Consigliere comunale aggiunto, una figura di facciata o uno strumento di dialogo?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
29 Maggio 2014 07:46
Consigliere comunale aggiunto, una figura di facciata o uno strumento di dialogo?

Il 1 giugno i cittadini extra- comunitari residenti nel territorio voteranno il consigliere comunale aggiunto, cioè colui che li rappresenterà in consiglio comunale.

Il consigliere comunale straniero si andrà ad aggiungere ai 30 consiglieri comunali che sono stati eletti alle Amministrative del 25 maggio (13 già sicuri gli altri 17 usciranno a seguito del ballottaggio fra i due candidati a sindaco Vito Torrente e Nicola Cristaldi.

Il consigliere comunale aggiunto ha un potere consultivo all'interno dell'Aula consiliare ma non può votare gli atti.

Ad ambire alla successione di Mohamed Mohammed Soufien Zitoun, saranno in quattro: Ahmet Sadikov, 26enne serbo-kosovaro, Soualmia Mohamed Alì, 41enne tunisino, Karima El Mrieh, 39 anni marocchina, e Lazreg Tarek, 53enne tunisino; quest'ultimo avrebbe però ritirato la sua candidatura, chissà al fine di favorire l'altro suo connazionale candidato oppure avrebbe accettato l'accordo uno degli altri due candidati.

Gli elettori potranno votare l'1 giugno dalle 7 alle 22 in due seggi presso Palazzo dei Carmelitani. L'elezione si svolgerà con il sistema maggioritario e risulterà eletto chi avrà ottenuto il maggior numero di voti.

Come dicevamo a ricoprire la carica fin dal 2002 è stato Mohamed Mohammed Soufien Zitoun, allora venne nominato, su segnalazione del consolato di Tunisia a Palermo. Successivamente Zitoun è stato è votato dai cittadini extracomunitari residenti nel territorio per ben due volte, nel 2006 sotto l'Amministrazione Macaddino e nel 2009 in contemporanea con l'insediamento dell'Amministrazione Cristaldi ed il suo mandato è scaduto alla fine di quest'ultima sindacatura; alcuni mesi fa a Mohammed Zitoun è stata conferita la cittadinanza italiana dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Ad ogni modo chi sarà eletto domenica 1 giugno sarà il consigliere comunale aggiunto rappresenterà non solo la sua comunità di origine ma l'intera comunità immigrata residente sul territorio mazarese e costituita in prevalenza da: tunisini, slavi, marocchini, somali, sub-sahariani, nepalesi e cinesi.

Insomma una comunità immigrata che, rispetto a ventennio anni fa, è molto variegata e pertanto ad qui la necessità che la prossima Amministrazione, targata Cristaldi o Torrente, avvii fin da subito un dialogo costruttivo, non privilegiando i rapporti con una sola comunità, attraverso un lavoro con le giovani generazioni al fine di creare un clima di convivenza civile che veda in primis il rispetto di tutte le culture presenti in città.

L'integrazione così come pubblicizzata negli ultimi decenni a Mazara del Vallo è soltanto una chimera utilizzata per alzare i riflettori sulla città nascondendo i veri problemi quali la disoccupazione crescente fra la comunità immigrata, vedi la crisi della pesca, ed il fenomeno della microcriminalità giovanile che spesso vede protagonisti giovani immigrati. Avete provato a far un giro nella casbah ed in particolare nella via Bagno e viuzze limitrofe nel tardo pomeriggio? Dovrebbe sorgere il dubbio che alcune iniziative, anche encomiabili, nel centro storico mazarese, possano alimentare la ghettizzazione degli immigrati nel centro storico. Gli sforzi fatti in questi anni dovrebbero essere rafforzati nel prossimo quinquennio "liberando" il centro storico.  

Cos'è stata l'integrazione a Mazara del Vallo? Senza scomodare studiosi di storia e scienze sociali di fama mondiale, possiamo ben affermare che la vera integrazione si è realizzata all'interno dei pescherecci mazaresi dove per più di 300 giorno all'anno pescatori mazaresi, maghrebini ed anche subsahariani condividevano gli stessi spazi, lavoravano gomito a gomito e ciò avveniva nel rispetto delle rispettive identità culturali e religiose. L'utilizzo del tempo passato non è un caso nel descrivere l'integrazione all'interno del peschereccio e ciò perchè questo modello è in forte crisi con l'agonia del comparto peschereccio mazarese molto ridotto negli ultimi anni.

Le gravi problematiche economiche del comparto peschereccio mazarese hanno alimentato le tensioni fra marittimi italiani e stranieri, vedi anche qualche caso di cronaca. Inoltre, molta manovalanza tunisina acquisite le competenze è ritornata nella madre patria dove ha acquistato vecchi pescherecci condotti nelle zone di pesca storicamente frequentate dai mazaresi, da qui la concorrenza agguerrita negli stessi mercati del pesce grazie a costi di produzione bassissimi e mancanza di normative.

Quando penso all'integrazione a Mazara del Vallo, considerando che gran parte della comunità maghrebina e slava vive nel centro storico, mi tornano in mente alcune immagini relative ad una coppia separata in casa, marito e moglie che dividono lo stesso appartamento delimitando i propri spazi, a volte si sfiorano ma non si guardano.

Francesco Mezzapelle

29-05-2014 9,30

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