Mazara, crescono bullismo e microcriminalità nel centro storico. Colpa solo di “Psycho Love”…?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Ottobre 2018 12:52
Mazara, crescono bullismo e microcriminalità nel centro storico. Colpa solo di “Psycho Love”…?

Casi di bullismo ed una microcriminalità giovanile stanno creando un serio problema di sicurezza per le nuove generazioni. Ci pervengono infatti sempre più segnalazioni circa la presenza di gang di adolescenti che scorrazzano nel centro storico di Mazara del Vallo provocando residenti e visitatori, non mancano gli scippi ed i casi di bullismo verso i propri coetanei; per non parlare delle risse che spesso avvengono nelle feste organizzate dalle scuole. Ci è stato segnalato, ad esempio, che ieri sera due ragazzini verso mezzanotte in pieno centro sono stati accerchiati da due ragazzi un po' più grandi, sono stati immobilizzati e derubati.

Su facebook alcuni cittadini segnalano  la presenza di “ragazzini pericolosi” che adottano vere e proprie pratiche “bulliste”. Diversi genitori hanno paura  a far uscire i propri figli, adolescenti, il sabato pomeriggio e chiedono a gran voce più controlli da parte delle forze dell’ordine nel centro storico: C/so Armando Diaz (in largo della Figurella sovente si notano giovanissimi litigare, fumare ed imbrattare con pennarelli le mura e le panchine in marmo ivi collocate), piazza Mokarta, piazza della Repubblica, via Santa Caterina, via Garibaldi, via Porta Palermo, via dell’Arco, Largo Badiella (nell’area circostante la sede centrale di Poste Italiane ), ed altre punti ancora… Il bullismo, esercitato verso i propri coetanei, è spesso anticamera della microcriminalità giovanile che negli ultimi anni sta mettendo a ferro e a fuoco la Città.

Non si contano più i furti nelle abitazioni e nei negozi, i casi di arresto riguardano nella stessa percentuale molti giovani figli di immigrati; quotidianamente si registrano fermi per detenzione e spaccio di sostanze e stupefacenti. In questo sistema gli uomini delle forze dell’ordine presenti in Città appaiono in grande imbarazzo, da un lato hanno il dovere di intervenire per assicurare alla legge i malviventi, poi costretti a vedere gli stessi criminali rimessi in libertà, in molti casi dopo alcune ore, grazie (si fa per dire) a delle leggi che “tutelano” fin troppo; non è giustizialismo il nostro ma c’è un limite all’imbarazzo di vedere un piccolo criminale circolare sulle strade quando quasi nella stessa giornata è stata comunicato il suo arresto.

Sono quasi sempre gli stessi i malviventi che operano in Città, sembrano che facciano gara per far finire le loro foto sui giornali e sui siti online. Stanno assumendo la stessa “celebrità” di quei fuorilegge che imperversavano nel far west; d’altronde questo è il clima che si comincia respirare in Città, un clima da far west . E’ forse soltanto colpa dell’ignorante "writer" che imperversa nel centro storico imbrattando le mura storiche della città firmandosi “Psycho Love”?  (in foto copertina la scritta ignorante presso Largo Badiella nei pressi dell'Ufficio centrale di Poste Italiane) Ci chiediamo: è funzionante e quali risultati ha prodotto il sistema di videosorveglianza adottato, dopo un iter tortuoso, dall’Amministrazione comunale e costituito di circa una trentina di telecamere in alcuni punti nevralgici della Città? Ad esempio, attraverso quel sistema, che ha il centro di comando presso la Polizia Municipale, non è stato possibile neanche individuare i sempre più parcheggiatori abusivi che agiscono a partire da piazzale Quinci, al lungomare ed in alcune piazze della Città? Perché non impiegare personale di Polizia Municipale (una buona parte impiegato con mezzi di ordinanza per sanzionare la violazione del codice della strada da parte dei cittadini) per il controllo a piedi del centro storico nel corso dei fine settimana? Potrebbe essere un importante deterrente contro il bullismo e la microcriminalità...

Insomma ci sono tutti gli ingredienti per potere ben affermare che il sistema di pacifica convivenza venutosi a creare negli ultimi decenni a Mazara del Vallo sta per cedere a causa di pericolose dinamiche sociali. Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e far finta che il problema non esista (certo questo fa comodo a chi dovrebbe amministrare...): quanto sta avvenendo nelle nuove generazioni a Mazara del Vallo è la punta dell’iceberg di un fenomeno che cova anche in molte città italiane considerato anche nel nostro territorio vi è la più alta percentuale di immigrati che qui hanno creato famiglia.

E’ infatti innegabile che la crisi economica degli ultimi anni ha conseguenze molto negative sulle nuove generazioni di figli di immigrati. Molti di loro, come i coetanei di origine autoctona,  perseguono "disvalori". Da alcuni anni a questa parte si avverte il rischio di una generazione di figli di immigrati senza prospettive ed allo sbando. Purtroppo la crisi economica degli ultimi, soprattutto nel settore economico trainante la città, cioè la pesca, ha determinato un impoverimento della comunità immigrata; molti immigrati lavoratori sui pescherecci sono tornati in patria per fare gli armatori della pesca.

Tutto questo è stato accompagnato dall’assenza negli anni di una politica seria e concreta che permetta una maggiore integrazione degli immigrati nel tessuto sociale cittadino; non risulta istituita la “Consulta degli Immigrati” anche se lo Statuto Comunale lo prevede da anni e nonostante dal 2002 vi sia la presenza di un consigliere comunale aggiunto scelto fra la comunità immigrata. Ma la comunità immigrata sembra ghettizzata. La verità, al di là della propaganda politica di facciata, è che ad oggi vi sono più comunità, autoctona, maghrebina e slava, che vivono separate in casa, a parte nel lavoro sui pescherecci, mazaresi ed immigrati, sia maghrebini che slavi, nemmeno si sfiorano.

Così è cresciuto il malcontento di questi giovani figli, fra i 18 ed i 30 anni, di immigrati; molti come me sono nati qua a Mazara ma in pochi sono riusciti ad integrarsi. Molti giovani immigrati che vivono soprattutto nel centro storico soffrono la precaria condizione economico e sociale e provano un innato rancore nei confronti dei loro coetanei mazaresi. In questo contesto vi è il serio rischio che alcuni giovani siano affascinati dai messaggi estremistici e da azioni criminose che avvengono in realtà europee più grandi.

Sarebbe grave, fuorviante e strumentale additare le cause della devianza giovanile prendendo in esame soltanto la realtà “multietnica” che ormai vive da qualche decennio la Città di Mazara del Vallo. Il problema –come abbiamo già ribadito- riguarda la società in generale ed i modelli educativi che si stanno sempre affermando nelle famiglie, autoctone ed immigrate, e nelle agenzie di socializzazione, la scuola in primis. Viviamo in una società che si proclama "civile" che dichiara di bandire da sé, in nome di una convivenza pacifica e solidale, tutte quelle sopraffazioni dirette ed indirette che in passato costituivano oscuri "segreti di famiglia" o che, in alcuni casi, venivano perfino giustificate.

Tuttavia nella nostra compagine sociale lo spartiacque fra il lecito e l'illecito è divenuto, nel tempo, talmente fragile che le coscienze meno forti hanno smesso di avvertirlo o lo hanno consapevolmente ripudiato. I giovani non vivono in un vago limbo sociale. Essi cercano oggi, come in passato, un'idea collettiva nella quale identificarsi, uno scenario sociale fortemente significativo, che permetta un progetto ideale di vita ed un futuro aperto. La piramide negativa tocca poi le famiglie laddove vi sia stata rinuncia a modelli di vita educativa, ad affettività trasmessa, ad esempi di comportamento.

E tocca la scuola che spesso scambia il permissivismo con la comprensione, in bilico fra la punizione dei comportamenti aggressivi ed il tentativo di un dialogo. E manca, soprattutto, un'opera di prevenzione che promuova situazioni che aiutino il risorgere dei comportamenti collaborativi che pur esistono nella natura della maggior parte dei giovani. Francesco Mezzapelle

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