Misteri di Città/ 30 anni fa un’operazione antimafia che sconvolse Mazara del Vallo e la Provincia.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Marzo 2018 09:29
Misteri di Città/ 30 anni fa un’operazione antimafia che sconvolse Mazara del Vallo e la Provincia.

Abbiamo ricevuto nelle scorse ore una breve nota intitolata “Le ricorrenze scomode”. A firmare la nota è stato il geom. Girolamo Pipitone, oggi presidente del Centro Studi “La Voce”, già componente dello staff (dal luglio 2009 all’estate 2013) del sindaco Nicola Cristaldi, ex consigliere e assessore provinciale, esponente per anni del Partito Repubblicano Italiano.

Nella nota, Pipitone fa riferimento a fatti avvenuti il 10 marzo 1988, cioè proprio 30 anni fa. Ecco il contenuto della stessa:

“10 Marzo 1988: i mazaresi si svegliano per una vasta operazione di Polizia.Nella notte sono arrivati in città centinaia di poliziotti per arrestare decine di persone oltre a notificare molti Avvisi di Garanzia.Sono trascorsi tanti anni e, a leggere quegli atti, ancora oggi è difficile comprendere come si sia potuto arrivare alle esasperazioni investigative di quei giorni.Tanti sforzi, l’energia intellettuale di tanti bravi investigatori che allora, coordinati da Gaetano Caranna e dal dott.

Rino Germanà, contribuirono a scardinare un sistema mafioso, ma fecero anche tante vittime innocenti, vittime incruente e altrettanto dolorosamente succubi di un tritacarne investigativo che procuro’ lutti devastanti.In questa ricorrenza ci sembra doveroso ricordare due assessori onesti, Ciccio Castelli e Vito Bruno, morti di crepacuore, vittime di inchieste talora orientate da teoremi investigativi con il sapore amaro di una presunta ispirazione politica.In passato il commissario Germanà ha ricevuto, per il mancato attentato di cui fu oggetto, la cittadinanza onoraria dal Sindaco Giovanni D’Alfio, esponente della Sinistra.

Atto meritorio se riferito ad un vero miracolo laico: un fedele servitore dello Stato scampato alla furia omicida di uno dei più preparati gruppi di fuoco di quella orribile guerra della mafia contro lo Stato. Atto forzato se si fosse riflettuto allora sul fatto che Germanà, con le sue indagini ha anche contribuito a far sborsare alle casse comunali circa 2 miliardi di vecchie Lire in rimborsi per spese legali. Inoltre lo Stato dovette pagare allora circa 5 miliardi per ingiuste detenzioni, a seguito di assoluzioni di politici inquisiti anche per le risultanze investigative del nucleo operativo di Germana’.In quegli anni sono state arrestate due intere giunte comunali! Tutti assolti, ma alcuni di essi dopo anni di carcere duro”.

La nota di Pipitone ci fornisce l’occasione per ricordare quei fatti di cronaca che ebbero certamente delle grosse conseguenze sulla vita politico-amministrativa della Città di Mazara a cavallo fra la fine degli anni 80’ e l’inizio degli anni ’90, anni molto difficili, sia a livello nazionale (il periodo antecedente a “mani pulite”) che regionale, anni segnati da diverse stragi mafiose in cui morirono innocenti e servitori dello Stato come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

A livello locale si registrò una stagione molto calda anche dal punto di vista politico-amministrativo (in quel periodo era fortissima la presenza e l’influenza del vincente clan dei corleonesi guidato da Totò Riina nel territorio provinciale, ed in particolare mazarese). La politica –ribadiamo- non rimase indenne a quel sistema; infatti alcune operazioni antimafia nel territorio determinarono un vero cataclisma nell’assetto politico-istituzionale della stessa Città di Mazara del Vallo che fu retta da commissari ad acta per quasi tutti gli anni ’90.

Ma facciamo un passo indietro, cioè a quel 10 marzo 1988 citato da Girolamo Pipitone nella nota. Infatti in quella vasta operazione di Polizia fu coinvolto lo stesso Pipitone, allora assessore provinciale ai Lavori Pubblici (vedi foto n.2) ; il 19 novembre 1990 nei confronti di Pipitone il giudice istruttore dott. Gaetano Trainito della Procura di Marsala emise un decreto di archiviazione per non aver commesso il fatto.

Non vogliamo esprimere certamente giudizi di valore su quei fatti che sconvolsero l’intero territorio provinciale ma certamente molti aspetti delle vicende di quegli anni presentano ancora oggi, a distanza, di 30 anni dei lati oscuri, pertanto crediamo che anche questa pagina possa essere ascritta nella nostra nota rubrica “Misteri di Città”.

Ci sembra, inoltre, giusto per quei tantissimi nostri lettori che ignorano quella vicenda (molti di essi allora non erano neanche nati) riportare, attraverso un articolo di un quotidiano nazionale, la cronaca di quel fatidico 10 marzo 1988. L’articolo che parla di 11 arresti e 15 avvisi di reato per mafia lo abbiamo trovato proprio nel sito personale di Girolamo Pipitone.

Ecco cosa ha scritto il collega nel suo articolo pubblicato l’11 marzo 1988 su La Stampa ed intitolato “Inquisito un uomo di Gunnella”:

“Mazara del Vallo_ Attacco alle cosche miliardarie di Mazara del Vallo, il rimo porto peschereccio d’Italia. Il procuratore della Repubblica di Marsala, Paolo Borsellino, ha firmato 14 ordini di cattura e 15 comunicazioni giudiziarie per associazione per delinquere di tipo mafioso (art.416 bis del Codice penale). Nove accusati sono stati ammanettati ieri notte, tre sono fuggiti all’arresto, due anno ricevuto la notifica di arresto in prigione, dove si trovano per altra causa.

Fra i destinatari delle comunicazioni giudiziarie due politici: l’assessore provinciale ai lavori pubblici, Girolamo Pipitone, 42 anni, geometra e costruttore edile, repubblicano, e Giuseppe Armata, 30 anni, socialdemocratico, assessore comunale al Turismo, ragioniere e consulente di alcuni armatori.Di Pipitone a Mazara del Vallo si sa che è uomo del ministro per le Regioni, Aristide Gunnella, in questi giorni al centro di polemiche dopo che il demoproletario Mario Capanna gli ha attribuito legami con mafiosi, seccamente smentiti dall’interessato.

Impegnato a Montecitorio nei lavori d’aula, l’on. Gunnella, si è detto ‘molto sorpreso’ e ha aggiunto ‘Pipitone è sempre stato uno stimato professionista. Che possa essere accusato di questo, a me sembra assurdo e al limite dell’incredibile. Che io sappia, tutti a Mazara del Vallo lo stimano come persona per bene’.

Continuando a leggere l’articolo di Antonio Ravidà: “Gli ordini di cattura sono stati notificati in carcere a Antonino Riservato,64 anni, sospettato di essere uno degli assassini del dottor Vito Libari (Lipari), sindaco di Castelvetrano e primo dei non eletti alla Camera per la dc nella Sicilia Occidentale, e a Giuseppe Serro (Ferro), un mafioso di 46 anni di Alcamo. Sono stati arrestati invece Luca Burzotta, 36 anni, commerciante di carni, travolto tempo fa da un crack e fratello di un consigliere comunale socialista; l’armatore Vito Mangiaracina,52 anni; Salvatore Tamburello, 56 anni; Vito Gondola, 50 anni; i fratelli Pasquale e Nicolò Messina, di 64 e 59 anni; Giuseppe Evola, 47 anni, e Paolo Lombardino, un costruttore edile di 52 anni, originario di Salaparuta ma abitante da tempo a Mazara del Vallo.

Non è stata resa nota l’identità dei tre latitanti.Il procuratore Borsellino e gli investigatori del commissariato di Mazara del Vallo ritengono di avere colpito i boss che controllavano da tempo gli ‘affari’ delle cosche mazaresi nelle diverse attività locali: il pesce anzitutto, ma poi anche appalti e subappalti, trasporti dei prodotti della pesca e dell’agricoltura (nella zona sono fiorenti i vigneti e le colture di primizie).Durante l’inchiesta ci si è occupati a fondo dei 21 omicidi seguiti al sequestro dell’esattore dei tributi, Luigi Corleo, prelevato nel 1975 a Salemi e morto durante la ‘prigionia’.

Per il rilascio di Corleo furono richiesti prima 20 e poi 15 miliardi, e la trattativa infine si arenò davanti all’ultima pretesa di 7 miliardi. Buscetta attribuì il sequestro Corleo ‘a un atto di forza dei corleonesi’. Corleo era suocero di Nino salvo, il potente esattore-finanziere siciliano rinviato a giudizio nel maxiprocesso e morto per tumore nell’ospedale di Bellinzona poco prima che incominciassero le udienze”.

Francesco Mezzapelle

12-03-2018 10,00

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