Mazara, dissequestrate le aree demaniali di alcuni locali del lungomare. Quando di mezzo vi è la burocrazia…

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
02 Giugno 2018 09:36
Mazara, dissequestrate le aree demaniali di alcuni locali del lungomare. Quando di mezzo vi è la burocrazia…

Abbiamo appreso che ieri pomeriggio la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo ha dissequestrato quattro delle sette strutture per le quali nella giornata del 17 maggio lo stesso personale della locale Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo aveva dato esecuzione ai “decreti di sequestro preventivo”. Ricordiamo che i decreti, che erano stati emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Marsala su richiesta della Procura della Repubblica, riguardavano alcune strutture (gazebi, fioriere, tavolini e sedie) posizionate sui Lungomare “Mazzini” ed “Hopps” di Mazara per il protrarsi del reato di “abusiva occupazione” di demanio marittimo posto in essere dai titolari di sette attività di ristorazione.

Probabilmente nelle prossime ore la rimozione dei sigilli riguarderà anche le restanti tre strutture che avevano subito il sequestro delle aree demaniali. “La vicenda –così come si legge nella nota diramata lo scorso 17 maggio dalla Capitaneria di Porto di Mazara guidata dal Comandante Maurizio Ricevuto- trae origine da un vecchia questione riguardante la delimitazione tra le aree comunali e quelle appartenenti al demanio marittimo regionale conclusasi nel mese di giugno del 2016.

In sostanza, la Commissione di delimitazione, a suo tempo appositamente istituita per l’individuazione della linea di demarcazione, ha concluso i lavori stabilendo che il confine tra le due aree coincide con le antiche “Mura Ruggeriane”, con la conseguenza che tutte le strutture realizzate sul lungomare Mazzini ricadono sul demanio marittimo regionale. Per tali ragioni l’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente, già nel mese di novembre del 2016, avvisava i gestori delle suddette attività, invitandoli a regolarizzare la propria posizione amministrativa, munendosi del titolo amministrativo idoneo a legittimare l’occupazione di suolo demaniale marittimo”.

Nonostante fossero trascorsi quasi due anni dalla ormai consolidata delimitazione, i titolari degli esercizi commerciali non avevano ancora conseguito il titolo concessorio del sedime demaniale ed è per tale motivo che l’Autorità Giudiziaria, permanendo l’occupazione abusiva, aveva disposto i sequestri delle strutture. Il nuovo provvedimento di dissequestro delle strutture sembra che sia stato deciso dal giudice a seguito delle carte prodotte da un legale, incaricato da tutte le ditte, che avrebbero dimostrato che le stesse avevano già presentato, a seguito della soluzione del contenzioso fra il Comune (al quale alcuni degli esercizi avevano pagato la concessione dell’area) e l’area demaniale che aveva visto prevalere l’Ente regionale, la richiesta di concessione demaniale all’Unità di competenza dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente per il montaggio di gazebo e collocazione di tavolini, sedie e fioriere.

Probabilmente il ritardo nella risposta alle richieste delle relative concessioni demaniali avrebbe reiterato la posizione non regolare delle strutture e pertanto era scattata la procedura giudiziaria nei confronti delle sette attività di ristorazione. Insomma a farne spese dei lunghi tempi della burocrazia sarebbero stati propri i gestori delle stesse attività. Il sequestro delle aree demaniali aveva gettato nello sconforto sia i gestori che i lavoratori delle stesse attività proprio all’inizio della bella stagione visto anche con l’arrivo di turisti, un duro colpo che rischiava di compromettere il loro futuro lavorativo.

Anche la politica si era mossa al fine di sbloccare l’intrigata questione, ma come spesso accade era stata la burocrazia a prevalere, ciò ovviamente finchè non sono intervenute le carte legali...Viva la Repubblica Francesco Mezzapelle

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