Mazara, silenzio assordante sul “progetto Best” di C/da S.Nicola. Tancredi: “stiamo seguendo l’iter negli Uffici regionali competenti”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
01 Febbraio 2018 09:52
Mazara, silenzio assordante sul “progetto Best” di C/da S.Nicola. Tancredi: “stiamo seguendo l’iter negli Uffici regionali competenti”

Un silenzio assordante, e per molti versi inquietante, si registra sia da parte delle autorità pubbliche che dalla società civile in merito alla realizzazione di una discarica di rifiuti indifferenziati in territorio mazarese, in contrada San Nicola.

Il cosiddetto “progetto Best-Le Miniere Artificiali”, promosso dall’Amministrazione Cristaldi (da fin dalla prima sindacatura), riguarda un investimento fino a 40 milioni di euro per la realizzazione di un mega impianto polifunzionale per il trattamento dei rifiuti solidi urbani nella quantità complessiva di 70.000 tonnellate.

E’ stata localizzata anche l’area (forse già acquistata dalla società realizzatrice) dove dovrebbe sorgere il megaimpianto, cioè in un ex cava di contrada San Nicola (non lontana dalla vecchia stazione), in un'area di circa 43 ettari ubicata circa 8,7 km dal centro abitato di Mazara, 5,6 km da quello di Campobello e circa 2,3 km dall'A29. In pratica l’area si trova in territorio proprio al confine con l’ex discarica (ormai dismessa) della Belice Ambiente di c/da Campana Misiddi, nel Comune di Campobello.

Come si vede nella foto di copertina (foto .1), attraverso una mappa di Google Earth della Rete Natura 2000 Sicilia, l’area in questione, cerchiata in rosso, si troverebbe a circa 1,5 km dalla Riserva regionale Lago Preola e Gorghi Tondi gestita dal WWF Italia; la stessa area si troverebbe però anche poche decine di metri da altri siti di interesse comunitario (ZSC eZPS), vedi nella stessa mappa le aree delimitate in azzurro. Pertanto crediamo che si tratti di un’area “molto sensibile” e certamente la realizzazione del progetto dovrebbe tenere conto di diversi pareri in merito.

Ripercorriamo però le principali tappe del progetto “Best”. Nel novembre 2012 la società milanese Unità di Misura s.r.l. (UDM), promotrice del progetto, stipulò con il Comune di Mazara un protocollo d’intesa, della durata di otto anni. Il protocollo fu sottoscritto dall’Amministrazione, sentiti gli esperti del Sindaco (l’ing. Nicolò Sardo e l'avv. Francesco Muscolino) e costituì soltanto un atto propedeutico alla stipula della convenzione tra il Comune di Mazara del Vallo e la Società Unità di Misura s.r.l.

(UDM). Nel protocollo, oltre alle caratteristiche dell’impianto venne anche specificato che la Società avrebbe proposto un contributo, “quale misura compensativa dell’impatto ambientale e territoriale commisurato alla quantità di rifiuti effettivamente gestiti dall’impianto”. Contributo che sarebbe stato di 0,75 centesimi a tonnellata di rifiuto inerte depositato, e 6 euro a tonnellata di rifiuti speciali e urbani. La quantità massima di rifiuti che, secondo il protocollo, potrà essere smaltita nell’impianto è di 20 tonnellate l’anno.

Il progetto proposto della Ditta milanese si baserebbe sulla capacità di accelerare i processi naturali di bioreazione senza generare criticità ambientali azzerando gli impatti che sono classici di un impianto di discarica tradizionale. Ogni costruzione del genere ha le sue promesse, quelle di sempre: azzerare l’impatto ambientale delle consuete discariche, risparmio sulle tariffe, posti di lavoro, migliore gestione del sistema della raccolta rifiuti. Il progetto venne presentato pubblicamente nel luglio 2013 presso l’Aula consiliare.(vedi foto n.2 relativa al Progetto Best).

La realizzazione del “Progetto Best” ha avuto però in questi anni vita non facile negli uffici della Regione siciliana, chissà forse ostacolato anche politicamente dal Governo Crocetta inviso all’Amministrazione mazarese per diverse questioni inerenti il territorio mazarese. Infatti il 5 agosto 2014, il Dipartimento regionale per l’Ambiente annullò, in autotutela, il decreto di compatibilità ambientale emesso il giorno prima. Una passo indietro repentino, quello della Regione, dovuto, a quanto sembra, alla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti sulla vicenda senza, però, specificare, di che tipo e in quale ambito. Successivamente il Tar Sicilia nel 2015 accolse il ricorso della Ditta.

L’iter così riprese a metà del 2015. Seguirono diverse conferenze di servizio presso la Regione (in foto n.3 una di queste riunioni), ma l’iter sembrava andare molto a rilento tanto che il primo cittadino mazarese nel luglio 2016 dichiarò amaramente: “Da oltre tre anni andiamo dietro ad un’autorizzazione della Regione per realizzare questo impianto, però non facciamo altro che entrare ed uscire dagli uffici in attesa che la Regione si decida a darci un parere che, stando così le cose, non credo arriverà presto.

In Sicilia – osserva Cristaldi - diventa sempre più difficile aspettare il futuro. Diventa sempre più difficile augurarsi che la classe dirigente comprenda la necessità di affidarsi all’innovazione tecnologica in una materia così importante qual è quella dello smaltimento dei rifiuti. Sono sconfortato da questa Regione, dal comportamento dell’apparato burocratico che appare timoroso, che non ama il futuro, che non ha le conoscenze tecniche per dire di no a progetti di questa natura e si trincera dietro opinioni o considerazioni personalizzate ma senza precisi rigori scientifici”.

L’iter del “Progetto Best” , nonostante le dichiarazioni del primo cittadino mazarese, andò però avanti alla Regione. Così lo scorso novembre, pochi giorni dopo le elezioni Regionali,  abbiamo appreso che all’albo pretorio del Comune di Mazara si informava la cittadinanza che era stato depositato presso l’Assessorato regionale per il Territorio e l’Ambiente l’aggiornamento alla valutazione di impatto ambientale del progetto, con contestuale avvio della valutazione di incidenza. L’avviso, pubblicato anche sul sito online del Comune, avvertiva che chi aveva interesse poteva prendere visione della documentazione prodotta e presentare in forma scritta eventuali istanze e osservazioni o ulteriori elementi conoscitivi sull’opera in questione.

Non sappiamo se qualche Ente pubblico o privato interessato in un modo o nell’altro sulla realizzazione del progetto abbia presentato istanza al relativo ufficio regionale. Ad ogni modo –come dicevamo- sulla questione sembra che sia calato uno strano silenzio. Inquietante anche il silenzio della cittadinanza, della cosiddetta “società civile”, di quelle organizzazioni ambientalistiche e comitati civici e studenteschi che pochi anni fa contribuirono a non far realizzare una mega distilleria in una zona non molto lontana dall’area oggi in questione. Dove sono finiti pure quei politici che sostenevano quel movimento? Perchè non se ne discute in Consiglio comunale, dov'è l'opposizione (o partiti pseudo-opposizione)? 

Sappiamo che pochi mesi fa un gruppo di cittadini, ambientalisti, ed anche rappresentanti politici si siano riuniti per discutere la vicenda, per approfondirla, per avere chiarimenti. Ma ad oggi nessuna nota ufficiale ci è pervenuta. Della questione si è occupato anche il locale meetup del Movimento 5 Stelle, con il consigliere comunale Nicola La Grutta e con il rieletto deputato all’ARS Sergio Tancredi. Abbaimo contattato telefonicamente proprio Tancredi (in foton.4) il quale ci ha dichiarato: “Il M5S sta monitorando la vicenda.

Abbiamo acquisito, attraverso l’ufficio competente dell’assessorato regionale Territorio ed Ambiente, tutta la documentazione relativa alla tipologia di impianto e sulle modalità di realizzazione e funzionamento. Il progetto prevede –ha sottolineato Tancredi- una discarica di nuova generazione, ma, con tutte le buone intenzioni , si tratta sempre di una discarica che avrebbe un impatto sul territorio. Per quanto riguarda le iniziative da intraprendere –ha spiegato Tancredi- aspettiamo di avere un nuovo interlocutore a livello istituzionale, cioè il nuovo assessore regionale all’Energia, visto che Figuccia si è dimesso.

Al momento la Regione non si ancora espressa sul progetto. Dall’altro però sono convinto che il nuovo Governo regionale, e lo stesso presidente Musumeci lo ha dichiarato, siano indirizzato, in linea con le direttive europee, in una verso una strategia “zero rifiuti”, cioè verso l’incentivazione spinta della raccolta differenziata in tutti i Comuni dell’Isola. Questo mi rassicura. Come mi rassicura –ha concluso Tancredi- che in Commissione ambiente dell’ARS sia presente Giampiero Trizzino esperto conoscitore delle tematiche ambientali e già impegnato su altre vicende che riguardano la salvaguardia del territorio siciliano”.

Tancredi ha parlato di strategia “zero rifiuti”. Siamo però sicuri che questo sia il modello che vuole seguire l’Amministrazione Cristaldi che ha intrapreso un “percorso futuristico” attraverso con il concreto sostegno al “progetto Best”? Abbiamo dei dubbi sul percorso che la stessa Amministrazione sta intraprendendo, in particolare sulla effettiva volontà di promuovere una seria politica verso la raccolta differenziata. Da dati ufficiali della Regione la raccolta differenziata nel territorio mazarese si attesta al 12%, un valore ben al sotto rispetto alle altre città della Provincia (Ad Alcamo e Marsala siamo al 60%).

Un percorso virtuoso di raccolta differenziata necessita infatti di regole certe e di un modello organizzativo strutturato, di un’articolazione territoriale diffusa, di un soggetto gestore e di operatori qualificati, di una rete di comunicazione adeguata: servirebbe puntare oltre ai centri di raccolta (isole ecologiche) al servizio domiciliare (porta a porta) indirizzato alle famiglie e alle attività commerciali, così come richiesto da molti cittadini, vedi anche le diverse iniziative e la raccolta di firme promosse dalla Ggil-Camera del lavoro di Mazara del Vallo).

Una seria “strategia rifiuti zero” abbasserebbe esponenzialmente la quantità della indifferenziata e permetterebbe la riduzione drastica di oneri, ricadenti infine sui cittadini, per il conferimento in discarica. Forse le pubbliche esternazioni contro la Regione in questi anni in materia di rifiuti (vedi i numerosi casi delle discariche chiuse o stracolme e la grande mole di rifiuti in mezzo le strade) avevano il fine di creare il bisogno di nuovi impianti per il conferimento dell’indifferenziata? Non abbiamo certamente pregiudizi nei confronti di progetti innovativi ma certamente la cittadinanza avrebbe bisogno delle rassicurazioni da parte dei diversi interlocutori in merito alla questione (magari anche attraverso un incontro pubblico, e aperto a vari interventi, promosso dalla stessa Amministrazione comunale): questa è anche “democrazia partecipativa”. E’ forse chiedere troppo?.

Francesco Mezzapelle

01-02-2018 10,30

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