Mazara, dragaggio porto canale, anche Quinci, dopo Cristaldi, colpito dalla “maledizione del fratino e fraticello”?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Maggio 2020 10:43
Mazara, dragaggio porto canale, anche Quinci, dopo Cristaldi, colpito dalla “maledizione del fratino e fraticello”?

L’amara constatazione è stata evidenziata lo scorso 23 maggio in occasione del varo di un peschereccio ristrutturato presso un cantiere mazarese: l’escavazione del porto canale di Mazara del Vallo non interessa, strategicamente, alla Regione e alla politica siciliana (con gran piacere dell' UE). Probabilmente se ne sta accorgendo anche l’attuale sindaco Salvatore Quinci, così come era successo anche al suo predecessore, Nicola Cristaldi; anche questi nella sua seconda sindacatura quando tutto sembrava presagire l’inizio dei lavori ha dovuto registrare strani intoppi che portarono ad un nuovo stop all’avvio dei lavori di dragaggio del porto tanto atteso da operatori economici ed in particolare da comparto peschereccio; vedi i danni provocati dal basso fondale ai numerosi pescherecci rimasti incagliati al centro del porto canale durante le manovre per fare gasolio o per uscire dal cantiere.

Chissà la paura dell’armatore Luciano Giacalone giorni fa prima del varo del suo nuovo peschereccio “Michele Giacalone” in quelle acque dove ormai affiorano isole di sabbia; a quel varo oltre al sindaco Quinci erano fra gli altri presenti il presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè, il presidente di Agripesca Sicilia Toni Scilla, ed il  vescovo mons. Domenico Mogavero, forse sdaranno state proprio le sue preghiere ad evitare che il peschereccio nella sua discesa in acqua finisse fra le sabbie.

Nella sua nota il sindaco Quinci plaudendo al “coraggio” (di questi tempi si sa …) dell’armatore è tornato a parlare (in verità lo aveva fatto qualche giorno prima in un’intervista nei nostri studi) della mancata escavazione del porto canale: “Questa nave –si legge nella nota di Quinci- sta per essere varata sul fiume Mazaro, che da otto anni aspetta noi uomini della politica che lo abbiamo abbandonato e lasciato perdere. Questa politica che oggi riceve un regalo immeritato, deve poter dare risposte a partire da domani.

Il fiume Mazaro è la vita di Mazara del Vallo, e se è lasciato al suo destino, proprio qui in questo luogo, tra qualche anno non si consentirà più a tutti questi operai che si sono impegnati per due anni per realizzare questa meraviglia di poter continuare a lavorare. Chiedo alla politica una risposta che purtroppo, tarda ancora ad arrivare per la gente di Mazara del Vallo”. Chissà se il messaggio di Quinci sia stato raccolto da Micicchè, e l’amico Scilla; chissà che Micicchè solleverà e batterà i pugni, con lo stesso furore utilizzato quando attaccato in aula o dai giornalisti, sul tavolo della Presidenza regionale affinchè possa riprendere l’iter per l’avvio dei lavori di escavazione del porto canale di Mazara del Vallo.

Oppure anche lui si è accorto che la battaglia del porto canale potrebbe essere una partita già persa in partenza (chissà quella ipotizzata strategia dall’alto che in questi anni non avrebbe consentito al porto di Mazara, e alla sua marineria, di ritornare ai fasti di un tempo). Sull’attuale impasse relativa ai lavori del porto canale di Mazara non abbiamo visto nessuna presa di posizione, ne tanto meno impegno, da parte della deputazione mazarese all’Ars e alla Camera, dai rappresentanti locali di Federpesca, Ugl o di altri associazioni datoriali o di categoria: paura di bruciarsi con il fuoco eh? Ricordiamo che l’iter per l’inizio del dragaggio del porto si è arrestato a seguito dell’operazione di Polizia, effettuata ai primi di marzo e denominata “Ottavo Cerchio”, che ha portato alla luce presunte attività illecite (anche mazzette) negli uffici del Genio Civile di Messina e Trapani.

Nell’elenco degli arrestati figuravano anche due personaggi importanti nell’ambito dei lavori di dragaggio del porto mazarese e presenti lo scorso ottobre alla conferenza stampa, tenutasi presso la Capitaneria di Porto di Mazara, e presieduta dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: Pino Micali proprietario della societa’ di Messina che si era aggiudicata l’appalto per il dragaggio e Giancarlo Teresi, ingegnere capo del Genio Civile di Trapani, direttore dei lavori. A seguito dell’operazione lo stesso sindaco Quinci, attraverso una nota, dichiarò: “mi giunge notizia che già il Dipartimento Regionale Tecnico nella persona di Salvo Lizzio si sia già attivato per avviare la procedura di sostituzione del direttore dei lavori del  dragaggio del porto canale di Mazara del Vallo.

Resto fiducioso e mi auguro che i lavori pulizia proseguiranno senza ulteriori ritardi”. La speranza del primo cittadino mazarese fu vanificata dal trascorrere del tempo visto che si attende ancora la nomina del nuovo direttore i lavori e soprattutto, questo sarà un bel rebus, bisognerà capire infatti se sarà sempre la stessa ditta, la Ecol2000 di Messina, ad eseguire i lavori di dragaggio del porto canale oppure bisognerà procedere ad una nuova gara di appalto. I lavori di dragaggio del porto canale di Mazara del vallo avrebbero riguardato –come  spiegò lo stesso presidente della Regione lo scorso 29 ottobre presso la Capitaneria di Porto- la bonifica e l’escavazione del porto canale, suddiviso in zone.

Saranno dapprima tolti i rifiuti ingombranti dai fondali (cavi di acciaio, reti da pesca, sartiame, cavi di diversa natura, copertoni in gomma, legno, vetro, plastica, batterie esauste), poi, nel tratto compreso tra il ponte vicino lo stadio e il mercato ittico, il progetto prevedeva il ripristino dei fondali: a -3 metri; dal mercato del pesce sino all’altezza del piazzale G.B. Quinci; a -4 metri; da piazzale Quinci e sino all’imbocco del porto a -6 metri; insomma un intervento per una superficie di circa 180 mila metri quadrati.

L’ing. Teresi invece, sempre in quell’incontro aperto alla stampa,  sottolineò che i fanghi prelevati, a seguito del carotaggio effettuato pochi mesi fa, per buona parte sarebbero stati conferiti nella cosiddetta “Colmata B”, zona adiacente al porto di ponente; altri tipi di rifiuti e materiali speciali sarebbero conferiti invece in apposita discarica. Premettiamo che i lavori rappresentano un primo stralcio, altra cosa la pulizia di tutto il tratto urbano del fiume Mazaro. I lavori di dragaggio, a seguito ribasso d’asta, sono stati appaltati per 836 mila euro, il resto delle somme è stato messo a disposizione per eventuali varianti o lavori collaterali, vedi la messa in sicurezza e bonifica dell’area di “colmata B” (in verità, nonostante alcuni ambientalisti la proclamino area di interesse naturale, è ridotta ad una pattumiera) dove verranno sistemate le vasche per il conferimento dei fanghi prelevati durante l’escavazione.

Ovviamente con la cifra messa a disposizione per l’intervento, poco più di 800 mila euro, bisogna capire quale sarà la reale consistenza e l’efficacia dei lavori che saranno effettuati: saranno adeguati rispetto alle effettive necessità dei diversi operatori economici, in primis quelli del comparto peschereccio, che esercitano la loro attività lungo le stesse banchine del porto canale? Ovviamente lo scopriremo quando e se i lavori iniziati e ultimati. Infine un altro interrogativo riguarda le modalità di trattamento e il conferimento dei fanghi che andranno depositati in “vasca di colmata”, ci riferiamo, ovviamente, alla sopracitata “colmata B”, una questione non di poco conto e a causa della quale si sono persi, in dispute e conflitti con qualche associazione ambientalistica, tanti anni.

Non vorremmo che anche il sindaco Quinci fosse colpito dalla “maledizione del fratino e del fraticello” (dal nome de due esemplari di uccellini che gli ambientalisti intendevano difendere bloccando l’utilizzo   della “colmata B”) che colpì Cristaldi nel bel mezzo del suo cammino e che lo portò a numerosi attacchi alla politica regionale in merito alla questione. A proposito, ma che fine hanno fatto gli uccellini degli ambientalisti? (in foto montaggio di copertina due esemplari di fratino e fraticello in un'isola di sabbia del porto canale di Mazara del Vallo).

Francesco Mezzapelle

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