Il peschereccio mazarese “Ghibli Primo” sequestrato nel porto libico di Ras al Hilal. Preoccupazione e rabbia di armatori e familiari. Diplomazia al lavoro

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
14 Maggio 2017 15:20
Il peschereccio mazarese “Ghibli Primo” sequestrato nel porto libico di Ras al Hilal. Preoccupazione e rabbia di armatori e familiari. Diplomazia al lavoro

A darne la notizia è stato, attraverso una nota, il Distretto della Pesca e Crescita Blu che ha sede a Mazara. La nota già riportava un titolo di per sé inquietante : “Libia: misterioso episodio in acque internazionali. Fermato peschereccio del Distretto di Mazara” . Leggendo la nota emerge il nuovo episodio che vede coinvolto un peschereccio mazarese in acque internazionali, in quelle acque antistanti la Libia, dove avviene storicamente, la pesca al pregiato gambero rosso. Ecco quanto si legge:

“Il motopesca “Ghibli Primo”, iscritto al Compartimento marittimo di Mazara del Vallo, è stato fermato questa mattina in acque internazionali antistanti la Libia. Il fermo del motopesca è avvenuto intorno alle ore 9,30 a circa 25 miglia nord nord-est dalla zona di Bomba, nell’area di Tobruk. Il motopesca, di proprietà della società mazarese “Lumifa, è stato affiancato da un’imbarcazione con a bordo miliziani libici armati che hanno intimato al comandante Faro Licavoli e agli altri sei membri dell’equipaggio (tre italiani e tre tunisini) di arrestare l’attività di pesca e di seguirli; le due imbarcazioni sarebbero in navigazione verso un porto ad ovest di Derna, probabilmente Ras al Helal o a Bengasi.

“Si tratta di una modalità inusuale –ha dichiarato Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu ed esperto in materia- in quanto il peschereccio si trovava nelle acque internazionali antistanti il Protettorato di Tobruk le cui autorità prontamente contattate erano all’oscuro dell’episodio”. L’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, l’On. Antonello Cracolici, sta seguendo direttamente le fasi della concitata vicenda ed ha chiesto alle Autorità militari di intervenire con mezzi navali ed aerei per scongiurare il pericolo di un sequestro in una zona considerata pericolosa.

Lo stesso Cracolici ha allertato le Autorità diplomatiche italiane mettendosi in contatto con il Sottosegretario agli Affari Esteri, on. Vincenzo Amendola”.

Di seguito un aggiornamento da parte dello stesso Giovanni Tumbiolo che ha informato, attraverso una nota, che “nonostante la solerzia e l’incessante attività del Comando Generale delle Capitanerie di Porto ed in particolare della Centrale Operativa di Mazara del Vallo sotto la guida del Comandante Giuseppe Giovetti –ha dichiarato Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu- il motopesca “Ghibli Primo”, fermato questa mattina da miliziani libici in acque internazionali, a circa 25 miglia nord nord-est dalla zona di Tobruk, è stato condotto nel porto cirenaico di Ras al Hilal”. Il Ministero degli Affari Esteri, guidato dal siciliano Angelino Alfano, è al lavoro per tentare di sbloccare questa vicenda attivando la filiera diplomatica.

La nostra redazione ha contattato uno degli armatori della società mazaresi “LuMiFa” proprietaria del motopesca “Ghibli Primo”, cioè Domenico Asaro (gli altri due proprietari sono Luciano Giacalone e lo stesso comandante del peschereccio, Faro Li Cavoli): “Siamo molto preoccupati insieme ovviamente ai familiari dell’equipaggio per la vicenda. Speriamo che nostre Autorità intervengano per evitare il peggio.

E’ assurdo, e inaccettabile, che i nostri pescatori spesso salvano migranti che rischiano di perdere la vita e poi in quelle acque in nostri pescherecci sono fermati oppure mitragliati come avvenuto in questi anni. Chi ci difende dai miliziani libici? Si rischia la vita per andare a lavorare ma vi sembra giusto? A questo punto conviene smettere di fare questo lavoro visto che si rischia la pelle. Poi qualcuno si domanda perché i nostri giovani non vogliono più andare a pescare”.

Domenico Asaro (in foto di repertorio con alle spalle il motopesca Ghibli Primo) è stato più volte al comando di suoi motopesca sequestrato in Libia mentre si trovava a pescare in acque internazionali ma considerate protette dalla Libia dopo l’istituzione nel 2005 di una Zona Economica Esclusiva estesa 62 miglia oltre le 12 miglia di acque territoriali. Una decisione unilaterale quella della Libia al tempo di Gheddafi mai ratificata dalla comunità internazionale. Da qui le molte vicende di sequestri.

Il motopesca “Ghibli Primo” (di circa 33 metri per 190 tonnellate) già lo scorso novembre era stato fermato (ma poi rilasciato), insieme al motopesca Giulia PG (di proprietà dello stesso Asaro), sempre in acque internazionali, ma quella volta in Egitto. Il “Ghibli Primo” è un motopesca che doveva essere demolito ma poi è stato acquistato dalla “LuMiFa”, era uscito per la bordata di pesca lo scorso 10 maggio e doveva far ritorno a Mazara del Vallo fra 35 giorni circa. 

Appresa la notizia con una nota all'Ansa il sindaco di Mazara del Vallo ha dichiarato: "si ripete il triste rituale dei sequestri di natanti mazaresi in navigazione nel Canale di Sicilia. Tutto ciò -ha detto Nicola Cristaldi- conferma la necessità di aprire con i paesi rivieraschi protocolli di intesa, per assicurare lo svolgimento corretto dell'attività della marineria e serenità nel Mediterraneo. Ci auguriamo -ha aggiunto- che intanto vengano assicurate le adeguate assistenze ai nostri marittimi e che possano rientrare subito dalle loro famiglie".

Nel frattempo, attraverso un contatto che ci sarebbe stato fra il comandante Li Cavoli e la sua famiglia, la nostra redazione ha appreso che i sette membri dell'equipaggio stanno tutti bene.   

La Redazione

14/05/2017

{fshare}

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza