Mazara Due, a 30 anni dalla sua nascita: disattenzioni, abusivismo e abbandono. “Il Duemila” chiede al Comune di rimediare

Redazione Prima Pagina Mazara
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20 Marzo 2018 13:39
Mazara Due, a 30 anni dalla sua nascita: disattenzioni, abusivismo e abbandono. “Il Duemila” chiede al Comune di rimediare

Il prossimo giugno il quartiere di Mazara Due, a nord della città, a circa 3 km dal centro storico, taglia il traguardo del trentesimo anniversario di esistenza e di abitabilità delle numerose palazzine di alloggi popolari. Mazara Due, ove risiedono circa 1.500 abuitanti, è il più grande patrimonio immobiliare di case popolari di proprietà di un Comune nella Provincia di Trapani.

Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi una nota da parte dello staff di analisti e tecnici dell’istituto di ricerca "Il Duemila", il cui presidente è il già più volte sindaco avv. Nicolò Vella, che ha proposto di organizzare in occasione del trentennale del quartiere un incontro-convegno per portare segni di solidarietà e di coesione sociale agli abitanti, dando voce alle istanze emergenti della realtà di Mazara Due. Così si legge nella nota:

"Affrontare ed indicare soluzione ai problemi ed esigenze registrate negli ultimi anni. I giovani della prima generazione e i giovanissimi della ormai prossima seconda generazione nati a Mazara Due chiedono nuovi scenari di rigenerazione urbana e di qualità di vita, sono cittadini coraggiosi della Parrocchia che aiutano il quartiere a mantenere un volto visibile. Grande e memorabile fu la cerimonia popolare di avvio della costruzione nell’allora zona deserta e rocciosa con la posa delle fondamenta della prima pietra e pergamena ricordo a firma del Sindaco avv.

Vella e del Vescovo Mons. Trapani. L’assegnazione degli alloggi decisa nei requisiti di legge da Commissione Speciale Comunale presieduta dal Pretore di Mazara, con il canone di affitto agevolato gli alloggi consegnati alle famiglie, che erano ospitati nella grande roulottopoli di via Potenza o in case di città con affitto corrisposto dal Comune, tutte famiglie che erano state costrette ad abbandonare i loro alloggi distrutti o danneggiati dal terribile terremoto che colpì la città nel giugno 1981.

Da annotare che venti alloggi furono concessi in proprietà per diritto di opzione ai cittadini che preferirono lasciare al Comune le loro case distrutte". (in foto di copertina Viale 7 Giugno 1981 a Mazara Due)

Il Duemila ha parlato anche delle criticità attuali che attanagliano lo stesso quartiere:  "Mazara Due confinante con la città degli Studi è dotata di Chiesa parrocchiale con campetto di calcio, Stazione dei Carabinieri, Scuola di Primo Grado, alloggio con suore educatrici, mercato con porticato, vani per uffici comunali ove operò inizialmente Ufficio Civile decentrato. Dopo alcuni anni nel quartiere si verificò l’onda abusiva degli alloggi lasciati vuoti da famiglie emigrate al nord o all’estero o ritornate ad abitare nel centro città.

Il Comune non pose rimedio e contrasto, anzi continuò nella poca attenzione al nuovo e popoloso quartiere. Ne è testimonianza l’abolizione dell’ufficio Case nel 2006 che curava la manutenzione degli alloggi ed il recupero degli affitti non pagati, oggi sono di diverse migliaia di euro in parte prescritti i canoni non pagati. Numeri pesanti che hanno creato danno al bilancio comunale. La politica del Comune, oggi è una lavagna vuota su Mazara Due. Il Comune è sul banco degli imputati come accade spesso per la riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie considerate spesso pezzi di territorio di non città." (in foto n.2 la Chiesa Sant'Antonio di Padova a Mazara Due)

Da qui l’idea dell’istituto Il Duemila di organizzare in preparazione dell’anniversario trentennale l’incontro convegno. "Incontro di indicazioni critiche, di riflessione, di proposte. Sollecitare il Comune proprietario a fare passi necessari per eliminare criticità e dare sostenibilità e forza a Mazara Due che cambia. Per l’immediato e prima Il Duemila propone due obiettivi: creazione del “comitato di quartiere” in modo che gli abitanti di Mazara Due possano mettere a fuoco e misurare liberamente le loro priorità e proposte; ottenere autorizzazione del “mercato del contadino” in comodato d’uso di spazio nel mercato e nel porticato a servizio di tutta la città, come da richiesta già avanzata. Si tratta di obiettivi che sarebbe ingiusto non riconoscere".

Francesco Mezzapelle

20-03-2018 

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