“La dimensione del tempo”. Intervista a Gerry Bianco, autore della scultura di Costiera

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
08 Agosto 2018 11:36
“La dimensione del tempo”. Intervista a Gerry Bianco, autore della scultura di Costiera

E’ stata inaugurata il 4 agosto, nell’ambito della 4° Edizione della “Festa del Pane e della Pasta” di Borgata Costiera, la scultura "La dimensione del Tempo " realizzata dall’artista mazarese  Gerry Bianco. E’ un’opera in cemento armato, composta da due elementi “sinuosi”, disposti sfalsati e leggermente inclinati, che raggiungono un’altezza complessiva di mt.5.30, con una larghezza di 4 mt, per un peso di 22 tonnellate. Il basamento, circoscritto da mattonelle informi colorate, reca una frase inscritta sul cemento: “Tutto passa fugace, soltanto l’arte resta a testimoniare un vissuto, e come in un racconto narrato ti fa rivivere l’emozione e la storia di un tempo!”.

Della scultura, adesso, proviamo a parlarne con l’autore.

Domanda.  Perché “La dimensione del tempo”? Risposta. Perché, questa scultura, scandisce il nostro tempo, che un attimo dopo non esiste più. Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi tra passato, presente e futuro. E’ come una clessidra, dove la sabbia ritma la durata temporale, e lo scorrere inesorabilmente non permette di bloccarlo e trattarlo come una dimensione;  possiamo viverlo  e concretizzarlo soltanto attraverso il costrutto umano, le cose cioè costruite nei secoli dall’uomo e che ci riportano indietro negli anni.

La frase inscritta sul cemento di base ne riassume tutto il significato: “Tutto passa fugace, soltanto l’arte resta a testimoniare un vissuto, e come in un racconto narrato ti fa rivivere l’emozione e la storia di un tempo! D. La scultura è stata pensata e concepita per la Borgata mazarese di Costiera. Qual è il legame fra questa Scultura e la Borgata? R. Il tempo di Borgata Costiera, fino adesso, l’abbiamo individuato con il Baglio della Sulana, il primo nucleo costruito nella metà del XVIII secolo.

Quest’opera ha il  compito di identificare la Borgata con il 2018; e lo fa con la sua sinuosità fatta di linee in movimento. Le linee e le pieghe che esprimono il volto dinamico e moderno delle trasformazioni che ha subito il Borgo. Questa scultura segna sì la storia del luogo, ma il suo sguardo, volto al passato, attento al presente è proteso soprattutto verso il futuro. D. Quest’opera da questo momento diventa di tutti e non appartiene all’artista, qual è la sensazione che si prova? R.

Tutto è tuo fin quando non lo doni. L’artista resta soltanto l’autore. L’opera, esposta al pubblico, diventa un bene comune. il fascino e la bellezza dell’arte è un godimento che appartiene al mondo intero, sì che la visione dell’artista può rimanere nell’immaginario collettivo come una memoria storicizzata e al tempo stesso atemporale. L’artista, comunque, vi lascia dentro una parte di se stesso: una parte dell’anima, sebbene trasfigurata artisticamente, vi traspare inevitabilmente.

E’ una bella sensazione scoprire l’attrazione o l’attenzione verso una tua creazione. Doni al fruitore una tua emozione che ne creerà di nuove e  diverse: un passaggio dovuto ed esaltante. L’arte non può mancare degli effetti della condivisione. La condivisone dell’armonia, della bellezza, del fascino e della voglia di sognare è, credo, uno dei suoi destini migliori. Come ama dire l’artista Gerry Bianco, “vivere un sogno e realizzarlo è una conquista per ognuno di noi”. L’arte ci porta e ci trasporta verso mondi nuovi e inesplorati; a volte ci fa navigare nei luoghi del fantastico e del possibile, o nello spazio senza tempo.

L’arte si guarda con gli occhi e con la mente, ma le ragioni del cuore non vanno dimenticate. Davanti a un’opera  bisogna fermarsi e soffermarsi! Sintonizzarsi intensivamente con il suo intento e ascoltarlo! (a cura di Giacomo Cuttone)

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