in alcune cave del territorio di Mazara del Vallo e di località vicine viene costantemente seguita dal Prefetto di Trapani che, fin dal settembre dello scorso anno, ha avviato tutte le iniziative occorrenti. Si è proceduto ad una mappatura completa dei siti, potenzialmente idonei ad occultare il materiale radiottivo, grazie agli elenchi completi delle cave, autorizzate e non autorizzate, della provincia, richiesti al Distretto Minerario di Palermo.

I dati acquisiti sono stati inviati a tutti i comuni interessati e agli organi tecnici e sanitari competenti, ai quali il Prefetto di Trapani ha raccomandato l'esigenza di compiere attive ricerche sulle cave e indagini epidemiologiche per accertare l'eventuale presenza di fonti di contaminazione radiottiva. Le forze dell'ordine, dal canto loro, sono state invitate ad avvalersi del materiale nell'ambito delle proprie competenze istituzionali e quale spunto per ulteriori indagini ed accertamenti mirati, congiuntamente agli eventuali riscontri informativi in loro possesso.

Il Centro di radioattività ambientale di Palermo, l'Ispettorato regionale sanitario di Palermo e il settore igiene pubblica dell'AUSL di Trapani sono stati invitati ad attivare opportuni sondaggi nelle cave indicate negli elenchi trasmessi. Gli stessi dati, e copia di tutto il carteggio agli atti della Prefettura di Trapani, sono stati infine ufficialmente trasmessi alle procure della Repubblica presso i Tribunali di Trapani, sono stati infine ufficialmente trasmessi alle procure della Repubblica presso i tribunali di trapani e Marsala.

L'attività di ricerca e monitoraggio, delineata dalla prefettura di Trapani d'intesa con i competenti organi tecnici e sanitari, è al momento tuttora in corso. Il Ministro dell'interno e per il coordinamento della protezione civile. Firmato Giorgio Napolitano (13 ottobre 1997)”.

Quasi come quando i bambini mettono in disordine i loro giocattoli, o combinano qualche marachella li si comprende, sono bambini, ed è quasi doveroso per i genitori mettere a posto e ovviare, ma qui non si capisce chi siano i bambini, di certo non chi è la causa di tali gesti di blasfemia ambientalista, le istituzioni non potrebbero mai assecondare tale atteggiamento, forse vengono sottovalutati peggio dei bambini invece i cittadini e chi davvero si spende per loro, infatti nulla era veramente sotto controllo, altrimenti l'onorevole marsalese Massimo Grillo UDC, nel 2002 avrebbe di certo parlato di altro, e invece ecco cosa si trova a chiedere tramite l'interrogazione a risposta scritta 4/02932 del 15/05/2002 nella seduta numero 145 (Foto 3) : ”Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, al Ministro dell'interno.

- Per sapere - premesso che: l'interrogante ha più volte denunciato, anche nella passata legislatura, la grave situazione in Sicilia derivante dalle discariche abusive, il pericolo per la salute pubblica e la grande preoccupazione dell'opinione pubblica, ma è sempre stato confortato con ampie assicurazioni, dal precedente Governo, sulla inesistenza di discariche abusive; ora però, esplode il caso a seguito delle denunce fatte dai carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo che hanno scoperto e sequestrato diverse cave di tufo, in territorio di Campobello di Mazara, adibite quasi esclusivamente per lo smaltimento illegale di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali; l'allarme, pertanto, è tornato, e malgrado da un primo esame, escluderebbe la presenza, almeno in superficie, di materiale radioattivo, rimane la denuncia per tutti i predetti rifiuti speciali da sottoporre a specifico esame; in attesa che i carabinieri, ai quali va l'elogio per il lavoro svolto, e la magistratura, che ne è stata avvertita, facciano maggiore chiarezza, è urgente approfondire il delicato problema e dare più precisa cognizione all'opinione pubblica locale -: quali notizie siano a conoscenza dei Ministri interrogati su quanto esposto in premessa, affinché sia fatta chiarezza sul delicato problema.

(4-02932)”.

Dopo otto mesi circa la risposta ministeriale fu questa: “Risposta. - Sulla scorta delle notizie avute dalla prefettura e dalla provincia di Trapani, dal comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente e dal comune di Campobello di Mazara, si riferisce che il problema sull'esistenza di discariche abusive nella provincia di Trapani ha formato oggetto di particolare attenzione da parte degli organi competenti in materia di smaltimento rifiuti, sia sotto l'aspetto della tutela della salute pubblica sia sotto l'aspetto che riguarda le possibili connessioni di tale fenomeno con l'attività di organizzazioni malavitose.La mancanza di apposite discariche controllate ha dato origine ad una diffusa e cattiva abitudine di abbandono incontrollato nell'ambiente dei rifiuti di natura inerte che, protrattasi per lungo tempo, oltre ad avere provocato un grave effetto impattante per il territorio in generale, può essere stata occasione di smaltimento abusivo di altre tipologie di rifiuti pericolosi per l'ambiente e per la salute dell'uomo.Rilevata l'insufficienza di discariche per inerti nella provincia in questione, la Prefettura ha più volte invitato le amministrazioni comunali ad accelerare l'iter istruttorio e la trasmissione dei progetti per la realizzazione di nuove discariche.Per quanto riguarda l'azione di contrasto e repressione del fenomeno delle discariche abusive, il comando provinciale carabinieri di Trapani, di concerto con le procure della Repubblica di Trapani e Marsala, ha avviato da tempo una serie di indagini, utilizzando anche unità del N.A.S.

e del N.O.E., che hanno portato al sequestro di diverse aree adibite a discariche abusive di rifiuti speciali, rifiuti speciali pericolosi e solidi urbani ed alla denuncia di 44 persone. Molte tra le aree sequestrate risultano in Campobello di Mazara e trattasi, per la maggior parte, di ex cave di sabbia o ghiaia.Inoltre, lo stesso comando dei carabinieri, con il supporto di personale specializzato del comando provinciale dei vigili del fuoco, ha svolto accertamenti mirati a verificare l'eventuale esistenza di rifiuti radioattivi nelle aree e cave sequestrate.

Gli accertamenti esperiti hanno dato esiti negativi; tuttavia è stata rilevata, in alcune discariche, la presenza di amianto.Ulteriori indagini sono in corso, volte ad individuare i proprietari di aree sequestrate non ancora identificati, le eventuali responsabilità di amministratori locali e funzionari, altre aree adibite a discariche abusive, l'eventuale presenza di elementi inquinanti nel sottosuolo.Al fine di prevenire, comunque, ulteriori episodi di inquinamento ambientale legato all'utilizzazione di cave dismesse per il deposito dei rifiuti, il territorio indicato è oggetto di costante monitoraggio sviluppato con il concorso dell'arma territoriale e del Nucleo Elicotteri C.C.

di Palermo.Con la prossima fase di predisposizione dei «piani attuativi di ambito territoriale» previsti dal piano regionale recentemente adottato con ordinanza del commissario delegato per l'emergenza rifiuti del 29 maggio 2002, l'amministrazione provinciale di Trapani avrà cura che tutto il territorio venga opportunamente coperto da impianti di riciclaggio dei materiali inerti e da discariche controllate, dotate anche di un apposito settore destinato alla messa in sicurezza dell'amianto e ciò al fine di favorire la bonifica del territorio.Il comune di Campobello di Mazara ha manifestato l'intenzione di adottare una serie di iniziative tese a favorire la bonifica dei siti eventualmente contaminati.Firmato Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio: Altero Matteoli.”

E oggi dopo anni vien fuori altro fumo, altri olezzi, e altri timori che in un crescendo di terrore trascinano in alto anche la voglia di riappropriarci di ogni angolo della terra, a sostituzione della rassegnazione di un tempo. Forte e simbolico il messaggio del gruppo di ragazzi di Periferica, ragazzi che con il concreto supporto del Movimento 5 Stelle riescono a trasformare in spazio di creatività e di nuovi progetti ecosostenibili una cava in pieno centro urbano di Mazara del Vallo.

Purtroppo negli ultimi giorni, come dicevamo, la cronaca ha dimostrato quanto i “sospetti” di un utilizzo illegale di cave nel nostro territorio fossero fondate. Alcuni giorni fa in un nostro video avevamo parlato di una cava di proprietà di un imprenditore mazarese in territorio mazarese ma vicinissima a Torretta Granitola. In quella cava, raggiungibile da via Farfantazzo (strada che si immette sulla Ss115 che collega Torretta a Tre Fontane), in maniera sistematica del materiale, probabilmente tossico, è stato occultato dalla tufina con delle ruspe.

Per giorni si sono sprigionati dei fumi da quella terra, fumi tossici che hanno raggiunto il centro abitato di Torretta (è stato proprio un residente a lanciare l’allarme per quei fumi che rendevano irrespirabile l’aria); ricordiamo che nelle vicinanze vi sono pascoli e diverse coltivazioni di ortaggi e vigneti. L’area è stata posta sotto sequestro (vedi foto n.4) dalla sezione navale della Guardia di Finanza e dalla Polizia Municipale di Mazara. Sul posto adesso delle ruspe, al servizio questa volta dello Stato, stanno cercando di scoprire cosa si nasconde sotto quella terra, le operazioni sono monitorate dal geometra Alberto Gancitano dell’Ufficio Tecnico del Comune di Mazara, sarà poi l’Arpa di Trapani con dei carotaggi a stabilire la natura di quel materiale stimato in 16.000 metri cubi all’incirca.

Indagato l’imprenditore proprietario, chissà forse ignaro di quanto succedeva da tempo in quella cava visto che lo stesso nel 2007 denunciò ignoti per aver trovato alcuni fusti contenenti liquidi sospetti? Certamente questa nuova scoperta fa pensare ad un sistema ben organizzato (nella stessa cava sono stati trovati molti di quei sacconi utilizzati per la raccolta di materiale utilizzato nei lavori edili) che ha voluto coprire le tracce ricoprendo con la terra quanto abbandonato.

E se poi si scoprisse che la cava (vedi foto n.1) veniva utilizzata da personaggi senza scrupoli (oltre che ignoranti di quanto stavano realizzando) per conferire materiale altrimenti non possibile conferire in discarica o che sarebbe stato troppo esoso farlo? Speriamo che l’inchiesta aperta, la cui notizia avrebbe raggiunto gli scranni del Parlamento nazionale, faccia luce su tutto questo.

L’interrogativo però si pone, ed è certamente inquietante: gli organi locali ai quali competono i controlli ambientali non hanno mai avuto la volontà di accertare cosa avviene in alcune cave, ma non solo (vista la grande quantità di eternit abbandonato), del territorio mazarese? Ci riferiamo in particolare all’Amministrazione comunale dal quale dipende una sezione della Polizia Municipale denominata Nopa. Questo personale è stato ben impiegato? Oppure utilizzato, viste le poche risorse, in altri servizi immediatamente più remunerativi per le casse dell’ente?

Come promemoria servirebbe forse mettere un sacchetto della spazzatura proprio davanti la cabina elettorale? Non si sa mai qualcuno dimenticasse…

Francesco Mezzapelle

Rosa Maria Alfieri

31/01/2016

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