Mazara, novità sul progetto di allungare la “spiaggia in Città”. E’ abortito?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
01 Luglio 2018 11:48
Mazara, novità sul progetto di allungare la “spiaggia in Città”. E’ abortito?

Il 28 marzo scorso avevamo pubblicato un articolo in merito ad una conferenza di servizio convocata dal Comune di Mazara alla vigilia del giorno di Pasqua, il 31 marzo alle ore 12, per fornire un parere su un progetto di ripascimento proposto dall’Amministrazione Cristaldi, di un tratto di 150 metri del Lungomare Hopps. Gli Enti invitati a fornire un parere sull’opera erano: Assessorato regionale Territorio e Ambiente , Genio Civile di Trapani, Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani, Soprintendenza del Mare, Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, Demanio Marittimo, ARPA e ASP, Agenzia Dogane.

Avevamo anche sottolineato che la convocazione da parte del Rup del progetto, il geometra comunale Mario D’Agati, non prevedeva una modalità tradizionale di conferenza di servizio, cioè con la presenza fisica, “sincrona”, di rappresentanti degli Enti interessati, bensì, una modalità prevista dalla legge, una conferenza semplificata “asincrona”; in altre parole, gli Enti potevano inviare il loro parere sul progetto o le loro ulteriori richieste di informazioni attraverso la posta certificata all’Ufficio comunale di competenza.

Così gli Enti inviarono il loro parere sul progetto. Il progetto, che avrebbe completato il sogno del sindaco Nicola Cristaldi di realizzare entro la fine del suo secondo ed ultimo mandato, la “spiaggia in Città”, riguardava un intervento di ripascimento relativo ad un tratto lungo 150 metri del litorale del lungomare Hopps e largo 25 metri. Si tratta di un tratto di 150 metri di litorale che inizia, provenendo dal lungomare San Vito verso il centro, dalla fine dell’attuale blocco di cemento dove allocata pompa di sollevamento per il depuratore all’attuale “spiaggia in Città”; è un tratto di litorale a cavallo dell’incrocio fra la via Valeria ed il lungomare.

(vedi foto di copertina con l’area, individuata attraverso google maps, che sarebbe interessata dal progetto di ripascimento). Un precedente studio di fattibilità voluto dall’Amministrazione Cristaldi prevedeva un ripascimento (più semplice) con sabbie di cava…. che evidentemente non è stato accolto favorevolmente da alcuni di questi enti. Il progetto, curato dal geologo Roberto Gallo, prevedeva il ripascimento attraverso la sabbia prelevata al largo dello stesso tratto. A circa 70 metri dalla riva sarebbe stata individuata una sacca di sabbia probabilmente compatibile con quella originaria in modo da allungare così di altri 150 metri la cosiddetta spiaggia in Città.

L’operazione di sputare la sabbia verso il tratto in questione sarebbe stata condotta attraverso una sorbona. I volumi di sabbia che si prevedevano di “sorbonare” si aggiravano tra tra 3000 e 4000 mc, la superficie da ricolmare poco meno di 4000 mq. A quanto pare adesso il progetto sarebbe stato sospeso, forse abbandonato del tutto, in quanto attraverso un’analisi della sabbia al largo da sorbonare sarebbe emersa una differenza fisiologica rispetto a quella che ad oggi ricopre la superficie da colmare la cui sabbia sarebbe invece il frutto di moltissimi residui di materiale da costruzione (chissà forse gettato in quel luogo da qualche buontempone quando demolite alcune case del centro storico a seguito del terremoto del 1981).

In pratica non sarebbe stato superato lo scoglio della caratterizzazione chimica, granulometrica e mineralogica dei sedimenti da sorbonare . Chissà che dalla caratterizzazione sarebbe emerso che questi sedimenti, magari compatibili con quelli dell’area da colmare per granulometria o mineralogia, non fossero compatibili sotto l’aspetto chimico-batteriologico, o anche viceversa. Forse la differenza sarebbe stata anche a livello cromatico con una sacca di sabbia bianca impossibile da sorbonare in un’area ove evidente la sabbia gialla.

Certamente un ente come l’Assessorato Territorio e Ambiente non avrebbe potuto avallare in queste condizioni il progetto. Dopo aver pubblicato l’articolo e condiviso sulla nostra pagina facebook abbiamo ricevuto diversi commenti, gran parte, per la verità, negativi su questa iniziativa dell’Amministrazione, molti dei quali hanno messo in dubbio sia la necessità che la fattibilità del progetto. Inoltre diversi lettori si sono chiesti infatti perché questo grande interesse per la creazione della “spiaggia in città” quando alla spiaggia di Tonnarella, la più estesa e frequentata, e la spiaggia di San Vito non vengono rivolte le stesse attenzioni nonostante diversi problemi persistenti da anni, fra i quali l’erosione del suo litorale.

Anzi diversi cittadini, anche per le modalità e tempi di convocazione della conferenza di servizio, avevano avvertito una certa fretta da parte dell’Amministrazione affinchè il progetto si realizzasse in tempi brevi, entro l’inizio dell’estate, probabilmente per dare la possibilità a turisti stranieri di qualche struttura alberghiera vicinissima di potere usufruire di una spiaggia dove poter fare il bagno e piantare degli ombrelloni. Ricordiamo che il progetto di ripascimento avrebbe avuto un costo di almeno 50.000 euro e sarebbe stato finanziato interamente da risorse comunali (una cifra che avrebbe permesso l’affidamento dei lavori ad una ditta specializzata senza dovere ricorrere ad una gara di appalto che potrebbe avere tempi più lunghi).

Ci poniamo un altro interrogativo, già espresso in precedenza: una volta completato adeguatamente il ripascimento del tratto di litorale sarebbe stata garantita, terminata la bella stagione, la sua resistenza anche per i prossimi anni? O forse con l’inizio dell’autunno e poi con l’inverno, le mareggiate (in quel tratto non vi sono dei flangiflutti come nel tratto successivo) avrebbero risucchiato e disperso in mare la nuova sabbia. Sarebbe stato uno spreco di risorse (vedi le già ingenti risorse comunali spese in questi 9 anni per la “spiaggia in Città”.

Francesco Mezzapelle

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