Mazara, vicenda porto canale: quando mancata pulizia fa rima con burocrazia! Adesso spunta una nuova “procedura”…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Febbraio 2017 17:50
Mazara, vicenda porto canale: quando mancata pulizia fa rima con burocrazia! Adesso spunta una nuova “procedura”…

Una "procedura di incidenza ambientale" per verificare quali uccelli si fermano o nidificano nella cosiddetta “colmata B” al fine di potere decidere se utilizzare o meno lo stesso sito (così come prevedeva il progetto) per lo sversamento dei fanghi prelevati dal porto canale di Mazara del Vallo. Questa è la strada che sembra voler percorrere l’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente

al fine di dare definitivamente un parere definitivo sulla annosa questione relativa alla escavazione del porto canale mazarese i cui lavori, nonostante la gara di appalto espletata da circa un anno (la ditta Ecol2000 di Messina si era aggiudicata la gara con un ribasso del 34% sull’importo a base d’asta di circa un milione e 200 mila euro), non sono ancora partiti a causa di un primo parere sfavorevole per lo sversamento dei fanghi nella suddetta colmata fornito lo scorso novembre dal dirigente generale dello stesso Assessorato, Rosaria Barresi.

Una situazione imbarazzante probabilmente anche per lo stesso Assessore al Territorio ed Ambiente, Maurizio Croce. Il parere fornito dalla Barresi si baserebbe su una relazione dell’Ispra del 2011 che avvertiva che nella colmata nidificano alcune specie di uccelli, in particolare il “fratino” ed il “Fraticello”. Un parere quello fornito a novembre, e tanto atteso dalla marineria mazarese, che sembra dettato da alcune iniziative da parte di un gruppo di ambientalisti che avevano addirittura scritto in merito al Ministero dell’Ambiente.

Allo stesso Ministero nei giorni scorsi è invece arrivata una relazione ben dettagliata dove si spiegano le ragioni, supportate dalla legge, circa la possibilità di sversamento dei fanghi prodotti dal dragaggio. Ne ha dato notizia qualche giorno fa l’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca Mediterranea, Antonello Cracolici: “sono convinto –ha dichiarato attraverso una nota Cracolici- che il Governo nazionale troverà al più presto una soluzione per semplificare l’iter dei lavori di drenaggio nel porto di Mazara, la capitale italiana della pesca.

Ho seguito la vicenda del porto di Mazara fin dal mio insediamento. Il Governo regionale, l’Assessorato regionale all’agricoltura e Pesca Mediterranea e l’Assessore alle Infrastrutture Pistorio –ha sottolineato Cracolici- sono stati al fianco del Coordinamento della Filiera Ittica di Mazara, per individuare le risorse necessarie alla messa in sicurezza del porto. A breve partirà il bando per i lavori di illuminazione, mentre sono stati stanziati i fondi per il completamento delle opere portuali, previsti nel Piano per il sud.

La messa in sicurezza del porto di Mazara è un’opera strategica per la filiera ittica regionale. Sono fiducioso che le soluzioni sottoposte al tavolo del Ministero per l’Ambiente, porteranno al più presto ad un superamento dello stallo in cui si trova l’iter amministrativo delle opere.”

La possibilità che l’inizio dei lavori per l’escavazione del porto canale sia legata ad una “procedura di incidenza ambientale” (che sarebbe prodotta non prima di due mesi salvo poi eventuali ricorsi o altro) da parte dell’assessorato Territorio ed Ambiente non è stata accolta bene sia dal comparto ittico mazarese che da anni lamenta l’innavigabilità del porto (con tutti i danni conseguiti) che dal Sindaco Nicola Cristaldi che non ha perso ancora l’occasione di attaccare il Governo regionale e ciò anche in prospettiva di una sua discesa in campo alle prossime elezioni regionali. (in foto n.1 una protesta del 2015 del comparto ittico mazarese per le condizioni del porto canale) 

“Lo sviluppo della nostra economia e la sicurezza delle persone e delle strutture della più importante flotta peschereccia d’Europa –ha scritto Cristaldi- continuano ad essere ostacolati. E’ evidente che la colmata B non è una laguna ma soltanto una parte del mare che è stata recintata per consentire la realizzazione di un grande piazzale al servizio del porto e della sopraelevata. Ci sono persone che si autodefiniscono ambientalisti che continuano a dire al mondo che si tratta invece di una laguna, quasi fosse una realizzazione della natura e non invece un pezzo di mare recintato.

E’ una vergogna quello che si sta facendo. Perché per quattro uccelli che decidono di fermarsi nella colmata, secondo questi pseudo ambientalisti, dovremmo bloccare opere per decine di milioni di euro? E’ come dire che dobbiamo salvaguardare le discariche perché i gabbiani mangiano i rifiuti e li dobbiamo tutelare. E’ una delle tante contraddizioni della nostra terra, della nostra Sicilia".Cristaldi ha inoltre annunciato di aver già inviato al Commissario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico richieste formali per l’avvio immediato del primo stralcio degli interventi di escavazione del fiume.

“Lavori –ha detto Cristaldi – non più rinviabili in quanto la navigabilità del porto è condizione essenziale per lo sviluppo economico della nostra Città. Vale la pena ribadire –ha concluso- che il finanziamento di 2 milioni 200 mila per il primo stralcio d'interventi è nazionale e che le pastoie burocratiche della Regione, dopo oltre 5 anni, rischiano di far perdere il finanziamento”.

La vicenda è seguita da molto vicino e quotidianamente dal Distretto della Pesca e Crescita Blu attraverso il Coordinamento della Filiera Ittica Mazara. Nelle ultime ore il presidente del Distretto, Giovanni Tumbiolo, è intervenuto nuovamente, e duramente, sulla vicenda.

“la Regione rispetti le sue stesse leggi. Adesso, dopo circa 10 anni che si parla di escavazione del porto canale –sottolinea Tumbiolo- spunta uno studio dell’Ispra su un ‘area portuale che viene presentata come “zona di nidificazione”, quando nel territorio mazarese insistono già ben otto zone SIC, ZPS, Ramsar che godono dello status di riserva naturale regionale. Questo ulteriore ritardo –tuona Tumbiolo- è un attentato contro la Città di Mazara del Vallo, la sua economia, contro la sua storia”.Il presidente del Distretto aggiunge: “abbiamo allo studio (il giorno 13 febbraio è stato convocato a tale scopo l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo al quale parteciperanno i massimi esperti di Economia Circolare) la possibilità di “riciclare” i materiali provenienti dai dragaggi portuali.

I tempi non sono certo brevi. Noi però non stiamo con le mani in mano ed abbiamo a cuore, ancor più perché siamo i promotori della Blue Economy, la tutela dell’ambiente, dell’avifauna e delle risorse acquatiche. Abbiamo studiato, con severità, rigore e fino in fondo, la problematica sotto il profilo giuridico, tecnico ed ambientale”.“Ogni ulteriore differimento da parte di chiunque –conclude Tumbiolo- è considerato atto ostile contro la nostra comunità e rischia di alimentare la rabbia dell’intera cittadinanza che il Coordinamento Filiera Ittica Mazara ha, sin qui, sapientemente domato.

A Mazara del Vallo, oltre porto si sta prosciugando l’intera economia marinara”.

La Redazione di primapaginamazara.it

07-02-2017 18,30

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