L’esperienza di Daniele Di Natale, studente mazarese di medicina, in Ghana come volontario.

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
30 Settembre 2015 14:11
L’esperienza di Daniele Di Natale, studente mazarese di medicina, in Ghana come volontario.

Abbiamo contattato Daniele Di Natale, 22 anni, uno studente mazarese iscritto al III anno di Medicina e Chirurgia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Daniele ha vissuto da poco un’esperienza bellissima come volontario in Ghana. Abbiamo pertanto a lui chiesti parlarci di questa scelta ed esperienza.

D: Daniele perché e quando hai deciso di intraprendere questa esperienza in un Paese così lontano e “difficile”?

R: Circa un anno fa ho iniziato a ponderare l'idea di un'esperienza medica all'estero. Cercando sul web la mia attenzione è caduta su “Projects Abroad”, una associazione di volontariato internazionale. Ciò mi avrebbe permesso di approfondire le mie conoscenze mediche, migliorare il mio inglese, ma soprattutto dare il mio contributo. Ho scelto l'Africa perché mi ha sempre affascinato e continuerà certamente a farlo in futuro, ancor di più dopo questa esperienza. Il Ghana, in particolare, perché era il Paese che offriva di più in termini di progetti di volontariato medico.

D: Qual è stato il tuo compito?

R: Il compito dei volontari è quello di mettersi a disposizione dell'equipe medica locale, spesso oberata di lavoro. Ho avuto l'opportunità, preclusa agli studenti in Italia, di assistere e talvolta collaborare a numerose pratiche medico-chirurgiche.

D: Hai avuto modo di conoscere il Ghana?

R: Purtroppo il poco tempo a disposizione non mi ha permesso di dedicare al turismo più di cinque giorni, tuttavia foreste incontaminate e spiagge tropicali, nonché i numerosi e colorati festival di paese, hanno lasciato in me un ricordo assai vivido. I ghanesi sono un popolo amichevole ed estremamente ospitale: salvo rare eccezioni, ognuno di loro è volto alla socializzazione e disposto a far la qualsiasi pur di renderti il soggiorno sereno e gradevole.

D: Insomma un’esperienza che ti ha arricchito molto professionalmente ed umanamente

R: Si, dal punto di vista professionale, questa esperienza mi ha permesso di conoscere da vicino la professione chirurgica, grazie al supporto di medici esperti ed oltremodo disponibili. Da un punto di vista umano, mi ha messo in contatto con una realtà diversa e difficile (seppur non così tragica come vien dipinta dai media occidentali) e mi ha insegnato ad apprezzare cose che nel vecchio continente sono date totalmente per scontate, dai beni di prima necessità alle ricchezze naturali.

D: Ti mancano quei luoghi? Soffri del cosiddetto “mal d’Africa”?

R: Una volta venuti a contatto con certe realtà è impossibile distaccarsene totalmente e definitivamente, perciò sono sicuro che ripeterò tale esperienza.

D: Infine, dai raccontaci un episodio che ti ha particolarmente colpito.

R: L'episodio che mi ha colpito di più avvenne il secondo giorno di permanenza in Cape Coast, quando, dopo aver lasciato l'ospedale, mi recai in spiaggia per qualche ora di relax. Ero seduto di fronte al mare quando un ragazzo ed una bimba mai visti in vita mia si sedettero accanto a me ed iniziarono a raccontarmi le loro storie e ad indagare amichevolmente riguardo la mia. Lui alla ricerca di se stesso, lei abbandonata a se stessa. Non si conoscevano, eppure vagavano insieme. Parlammo e scherzammo per un intero pomeriggio come fossimo amici di vecchia data, senza preoccupazioni né pregiudizi. Quel che ho imparato è che ogni tanto bisogna lasciarsi andare, metter da parte la diffidenza e lo scetticismo "made in Europe" e provare a fidarsi di qualcuno, anche fosse un perfetto sconosciuto.

Grazie a Daniele Di Natale per averci raccontato questa bellissima esperienza ed un grande in bocca al lupo per la sua professione di medico.

Francesco Mezzapelle

30-09-2015 16,00

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