Misteridicittà/ Questione metanodotto, silenzio assordante. Poteri forti e la Città ancora esclusa.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Novembre 2015 18:54
Misteridicittà/ Questione metanodotto, silenzio assordante. Poteri forti e la Città ancora esclusa.

Il mistero di questa settimana riguarda una vicenda per la quale sembra calato, da tempo, un silenzio inquietante. Si tratta del rinnovo della concessione demaniale del gasdotto Algeria-Italia occupante un'area demaniale di mq 20.000 e di mq. 86.850 del fondo del mare territoriale antistante la zona di "Capo Feto".

A farne richiesta, accorpando due concessioni trentennali, è stata lo scorso anno la società Mariconsult Spa (con sede a Milano) in qualità di procuratrice speciale della Transmediterranean Pipeline Company Ltd (la TMPC ha sede legale a Jersey-Channel Islands, nel cosiddetto Canale della Manica) con capitale sottoscritto per il 50% dalla società ENI Spa (sede legale in Roma) e per l'altro 50% dalla Enterprise Sonatrach (ente di Stato Algerino con sede ad Algeri). (in foto 1 la centrale del metanodotto a Capo Feto).

La richiesta da parte della suddetta Società "ibrida" era pervenuta alla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo ed all'Ufficio Demanio Marittimo ed è stata affissa dal 10 giugno 2014 ed a disposizione del pubblico per 20 giorni (cioè fino al 1 luglio 2014) per eventuali osservazioni in merito alla stessa richiesta.

Una nota con alcune osservazioni sulla stessa richiesta, redatta dall'avv. Antonino Carmicio per conto del dott. Roberto Frazzetta (candidato a sindaco alle scorse elezioni, poi al ballottaggio appoggiò la candidatura di Cristaldi) fu presentata il 14 giugno alla stessa Capitaneria ed all'ufficio mazarese del Demanio Marittimo. Nella nota si chiedevano chiarimenti in merito alle osservazioni presentate, chiarimenti che invece non sono mai arrivati neanche dopo il 1 luglio, quando scaduti i 20 giorni per la presentazioni di osservazioni sulla richiesta della Ditta, e quindi con il rinnovo "in automatico" della concessione alla TMPC che ricordiamo è proprietaria del tratto di gasdotto sottomarino compreso tra Capo Bon (Tunisia) e Mazara del Vallo, costituito da 3 condotte da 500 mm-20" (posate nel 1980) e 2 condotte da 660 mm-26" (posate nel 1992) di lunghezza ciascuna pari a circa 155 km.

Il tratto di gasdotto sopracitato (vedi foto n.2) fa parte del più complesso sistema di importazione e trasporto gas denominato "gasdotto Italia-Algeria" che dai pozzi di produzione di Hassi'R Mel (Algeria) consente il trasporto del gas sino alla centrale di Minerbio, Bologna.

Si legge nella nota redatta dall'avvocato Carmicio: “Emerge dall'istanza che essa è stata, senza tema di smentita, depositata ben oltre i termini di scadenza delle due concessioni delle quali si chiede il rinnovo e la unificazione. Nell'avviso pubblicato in data 10 giugno 2014 non vengono indicate le ragioni per le quali l'istanza, pur tardivamente depositata, possa essere presa in considerazione ai fini del rinnovo delle concessioni e non come nuova istanza con le conseguenze in materia di pareri e collaudi.

L'istanza depositata sembrerebbe far riferimento a meri controlli effettuati direttamente dalla società che chiede il rilascio della concessione senza alcuna indicazione della effettuazione di quei controlli previsti dal Regolamento del Codice della Navigazione che avrebbero, garantito il rispetto di standard di sicurezza adeguati ai rischi connessi al trasporto di miliardi di m3 di gas metano.

Si ritiene che, stante la pericolosità dell'impianto a terra, i controlli asseritamente effettuati dalla società proprietaria del gasdotto (portatrice di un proprio interesse all'ottenimento della concessione) non possano considerarsi sufficienti ad assicurare la tutela dell'interesse primario alla sicurezza dei cittadini e del territorio, vieppiù in considerazione del fatto che la legge regolamenta specificamente le modalità di effettuazione dei controlli periodici.

Non è da sottacere, inoltre, che scadute le concessioni, sono correlativamente decaduti i collaudi effettuati nel 1981 e nel 1994 e che la c.d. "Direttiva Seveso 3" ha espressamente previsto l'esplicita introduzione dell'obbligo di valutare tra i possibili scenari incidentali anche quelli derivanti da eventi naturali, quali ad esempio terremoti o inondazioni e una maggiore informazione alla popolazione in coerenza con la Direttiva sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale (Dir. 2003/4/EC): chiara e comprensibile, tempestiva, "non-tecnica", accessibile in forma elettronica , e pertanto su chiede di conoscere se con riferimento alla concessione e all'impianto di che trattasi siano state rispettate le indicazione della norma comunitaria citata”.

In merito alla questione, in un incontro quando era sindaco Giorgio Macaddino, la dott.ssa Carla Pecis (adesso in pensione), allora responsabile per i rapporti con le istituzioni della Snam, sottolineò come l'impianto fosse un presidio industriale delicato ma altamente controllato e sicuro. Resta il fatto però che ad oggi i cittadini mazaresi pagano il gas più dei milanesi in quanto la tariffazione del servizio sarebbe calcolata a partire dalla sede legale di Snam a San Donato Milanese.

A fronte di questa presenza nel territorio mazarese e sui rischi del mantenimento di un impianto possibile obiettivo strategico di eventuali attacchi terroristici o sulla possibilità di un incidente interno allo stesso impianto, una volta sola in questi anni era stata sollevata la questione della mancanza di vantaggi diretti per la cittadinanza mazarese in termini di economicità delle bollette del gas metano o in termini d'investimenti per la riqualificazione ambientale, vedi un possibile piano di ripascimento della spiaggia di Tonnarella.

"La Snam rete Gas deve garantire un progetto di ripascimento della spiaggia di Tonnarella, l'applicazione di tariffe agevolate per i cittadini mazaresi ed il completamento delle condutture per la fornitura del gas nei quartieri rimasti non raggiunti dal servizio". Questo è quanto aveva chiesto, attraverso una nota (Vedi la relativa interrogazione letta dal consigliere Giacomo Mauro del Pd in una seduta del Consiglio comunale del quinquennio 2009-2014) il coordinamento comunale del Pd, guidato dalla dott.ssa Caterina Agate (vedi foto n.3), in prossimità della scadenza della convenzione trentennale tra il Comune e l'allora Siciliana Gas spa di impiantare una centrale (a Capo Feto) ed una rete di distribuzione.

"Ci chiediamo –si legge nella nota- se la comunità locale abbia ricevuto da questo rapporto con la concessionaria in misura proporzionale rispetto a quanto dato. Se da un lato, infatti la concessionaria, impiantando una struttura importante per i guadagni dell'azienda, i cittadini mazaresi non hanno ricevuto alcun vantaggio particolare rispetto a chi, per esempio, abita a Enna o a Trento. Inoltre da studi recenti appare sempre più probabile che il depauperamento della spiaggia di Tonnarella dipenda da una deviazione delle correnti provocata dalle tubature del gas che arrivano dall'Algeria".

L'Agate denunciò il rischio che si arrivasse alla proroga tacita della convenzione senza ridiscuterne le condizioni. "Sarebbe altresì auspicabile –si legge infine- l'istituzione di un regolamento comunale che disciplini la posa e che preveda, a carico dell'azienda l'obbligo del ripristino dell'intero tratto della careggiata interessata per evitare innumerevoli rattoppi delle strade mazaresi".

Ci aspettavamo che la questione fosse affrontata dall’Amministrazione Cristaldi, soprattutto in questo secondo mandatoridiscutendo il rinnovo della concessione con la Ditta; bisognava porre in essere tutte quelle iniziative affinchè la cittadinanza non ne uscisse ancora una volta a mani vuote. Invece è avvenuto così anche questa volta altrimenti non sarebbe calato un silenzio così inquietante da parte dell’Amministrazione comunale.

Ma una domanda corre d'obbligo: quel lontano 1981 (l’anno del terremoto del 7 giugno, al quale abbiamo già dedicato la prima puntata di questa rubrica, che in molti attribuirono all’escavazione per la realizzazione dello stesso gasdotto) , ed in particolare in quella seduta del 5 aprile del Consiglio comunale, quando venne data l'autorizzazione al sindaco Nicolò Vella a stipulare la convenzione tra il Comune e la Siciliana Gas, l'Amministrazione comunale e gli allora consiglieri si adoperarono "fattivamente" affinchè l'installazione dell'impianto portasse reali benefici sociali ed economici alla città?Ricordiamo che quel Consiglio comunale era composto da: F.

Paolo Lisma, Vincenzo Ingargiola, Giovanni La Paola, Nicolò Billardello, Ignazio Giacalone, Tommaso Anzaldi, Bernardo Frazzetta, Nicolò Vella, G. Battista Quinci, Vito Bruno, Lorenzo Fasulo, Filippo Frazzetta, Giuseppe Asaro, Angelo Misuraca, Vito Bianco, Nicolò Giacalone, Giuseppe Pernice, Francesco Sirchia, Rolando Certa, Vito Crocchiolo, Domenico Sinacori, Vito Gancitano, Rosario Tumbarello, Bartolomeo Mezzapelle, Angelo Catania, Giovanni Poiatti, Calogero Anselmi, Giuseppe Burzotta, Vincenzo Messina, Vito Ferro, Aldo Bua, Matteo Giacalone, Diego Accomando, Marascia Sebastiano, Pietro Vellutato, Nicolò Cristaldi, Giuseppe Arena, Aurelio Norrito, Vincenzo Calafato e Francesco Castelli.

Come si noterà alcuni di quei consiglieri in maniera diretta o indiretta sono legati direttamente o indirettamente alla attuale compagine politico-amministrativa-imprenditoriale che guida oggi la Città.

Eppure in una prima fase della scorsa campagna elettorale, quella del 2014, che ha portato alla rielezione del sindaco Nicola Cristaldi (in foto n.4), era stata sollevata la questione (vedi appunto il candidato sindaco Roberto Frazzetta) per poi essere stranamente abbandonata nei giorni precedenti del primo turno delle stesse Amministrative.Chissà che il sindaco Cristaldi dopo, o anche prima, la sua missione a Londra (pubblicizzata attraverso nota stampa) con la lettura il 17 giugno scorso, a circa una settimana dalla sua rielezione, di un messaggio di pace nella sede del Parlamento Inglese non abbia fatto una puntata nelle vicine isole del Canale della Manica per "contrattare" con i vertici della Transmediterranean Pipeline Company Ltd alcuni benefici per il territorio e la cittadinanza mazarese. Forse non lo sapremo mai.

La verità è che la Città continua a non ricevere benefici dall’ospitalità ad un colosso dell’energia; è la colpa è della classe politica che ha governto la città in questi decenni. Che la sua presenza non sia anche il motivo del mancato sviluppo turistico ed urbanistico di quel bellissimo litorale conosciuto come Tonnarella e che oggi sembra sempre più abbandonato al degrado ed al cemento?

Francesco Mezzapelle

29-11-2015 19,45

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