Mazara nel centenario di Pietro Consagra, Ottobre 1920 – 2020: seconda parte

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Agosto 2020 10:08
Mazara nel centenario di Pietro Consagra, Ottobre 1920 – 2020: seconda parte

Il progetto della Facciata, inizialmente accolto con perplessità e riserva, più volte ridimensionato, rivisto, ridisegnato, veniva finalmente approvato dall’A.C. del tempo e finanziato dalla regione. Contraria  al progetto una roboante mediocrità culturale cui era devota una parte dei così detti tecnici professionisti, con a capo geometri, ingegneri e architetti locali, ai quali si  associava in mutuo soccorso la Bella Addormentata dell’intelligence della Soprintendenza ai BB.CC.

fino ad allora assente, dormiente o distratta nei confronti dell’alieno, la quale, risvegliatasi bocciava seduta stante, con argomentazioni poco convincenti, il nuovo progetto, senza capire di che cosa si trattava.   Quelle ambiguità di fondo, le arretratezze culturali, le ottusità burocratiche della soprintendenza ai BB.CC. l’assenza di una vera politica culturale da parte delle amministrazioni comunali, che avrebbero dovuto difendere politicamente l’opera del grande artista mazarese, hanno fatto perdere a Mazara una occasione storica per un effettivo rilancio sul piano artistico e turistico. Quella bocciatura senza argomentazioni valide procurò una ferita profonda nell’artista, mortificando la sua creatività e gettando i presupposti per un suo ripudio verso quella città irriconoscente e soprattutto profondamente provinciale. L’alieno in seguito sarà demolito e sostituito da una costruzione minimalista, anonima, piatta, insignificante sul piano architettonico e soprattutto artistico, nonostante il tentativo di qualche bassorilievo inserito frontalmente per farlo emergere dall’insignificanza.

Il tutto con il placet di quella Soprintendenza sempre assopita. L’amore di Pietro Consagra verso il suo “paese” è stato tale che nel 1964 regalò ai suoi concittadini la fontana, una scultura bronzea che sarà collocata nella piazza Mokarta antistante il lungomare; anni dopo, donò anche l’intera sua opera grafica, una scultura in marmo e una machette in bronzo, esposti oggi nell’apposita galleria museo, intitolata al maestro,  del collegio dei gesuiti. Luigi Tumbarello

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