Intervista a Nunzio Villari ex calciatore del Mazara calcio 1987/1991

Redazione Prima Pagina Mazara
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28 Novembre 2014 15:25
Intervista a Nunzio Villari ex calciatore del Mazara calcio 1987/1991

Nunzio Villari è uno dei calciatori del Mazara Calcio che nella stagione 89-90 sfiorò la promozione in Serie C2. Beffati dalla sconfitta in casa con il Bagheria nell'ultima partita di campionato, la squadra canarina finì il campio- nato interregionale a -1 punto dalla prima e si guadagnò un meritato ma semplice secondo posto.

Nato a Manfredonia, il giovane Villari venne a Mazara dopo l'acquisto del cartellino da parte di Lombardo, allora dirigente del Mazara Calcio. Da li in poi il sogno di poter pestare i campi prestigiosi della serie C2 e la delusione per quel campionato perso all'ultima giornata (in foto n.2  Villari quando giocava con la maglia dell'Us Mazara).

 

Nunzio Villari cosa l'ha spinta a venire a giocare a Mazara?

"In quegli anni, ricordo che giocavo con il Manfredonia, quando, per tramite di alcuni procuratori, il mio cartellino venne acquistato da Lombardo, un dirigente del Mazara Calcio di quegli anni. L'idea di venire a giocare in Sicilia era per me, come per tutti gli altri giocatori, una reale possibilità di crescita, in quanto l'interregionale siciliana era una delle categorie più prestigiose e quindi permetteva a noi giocatori di poter annoverare nel nostro curriculum una esperienza significativa per il nostro percorso. L'interregionale siciliana della fine degli anni 80, aveva un girone a se per tutta la Sicilia, inoltre aveva un seguito di pubblico invidiabile dalle altre regioni, aveva uno spessore calcistico elevato e in quegli anni annoverava diversi giocatori di tutte le regioni italiane che, spinti dall'alto agonismo calcistico e dal prestigio di quel campionato, si spostavano in Sicilia per entrare a far parte del calcio che contava.

Qual'era il suo ruolo?

Il mio ruolo di origine era terzino destro ma spesso mi trovavo a coprire la posizione di centrale.

Quale fu per lei il miglior Mazara Calcio di sempre?

"Penso che il miglior periodo del Mazara Calcio va dal 1984 al 1994 e quindi dalla mancata promozione in serie C2 della squadra allenata da Ignazio Arcoleo per effetto dei punti di penalizzazione inflitti per illecito sportivo, alla mancata promozione dei successivi anni, quando il Mazara Calcio si trovava comunque tra le squadre favorite per il salto di qualità".

Qual'è stato per lei il momento più bello della sua carriera calcistica a Mazara?

"Sicuramente, la più bella esperienza calcistica che ho vissuto è stata la partita vinta con l'Acireale che ci ha portati in testa provvisoriamente nella classifica del 89/90, anno in cui all'ultima partita di campionati siamo stati penalizzati dalla sconfitta dentro casa contro il Bagheria , sconfitta che ha assegnato la promozione in Serie C2 all'Acireale".

E quale invece il momento più brutto della sua avventura canarina?

"Il più brutto quando qualche dirigente della compagine societaria di quegli anni non rispettò gli accordi presi con noi giocatori a inizio campionato e sopratutto quando io insieme ad altri due compagni di squadra potevamo approfittare della possibilità di andare a giocare a Cremona in un campionato più prestigioso ma siamo stati ostacolati . In quegli anni mollai il calcio, e a parte qualche altra esperienza dilettantistica, avevo perso l'entusiasmo e la voglia di giocare".

Qual'è la sua impressione del calcio a Mazara del Vallo?

"Beh, io non penso sia soltanto un discorso che riguarda Mazara, ma il calcio in genere. Purtroppo non si denota più un certo attaccamento alla maglia e lo spirito di coinvolgimento della squadra che era di quegli anni. Prima venivano messi in disparte quelli che non avevano attaccamento alla maglia, oggi è soltanto una questione commerciale ed economica".

Cosa è cambiato sostanzialmente dalla fine degli anni 80 ad oggi?

"Prima di tutto il pubblico,meno propenso ad andare negli stadi, vuoi per diversi fattori: dalla televisione che permette di seguire le partite nazionali comodamente da casa, all'assenza di valori attribuiti allo lo sport in genere. Io ricordo che lo stadio di Mazara del Vallo ospitava 2000 persone negli spalti anche durante l'amichevole del giovedì."

Come vede i settori giovanili dei nostri tempi?

"Oggi c'è una totale assenza dei settori giovanili causata anche dalla globalizzazione. In Italia, ad esempio, si investe meno nei vari vivai giovanili facendo spazio ai blocchi di giocatori che arrivano da altre nazioni e che fruttano economicamente di più. I nostri ragazzi non vengono valorizzati anche perché non c'è una cultura di crescita dei settori giovanili. Una volta, i giovani crescevano all'interno dei vivai delle squadre minori e non dalle big. Pensa che i migliori vivai nascevano proprio a Bari, Bergamo con l'Atalanta e altre squadre che investivano tutto sui giovani".

Che cosa ne pensa del Mazara Calcio di oggi?

"Penso che si sta creando quel tipo di entusiasmo utile per affrontare le grandi competizioni, lì c'è gente di esperienza come Altamura e Erbini che accompagnati dal dinamismo dei giovani stanno costruendo qualcosa di importante per il calcio locale. La cosa che salta subito agli occhi è lo spirito di squadra che è stato creato sia dai ragazzi che dallo staff tecnico".

Come bisognerebbe intervenire per incentivare le persone a venire allo stadio?

"In questi ultimi anni la frenesia della vita ci allontana sempre di più dagli affetti cari, come può essere la famiglia. L'unico momento in cui hai la possibilità di goderti un po' gli affetti più cari è il pranzo della domenica ed è impensabile che un uomo alle 14.30 possa recarsi allo stadio. L'esempio lampante sta sotto gli occhi di tutti, il Manfredonia Calcio, che è riuscito a farsi spostare tutti gli orari delle partite interne alle 16.30 per permettere a tutti i cittadini di trovare quell'oretta da dedicare alla squadra locale".

Che consiglio si sente di dare ai giovani che giocano nel Mazara Calcio?

"I ragazzi di oggi devono imparare a fare dei sacrifici per ottenere ottimi risultati. Concedersi il giusto divertimento, pensando però agli sforzi che bisogna fare per costruirsi personalmente sia come giocatori che come uomini".

(fonte Cipriano Agate- www.mazaracalcioasd.it)

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