Mazara, Cani randagi avvelenati in C/da Santa Maria. Gesto inumano e criminale. “Istituzioni responsabili dell’aumento del randagismo in Città”.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
12 Maggio 2019 10:48
Mazara, Cani randagi avvelenati in C/da Santa Maria. Gesto inumano e criminale. “Istituzioni responsabili dell’aumento del randagismo in Città”.

Due cani randagi, forse anche un altro, sono morti avvelenati nei pressi di Contrada Santa Maria. A segnalare quanto accaduto ai vigili urbani, ieri alle ore 18 circa, è stata una cittadina, Elena Visani, una volontaria di strada appassionata di cani. I due cani morti (vedi foto di copertina) sono stati ritrovati fra la via Cascella e la via Giuffo. Il nucleo di competenza dei vigili urbani sono arrivati sul posto questa mattina. E’ stata data disposizione di rimuovere la carcassa del cane nero, deceduto da qualche ora, mentre per quello bianco, in stato di putrefazione in quanto probabilmente avvelenato qualche giorno fa, sarà necessaria latra procedura.

Si spera che i vigili urbani ed il servizio veterinario del rifugio comunale per cani di contrada Affacciata possano stabilire come avvelenati i due cani. Chissà che entrambi non abbiano ingoiato qualche polpetta avvelenata preparata da qualche cittadino, criminale che ha ritenuto “fastidiosa” la presenza di quei cani nella zona; all’appello mancherebbe un altro cane, di colore nero, che farebbe parte dello stesso gruppo di randagi, alcuni di questi erano stati sterilizzati e rimessi in circolazione sul territorio.

I cani avvelenati da mano umana sono stati condannati ad atroci sofferenze. Abbiamo contattato la stessa Elena Visani che giornalmente si reca nelle diverse zone della Città per dare da mangiare a gruppi di randagi, di uno di quelli avvelenati era stata nominata tutor. “La situazione è davvero gravissima, non è la prima volta che nel territorio dei cittadini criminali avvelenano dei randagi, qui a Santa Maria nel giro di tre anni ne sono stati avvelenati una ventina. Al di là del gesto criminale –ha detto Elena Visani- vi sono anche responsabilità delle istituzioni comunali.

In questi anni non si è provveduto ad una seria attività di sterilizzazione per far diminuire il fenomeno del randagismo. L’ultimo anno i cani sterilizzati sono stati soltanto un centinaio, troppo poco rispetto all’esigenze del territorio. Inoltre –ha sottolineato- manca un adeguato sistema di videosorveglianza, vi sono pochissime telecamere solo nel centro storico e pertanto risulta impossibile individuare chi ha compie un gesto inumano, crudele e criminale come l’avvelenamento dei cani”.

Così ha concluso: “spero che il prossimo sindaco della Città, al contrario di quello che ha governato negli ultimi anni, possa seriamente affrontare la problematica randagismo in tutte le sue sfaccettature”. Per chi non lo sapesse ricordiamo che avvelenare animali è un reato.  Avvelenare un animale è un reato ai sensi dell’art. 544-bis del codice penale, cioè uccisione di animali. Inoltre l’ art. 146 T.U. Leggi Sanitarie proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46.

Per la denuncia, che ovviamente deve contenere le prove dell’avvelenamento dell’animale (a questo proposito è importante allegare tutti i referti veterinari), ci si può rivolgere a qualsiasi organo di polizia giudiziaria (Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Municipale, Polizia Provinciale), presentando di persona il proprio esposto o denuncia (anche contro ignoti) in forma scritta. Francesco Mezzapelle

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