Le ultime della sera. Rabat, capitale africana del dialogo interreligioso

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
19 Febbraio 2020 19:18
Le ultime della sera. Rabat, capitale africana del dialogo interreligioso

Il 12 febbraio di quest’anno, si è svolta a Rabat nei pressi della Biblioteca Nazionale del Regno la cerimonia della firma del libro "Rabat, capitale africana del dialogo interreligioso". Frutto della collaborazione della Nunziatura Apostolica (Ambasciata Vaticana) e della Fondazione Diplomatica, il libro è già stato offerto, rispettivamente, a Sua Maestà il Re Mohammed VI e a Sua Santità Papa Francesco. Sua Eccellenza Mons. Vito Rallo, Nunzio Apostolico in Marocco, figlio della nostra terra, che mi onoro di conoscere da quando era un giovane sacerdote qui a Mazara, e che ha celebrato la S.

Messa in un momento importante della mia vita, quando appena sedicenne pronunciai la mia promessa scout a Borgo Runza il 10 marzo del 1983, non manca mai di notiziarmi delle belle cose che ha fatto in giro per il mondo come diplomatico della Santa Sede. Infatti, Padre Vito, come l’ho sempre affettuosamente chiamato, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 20 febbraio 1988, prestando successivamente la propria opera nelle rappresentanze pontificie in Corea, Senegal, Messico, Canada, Libano, Spagna, Burkina Faso e Niger.

Nel 2004 viene nominato Inviato speciale ed Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa a Strasburgo, incarico che ha mantenuto fino al 2007. Ed il 12 dicembre del 2015 Papa Francesco lo nomina Nunzio Apostolico del Marocco, il tempo di insediarsi e di conoscere la realtà del regno del Marocco che assieme al Presidente e al Segretario Generale della Fondazione Diplomatica pensano di scrivere questo libro, frutto di tre anni di lavoro congiunto tra la Fondazione Diplomatica e la Nunziatura Apostolica, e che ha permesso di presentare la visita di Sua Santità Papa Francesco su invito di Sua Maestà il re Mohammed VI, oltre alle visite storiche di Papa Giovanni Paolo II su invito del re Hassan I In una recente intervista pubblicata su “Le Matin” il principale quotidiano del Marocco, Padre Vito racconta la storia del libro ed il rapporto tra i cristiani e i musulmani: Come coautore di questo libro, come ti è venuta l'idea di questo libro? Questo libro è nato per caso.

Perché una volta mentre stavamo pensando come preparare le giornate dedicate alla conoscenza delle comunità ebraica, cristiana e musulmana, ho detto che potevamo fare un libro con tutti i discorsi e le informazioni raccolte, in preparazione alla visita di Sua Santità il Papa Francesco. Abbiamo anche aggiunto la visita di Giovanni Paolo II nel 1985 e quella di Papa Francesco. Dopo i discorsi di Sua Maestà e del Papa, notiamo che entrambi hanno parlato di dialogo interreligioso. Ma dobbiamo fare un passo in avanti, vale a dire passare dal dialogo alla conoscenza, alla conoscenza reciproca.

Perché senza conoscenza, non c'è rispetto o stima. E’ necessario conoscere la religione degli altri e apprezzare ciò che c’è buono in ogni religione. In questo modo, possiamo avere un futuro pacifico per tutti. Come nunzio apostolico in Marocco, puoi dirci come i cristiani vedono il Regno? Il Marocco per i cristiani è un paese straordinario, perché il Re è Amir Al Mouminine (Comandante dei credenti). È il garante della libertà dei culti. Ci protegge, ci accoglie e ci sentiamo come a casa, senza alcun problema.

Abbiamo tutta la libertà per praticare la nostra religione in pace e in collaborazione con i fratelli e le sorelle musulmani. Cosa pensi possa essere fatto per combattere il rifiuto dell’altro? Dobbiamo cambiare il modo di vedere le cose. Il ruolo dell'educazione è essenziale e bisogna iniziare dalla scuola elementare. È necessario cancellare tutte le espressioni di odio che ci sono nei testi contro i membri delle altre religioni e conoscersi meglio. Il dialogo interreligioso è al centro del libro e della sua esperienza in un paese che è definito come l’America dell’Africa, un paese strategico nella regione mediterranea non soltanto in ragione della sua stabilità politica e delle favorevoli previsioni di crescita economica, che rappresentano un’eccellenza nel continente nero, ma anche per la convivenza pacifica fra le religioni come ribadisce Padre Vito nella conferenza di presentazione del libro: “Presentare il libro Rabat, capitale africana del dialogo interreligioso, è, al contempo, semplice e difficile.

Devo ammettere che il libro è nato quasi per caso, al termine delle giornate dedicate al dialogo interreligioso e in preparazione alla visita di Sua Santità Papa Francesco in Marocco il 30 e 31 marzo 2019. Il libro fa parte degli sforzi fatti congiuntamente dalla Fondazione Diplomatica e dalla Nunziatura Apostolica, finalizzati a presentare alle Missioni diplomatiche in Marocco il campo delle religioni del libro in Marocco e lo sviluppo dei loro fedeli in terra d'Islam, sotto la benevola protezione di Sua Maestà il Re Mohammed VI, Amir al Mouminine, Comandante dei credenti.

Nel 2018 sono stati promossi diversi programmi pragmatici e innovativi, volti a rafforzare il dialogo e la comprensione tra l’Islam e le altre religioni del libro, trasformando di fatto Rabat in capitale africana del dialogo interreligioso. Durante il 2018, la Comunità diplomatica è stata inviata dalla Fondazione Diplomatica e dalla Nunziatura Apostolica in Marocco a partecipare a quattro giornate dedicate al dialogo interreligioso. La prima di esse ha avuto come tema la conoscenza del patrimonio cultuale e culturale della Comunità ebraica, presente in Marocco dal 70 d.C.

La seconda giornata è stata dedicata alla conoscenza dell’Islam del giusto mezzo che si pratica in Marocco. Il terzo incontro è stato riservato alla conoscenza delle Comunità cristiane (cattolica, ortodossa e protestante) che vivono in Marocco. La quarta giornata è stata riservata all’Africa, sotto il tema “Le religioni del Libro e la lotta contro l’esclusione e l’estremismo in Africa”. La partecipazione di sessanta Ambasciatori e di novecento imam che ascoltarono con interesse gli interventi del Cardinale di Bangui, del Cardinale di Ouagadougou e dell’Arcivescovo di Rabat non passò inosservata.

La partecipazione di Ambasciatori e diplomatici fu numerosa e le varie iniziative servirono anche a preparare gli animi al viaggio apostolico di S.S. Papa Francesco che, accogliendo l’invito del Sovrano alauita e dei Vescovi in Marocco, visitò il Marocco il 30 e 31 marzo 2019. La finalità del Dialogo interreligioso non è quello di fondere le diverse religioni per creare una nuova e unica religione che sia l'unica nuova religione da proporre a tutta l'umanità, ma quella di conoscere le diverse religioni per consentire ai fedeli di ciascuna religione d’apprezzare e valorizzare ciò che c’è di buono in ogni religione per consentire a tutti di vivere in pace e nella collaborazione.

Oggi siamo chiamati a camminare insieme, convinti che il futuro di tutti dipende anche dall'incontro tra religioni e culture. Tre orientamenti fondamentali, se ben combinati, possono aiutare il dialogo: - Il dovere dell'identità, perché non si può costruire un vero dialogo sull'ambiguità o sacrificando il bene per compiacere l'altro; - Il coraggio dell'alterità perché colui che è diverso da me, culturalmente e religiosamente, non dovrebbe essere visto e trattato come un nemico, ma accolto come un compagno di viaggio, con la ferma convinzione che il bene di tutti risiede nel bene di tutti; - La sincerità delle intenzioni.

Perché il dialogo, come espressione autentica dell'umano, non è una strategia per raggiungere obiettivi secondari, ma un percorso di verità, che merita di essere pazientemente intrapreso per trasformare la competizione in collaborazione. In questo spirito di dialogo interreligioso, si può citare anche il Cardinale Jean-Louis Tauran che, nel mese di aprile 2018, disse: - “Ogni vero dialogo interreligioso inizia con l'annuncio della propria fede - La religione può essere proposta ma mai imposta - L'ignoranza è prima di tutto una minaccia alla convivenza - I leader spirituali devono evitare che le religioni siano al servizio di un'ideologia ed essi stessi possano riconoscere e condannare i loro compagni di fede che non si comportano correttamente”.

In questo scenario, basato nella storia e nella tradizione vivente del Marocco, incarnato dall'Amir Al Mouminine, il Comandante dei Credenti, S.M. il Re Mohammed VI, si può parlare della visita storica e memorabile di Papa Giovanni Paolo II nel 1985 e lo scorso anno della visita di Papa Francesco. Sono ancora davanti ai nostri occhi le bellissime immagini della storica visita di Papa Francesco. Desidererei accennare soltanto all’Appello su Gerusalemme. Al termine dell’incontro riservato tra il Re e il Papa vi è stata la firma dell’Appello su Gerusalemme/Al Qods.

Il testo, firmato dal Santo Padre e dal Re del Marocco, Amir Al Mouminine, recita: “…Riconoscendo l’unicità e la sacralità di Gerusalemme / Al Qods Acharif e avendo a cuore il suo significato spirituale e la sua peculiare vocazione di Città della Pace, condividono il seguente appello: «Noi riteniamo importante preservare la Città santa di Gerusalemme / Al Qods Acharif come patrimonio comune dell’umanità e soprattutto per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo.

A tale scopo devono essere conservati e promossi il carattere specifico multi-religioso, la dimensione spirituale e la peculiare identità culturale di Gerusalemme / Al Qods Acharif. Auspichiamo, di conseguenza, che nella Città santa siano garantiti la piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuna di esercitarvi il proprio culto, così che a Gerusalemme / Al Qods Acharif si elevi, da parte dei loro fedeli, la preghiera a Dio, Creatore di tutti, per un futuro di pace e di fraternità sulla terra».

(Rabat, 30 marzo 2019). Il segreto fu ben mantenuto poiché nulla era filtrato prima della ufficializzazione di tale Appello. È stata una consacrazione per il re Mohammed VI, Presidente del Comitato Al Qodos, e per la Santa Sede, che sostengono il dialogo interreligioso e la convivenza santa e sincera nella città santa. Nei giorni seguenti, le Nazioni Unite, l'UE, l'UA, l'Organizzazione della Conferenza islamica, ma anche Francia e Spagna rilasciarono dichiarazioni molto favorevoli al suddetto Appello.

La visita del Sommo Pontefice in Marocco è stata seguita dalla stampa e dalle televisioni nazionali e internazionali. Desidero condividere con voi alcuni dati per far conoscere l'importanza di questa visita storica del Papa al Re, Amir Al Mouminine, al popolo marocchino e alla Chiesa. Erano presenti 680 giornalisti della stampa nazionale e internazionale, solo in Marocco furono pubblicati 505 articoli su giornali e riviste, 3.985 articoli sul Web, 209 apparizioni televisive e 333 messaggi alla radio, e non si fa menzione che della stampa internazionale che, grazie alle immagini fornite dalla SNRT, ha fatto conoscere a tutto il mondo la realtà del Marocco, dove regnano pace, rispetto, dialogo e convivialità.

La visita di Sua Santità il Papa ha permesso ai cristiani e anche ai musulmani di altri Paesi di scoprire il ricco patrimonio religioso e culturale del popolo musulmano in Marocco. Ciò consentirà di comprendere meglio sia il significato del dialogo interreligioso e interculturale sia di vivere insieme nel pieno rispetto dei diritti di ciascuna confessione religiosa”. La presentazione del libro “Rabat, Capitale africana del dialogo interreligioso”, in un auditorium gremito, è stata seguita con interesse sia dal mondo diplomatico, erano presenti 40 Ambasciatori, sia dal mondo musulmano, era presente il Direttore dell’Istituto Mohammed VI per la formazione degli Imam, predicatori e predicatrici, accompagnato da un centinaio di Imam e predicatrici, sia da molte personalità.

La presenza di 15 canali televisivi e del più importante quotidiano hanno permesso a tutti i marocchini di seguire l’evento. Speriamo che l’esempio di Rabat e del Regno del Marocco sia presto seguito da tanti altri popoli dell’Africa e del Medio Oriente e che tanti uomini di buona volontà, che rivestono incarichi diplomatici e di governo importanti, possano favorire la pace tra gli uomini. bianchi e neri, cristiani e musulmani, ricchi e poveri. Francesco Sciacchitano

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