Mazara, Centro Studi La Voce: “Mercato del pesce inutilizzato ed in stato di abbandono”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
28 Novembre 2016 10:37
Mazara, Centro Studi La Voce: “Mercato del pesce inutilizzato ed in stato di abbandono”

Proseguiamo nell’analisi dei più eclatanti esempi di investimento di pubblico denaro in opere la cui fruizione da parte dei possibili utenti non è mai realmente iniziata. La volta scorsa abbiamo messo in evidenza l’insuccesso di un investimento da circa 5.000.000 €, quello nel compendio di Miragliano, da cui si sarebbe potuto partire per una fruizione del sito, affascinante e di antica memoria cittadina, da parte di un pubblico non solo locale, ma anche di sicuro interesse per i turisti catturati dal mistero del Satiro.

5.000.000 € sembra una cifra magica, foriera di sperperi e di inconcludenti iniziative. E’ interessante ricostruire la storia che ha portato a dilapidare altri 5.000.000 € circa, legata ad una vicenda lunga ben 57 anni e che riguarda la costruzione del mercato ittico cittadino. Era il 1959 l’anno in cui Mazara, che cominciava la corsa verso il primato di prima ”Marineria” d’Italia, decise di dotarsi di una infrastruttura funzionale all’economia emergente: la Pesca.

Ebbene, logico che si procedesse con lungimiranza a costruire il Mercato Ittico, luogo di compravendita controllata e di giusti tributi alle casse comunali.

Il primo progetto di costruzione del Mercato Ittico a Mazara del Vallo risale proprio al 1959, affidato all’epoca all’Ing. Milone, professionista sicuramente competente. Lo stesso incarico, nonostante le lungaggini, inusuali per un ingegnere della levatura di Milone, e il non completamento del progetto, viene riconfermato al professionista nel 1966. Successivamente nel 1972, a progetto ancora non ultimato, l’incarico viene condiviso fra l’Ing. Milone e l’Ing. Caradonna, altro tecnico di chiara fama. Colpo di scena: nel 1977 questo tormentone cessa con la revoca dell’incarico alla strana coppia. Fato crudele che obnubilava le menti di solerti e preparatissimi professionisti? Destino cinico e baro che si accaniva sulla nostra comunità? O semplicemente c’era chi aveva interesse a allungare i tempi di realizzazione?

Azzardiamo una ipotesi, ancorché ampiamente inverosimile : forse i folletti cattivi erano i mercanti che ricoprivano un ruolo importante nella filiera ittica, imprenditori notoriamente allergici alle tasse e anche soltanto ai controlli che un mercato comporta. Anche se fosse questa la spiegazione, si può comprendere il tentativo di insabbiare l’opera da parte di questi imprenditori, ma non si giustifica l’acquiescenza delle Amministrazioni. I primi difendevano i propri interessi, i secondi venivano meno al patto fatto con gli elettori, di amministrare la cosa pubblica nell’interesse di tutti.

In questi giorni stiamo assistendo ad una operazione per certi versi simile, di cui parleremo dopo esserci attentamente documentati e solo se troveremo motivi di possibili conflitti con il “bene comune” dei contribuenti mazaresi: l’esternalizzazione del ciclo delle tasse e dei tributi cittadini, dall’accertamento fino alla riscossione coattiva. Un’operazione che rischia di essere di 10.000.000 €, guarda caso multiplo del famigerato numero (5.000.000 €) che ha accompagnato le vicende prima descritte.

Proseguendo nella triste storia del Mercato Ittico, dopo un anno sabbatico, viene reincaricato nel 1978 l’Ing. Milone, il quale, inspiegabilmente dopo pochi giorni si dimette dalla direzione dei lavori, che sarà affidata all’Ing. Caradonna, riformandosi così la “strana coppia”. Poi è la stagione dei guai giudiziari per l’Amministrazione, guai che rallentano quasi fisiologicamente i lavori.

Solo nel 2005 il Sindaco Macaddino affida l’incarico, la cui legittimità non è cosi evidente, di progettazione a tre tecnici esterni all’Ente fra cui il redivivo Caradonna. Anno di svolta il 2005, perché proprio in quell’anno l’opera viene finanziata dalla Regione Siciliana Assessorato alla Presidenza, per l’importo complessivo di €. 5.000.000,00, di cui spese tecniche per €. 961.350,79. Di maestoso questo finanziamento ha la parcella che i sagaci tre moschettieri riescono a mettere assieme: 961.350,79 €.

Un importo sicuramente enorme per la semplicità dell’opera, che qualunque altro committente avrebbe ferocemente contestato. Ma le nostre Amministrazioni, in particolare durante la sindacatura Macaddino, sono state arrendevoli per indole, non certo per interesse. E’ la stessa giunta del disastro della Belice Ambiente. Sarà bene ricordarsi di queste coincidenze se certi personaggi avranno l’ardire di ritornare in campo per le elezioni regionali o, peggio, per le nazionali.

È perfino successo che, regnando Sua Grazia Macaddino, sono stati inventati ruoli e competenze, creati per la prima volta nella realizzazione di un’opera pubblica.

Non solo nuovi ma anche lautamente remunerati, se risponde al vero che sono miracolosamente lievitati sino a dieci volte il dovuto. Pare che i responsabili di questa appropriazione di denaro pubblico, naturalmente con il beneficio della buona fede, stanno provvedendo alla restituzione.

Centro Studi "La Voce"28/11/2016{fshare}

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