La Belice Ambiente rischia il fallimento. Perché i sindaci soci non hanno evitato una gestione insana dell’Ato Tp2?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
23 Novembre 2015 00:27
La Belice Ambiente rischia il fallimento. Perché i sindaci soci non hanno evitato una gestione insana dell’Ato Tp2?

Ieri mattina sul Giornale di Sicilia abbiamo letto la bella inchiesta del collega Max Firreri attraverso la quale è emersa la possibilità che la Belice Ambiente Spa possa essere dichiarata fallita a dicembre. Nell’ultimo le vicende della Belice Ambiente sono state sempre più legate alla telenovela che ha visto sempre più radicalizzarsi lo scontro fra l’attuale commissario straordinario, nominato dalla Regione nell’ottobre 2014, Sonia Alfano ed il sindaco di Mazara del Vallo Nicola Cristaldi che pose, nel 2010, alla guida della Belice Ambiente Nicola Lisma.

E protagonista della vicenda raccontata da Firreri è proprio Nicola Lisma (vedi foto), da amministratore unico prima e poi da liquidatore della Belice Ambiente. A presentare l’istanza di fallimento presso il Tribunale di Sciacca (che si dovrà pronunciare nelle prossime settimane) è stata l’azienda “Tech Servizi srl” di Floridia, in provincia di Siracusa, che dalla società in liquidazione avanza la somma di quasi 350 mila euro per la fornitura di dodici mini autocompattatori e altro materiale per la raccolta. Una brutta storia che pone di fronte ad inquietanti interrogativi circa la gestione diretta ed indiretta (dei sindaci) su quel carrozzone politico che è stata la Belice Ambiente. Per capire come sono andate le cose vi proponiamo di seguito quanto ricostruito da Firreri.

“Quanto ha venduto la ‘Tech Servizi srl’ (in particolare la spesa più corposa è proprio quella dei mini autocompattatori) si riferisce a gare d’appalto per bandi sui quali sono confluiti fondi strutturali europei, pubblicati quando amministratore unico era Francesco Truglio. Per continuità, quando fu eletto Nicola Lisma, la questione è stata affrontata. Ma non si è dato continuità nel pagamento delle fattura e così si è innestato un contezioso tra la società d’Ambito e la stessa azienda siracusana.

‘Belice Ambiente Spa’ non pagava e la ‘Tech Servizi srl’, tramite il loro avvocato Barbara La Bella, ha presentato due decreti ingiuntivi, ai quali Lisma - allora amministratore della società - ritenne opportuno opporsi, nominando dei legali. E oggi spiega il perché: ‘Era necessario accertare che i servizi fossero stati resi e che il credito fosse reale. Senza le due opposizioni i decreti avrebbero acquisito autorità di giudicato prima che venisse accertato da parte della società la sussistenza del credito’.

Il Tribunale ha dato torto a ‘Belice Ambiente Spa’ e l’ha condannata per lite temeraria (cioè non c’erano le ragioni per opporsi al pagamento) a dare ulteriori 20.410 euro come spese legali alla ‘Tech Servizi srl’. ‘In quel periodo - tiene a spiegare Lisma, oggi liquidatore della società - gli uffici della società erano quasi giornalmente visitati da Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia che, su disposizione delle varie Procure, prelevavano faldoni su faldoni di pratica e atti della società. I controlli erano doverosi e altrettanto doverose erano le opposizioni’.

Intanto la società siracusana, alla quale negli anni fu pagato un acconto di 178.138,76 euro, vantava un ulteriore credito: ‘Ci siamo detti disponibili ad accettare una proposta di rateizzazione’ spiega l’avvocato Barbara La Bella. E qualche incontro si tenne pure, come spiega lo stesso Lisma: ‘Intavolammo trattative per il bonario componimento della lite - dice - anche con riunioni tecniche che si sono tenute presso la nostra sede di Santa Ninfa’.

Quegli accordi sono naufragati, ‘perché - dice ancora Lisma - la società non aveva la disponibilità economica’. Prima dell’estate la ‘Tech Servizi srl’ ha presentato l’ultima richiesta di pignoramento. Ma senza successo. Da qui la scelta di presentare al Tribunale di Sciacca l’istanza di fallimento per la ‘Belice Ambiente Spa’. Ai sindaci-soci (la cui maggioranza lo ha eletto), l’attuale commissario liquidatore Nicola Lisma da la responsabilità di una situazione disastrosa: ‘La società vanta diversi milioni di crediti dai vari comuni soci che non versano, nonostante le molteplici sollecitazioni e le cause pendenti’. Cosa succederà ora?

Lisma conferma di avere convocato un’assemblea dei soci con all’ordine del giorno proprio l’istanza di fallimento presentata dalla ‘Tech Servizi srl’. ‘Una eventuale dichiarazione di fallimento avrebbe gravi refluenze occupazionali - dice Lisma - atteso che i dipendenti finirebbero per essere con ogni probabilità, licenziati dal curatore fallimentare, come già si è verificato in casi analoghi’.

Tiene banco, intanto, per la gestione ordinaria della società, la questione dei mancati pagamenti ai dipendenti. Martedì a Santa Ninfa si terrà una riunione richiesta dal sindaco Giuseppe Lombardino (presidente della nuova Srr) col commissario Sonia Alfano. Il prefetto Leopoldo Falco ha assicurato la sua presenza”.

Come dicevamo la vicenda pone ancora di fronte a diversi interrogativi ma soprattutto ci si domanda: ma i sindaci dei Comuni soci della stessa Belice Ambiente dove sono stati? Perché non sono mai intervenuti sulla questione per non consentire che si potesse arrivare addirittura ad un’istanza di fallimento? Chissà che forse alla luce di quanto sta avvenendo negli ultimi mesi qualcuno (debitore) magari spera pure che l’Ato Belice Ambiente fallisca? Qualora ciò avvenisse che ne sarà del futuro lavorativo delle centinaia di dipendenti molti dei quali vantano stipendi arretrati e situazioni familiari disperate. Speriamo che prevalga un po’ di buon senso, almeno fra l’autorità giudiziaria, visto che la politica, a livello regionale e locale, ha fatto soltanto fatto danni.

Francesco Mezzapelle

23-11-2015 1,15

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