Lettera aperta da parte di familiari di vittime di mafia

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
05 Marzo 2014 07:43
Lettera aperta da parte di familiari di vittime di mafia

Noi familiari di vittime della mafia manifestiamo stupore e indignazione per l'ultima paradossale esibizione di persone legate al mondo di Cosa Nostra. Ci riferiamo alla decisione della signora Rosa Pace, vedova del noto capomafia Mariano Agate deceduto il 3 aprile 2013, la quale, querelando per diffamazione a mezzo stampa il giornalista Rino Giacalone, pretende di tutelare la buona reputazione del marito, un criminale condannato a vari ergastoli per i suoi truci delitti, coinvolto in fatti di sangue disumani. La querela si riferisce a un articolo in cui il

giornalista, dopo aver ricapitolato la carriera del boss, ha espresso con parole colorite proprie del linguaggio comune il disprezzo che tutti noi proviamo per le sue imprese sanguinose.

 

La frase di Rino Giacalone incriminata è la seguente: "Le stragi dove furono uccisi Falcone, Borsellino, quelle di Roma, Milano e Firenze, portano la sua firma, così come le guerre di mafia più violente tra Trapani e Palermo. Oggi bisogna dire che la sua morte toglie alla Sicilia la presenza di "un gran pezzo di merda".

La frase è forte, non è elegante, ma non può essere considerata offensiva, poiché esprime una opinione fondata su dati di fatto e di diritto. Come può danneggiare la reputazione di un criminale riconosciuto colpevole di omicidi truci e di vere e proprie barbarie? Di un uomo al quale il vescovo di Mazara del Vallo Mons. Mogavero ha rifiutato i funerali religiosi, con ciò attirandosi da parte della stessa signora Rosa Pace l'accusa di "fare propaganda giustizialista", di avere fatto della sua famiglia "carne da macello"?

Invece di offendersi, la signora Pace dovrebbe mettersi nei nostri panni, nei panni dei familiari delle vittime. Queste famiglie, non la sua, hanno il diritto di lamentare di essere state trasformate ingiustamente in carne da macello, come carne da macello sono stati uomini, donne e bambini strappati alla vita per responsabilità di quel capomafia, alcuni perché servivano fedelmente lo Stato, altri perché erano casualmente nei luoghi dove è stata seminata la violenza.

La signora Pace abbia dignità di prendere le distanze dalle imprese criminali del marito e ritiri questa querela che ci offende. Se non lo farà, la magistratura dimostri che esiste una giustizia giusta, pronta e incontaminata. Lo dimostri archiviando subito questa pretesa di difendere una buona reputazione inesistente, questo tentativo di abusare della giustizia per indirizzare messaggi intimidatori a Rino Giacalone, al quale esprimiamo solidarietà, e a tutti i giornalisti che, come lui, di fronte all'indifferenza generale hanno il coraggio di ricordare atroci crimini di cui si sono macchiate determinate persone, e dire che i cosiddetti uomini d'onore, in realtà, non hanno nessun onore.

Firmato: Margherita Asta, Lucia Calì, Maria Irene Ciaccio Montalto, Fabrizio Famà, Chiara Frazzetto, Franco La Torre, Paolo Marcone, Matilde Montinaro, Mariacarmela Rechichi, Alberto Spampinato, Francesca Bommarito, Gabriella Carfora, Nando Dalla Chiesa, Pino Fazio, Michele Giordano, Salvatore La Porta, Viviana Matrangola, Filippo Palmeri, Liliana Riccobene, Alessandro Tedesco, Anita Bonfiglio, Antonio Castelbuono, Ferdinando Domè, Marisa Fiorani, Teresa Giordano, Teresa Lacovara, Angelo Mizzi, Michele Panunzio, Carla Rostagno, Piera Tramuta, Salvatore Borsellino, Maria Catalano, Flavia Famà, Mara Fonti, Piero Invidia, Daniela Marcone, Federica Montalto, Annarita Rechichi, Maddalena Rostagno.

05-03-2014 8,40

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