Il triste futuro del calcio mazarese fra passi indietro, incertezze e pregiudizi

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
17 Luglio 2019 12:05
Il triste futuro del calcio mazarese fra passi indietro, incertezze e pregiudizi

Giorni cruciali per li futuro del calcio mazarese. Meno di 24 ore e poi, superato il limite temporale del tempo utile all’iscrizione fissato per mercoledì 17 luglio, si saprà che volto avrà lo sport più seguito al mondo in riva al Mazaro. Le sensazioni, stando a quanto emerso nelle ultime ore, è che gli appassionati di calcio mazaresi, le domeniche pomeriggio che seguiranno, dovranno trovarsi qualcos’altro da fare. Infatti, dopo la fumata nera del duo Silaco-Calvanico avvenuta in primavera, sembra essere definitivamente tramontata anche la pista che portava, anzi, ri-portava, a capo del sodalizio gialloblù Salvatore Modìca, l’avvocato cassazionista palermitano che, dopo un confronto con una figura storica del calcio mazarese quale Gerolamo Di Giovanni e con parte dell’Amministrazione Comunale con in testa l’Assessore allo Sport e vice sindaco di Mazara del Vallo Vito Billardello, stando a quanto trasmesso attraverso una dichiarazione personale pubblicata a mezzo stampa, si sarebbe visto sbattere la porta in faccia da quel sodalizio di imprenditori mazaresi inizialmente contattati i quali avrebbero rifiutato la direzione societaria di un’altra figura palermitana, la terza negli ultimi 4 anni, a dirigere le operazioni.

Rifiuto, dettato forse dalla sfiducia coltivata dopo le esperienze poco edificanti portate avanti nella città del Satiro da Abbagnato prima e da Franzone poi. A proposito, quest’ultimo, contrariamente a quanto affermato in precedenza, qualche piccola forma di debito all’interno della società, sempre secondo quanto affermato dal comunicato diramato da Modìca, l’avrebbe lasciata. Sarà forse questo uno dei motivi scatenanti del respingimento costante delle trattative mai avviate in precedenza? Risultato: dei tanti buoni propositi cui si era parlato nelle ultime settimane e che addirittura avrebbero portato a Mazara del Vallo, secondo voci, addirittura ben 3 squadre di calcio, ad oggi, l’unico progetto che resta in piedi è quello della Prima Categoria della SC Mazarese del sodalizio fra Pino Giacalone, già presidente dei gamberi rossi ed ex portiere del Mazara Calcio, e Giampiero Giacalone, armatore ed ex consigliere provinciale; i quali, così come riportato su questo sito a metà giugno, hanno fondato la nuova cordata imprenditoriale a capo del progetto giallorosso, aprendo al ripescaggio nel campionato di Promozione.

Progetto che non sarebbe stato visto di buon occhio da potenziali soci innamorati del calcio, dei quali, alcuni, sembrerebbero preferire guardare ad altro. Come per esempio alla possibilità, secondo voci di corridoio, del palesarsi di quello che sarebbe stato, appunto, il terzo progetto in questione, il quale vedrebbe l’approdo a Mazara del titolo della società del Salemi, squadra che ad oggi già milita nel campionato di Promozione. Idea nella mente di Dino Di Giovanni, altra figura di rilievo dello sport mazarese, che avrebbe anche lui cercato di unire le forze con altri esponenti dell’imprenditoria locale per contribuire a tenere vivo il calcio per la città.

Uno scenario a dir poco anomalo. Perchè dunque, l’imprenditoria mazarese, tanto interessata al pallone, ha preferito respingere al mittente la proposta di Giacalone e soci? Perchè al tempo della proposta di una squadra di Mazara in Promozione non è spuntato nessuno all’orizzonte, per poi farsi vivi al momento della proposta firmata Modìca e successivamente ritirarsi di fronte a “pregiudizi” sull’operato di imprenditori non mazaresi di origine? E soprattutto, perchè preferire sposare la causa di un titolo sportivo pescato altrove, anzichè puntare su quelli già presenti? Dubbi che attualmente sembrano alimentare le incertezze sul futuro del pallone mazarese, soprattutto se continueranno diffedenze, ripensamenti e rinunce che ogni giorno sempre di più sembrano far rassegnare la comunità pallonara ad un futuro fortemente contrassegnato dall’impossibilità di mettere in piedi un progetto serio e continuo che riuscirebbe ad accrescere l’amore verso questo sport, ad oggi, sempre più legato ad interessi personale di carattere economico e politico.

Tommaso Ardagna

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