“Città del pesce” ma con porto innavigabile. A quando il dragaggio del porto canale?

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
20 Novembre 2013 08:53
“Città del pesce” ma con porto innavigabile. A quando il dragaggio del porto canale?

Il recente ritrovamento del corpo di un cittadino mazarese nel porto canale, che probabilmente si è tolto la vita gettandosi in un tratto del fiume Mazaro legato ad una zavorra, ha riportato in auge

la questione del dragaggio dei suoi fondali. Gli agenti della Guardia Costiera nel corso del recupero del cadavere sono stati costretti a fare i conti con la coltre di melma che caratterizza il fiume Mazaro ed il porto canale che, in attesa dei lavori di dragaggio, rimangono in larga parte innavigabili e ciò a causa della presenza di detriti fangosi, e probabilmente non solo, nel fondale, ormai ridotto a qualche metro. Altro problema riguarda la presenza di più di una decina di relitti di imbarcazioni presenti nel porto canale.

Il dragaggio del porto canale rappresenta uno dei capisaldi del programma amministrativo del sindaco Nicola Cristaldi il quale, prima delle elezioni comunali della primavera del 2014, vorrà portare a termine grazie al finanziamento di circa 2 milioni di euro. I lavori consentiranno di portare il pescaggio del porto canale a 3 metri. I fanghi prelevati verranno depositati a copertura della colmata B, dove atterrerà la soprelevata che presto sarà completata.

Il primo cittadino mazarese ha più volte dichiarato l'obiettivo di sistemare la nautica sportiva nel lato di banchina del porto canale che va dalla statua di San Vito al primo ponte sul Mazaro. A tal fine, a seguito di una convenzione firmata lo scorso 22 maggio con il Provveditorato Interregionale Opere Marittime Sicilia-Calabria, l'Iamc-Cnr di Capo Granitola ha effettuato lo scorso ottobre dei prelievi e carotaggi per l'analisi dei fanghi prelevati dal fondo del fiume al fine di ottenere l'autorizzazione allo smaltimento o in colmata o in discarica, a seconda dell'esito di tali analisi.

L'Iamc-Cnr aveva così proceduto alla elaborazione del piano di caratterizzazione ambientale del porto. Nell'ambito della convenzione si è reso necessario l'acquisto di materiale ed attrezzatture per complessivi 330.000 euro più iva.

Nel frattempo le condizioni del porto canale rimangono critiche ed in particolare per gli operatori della piccola pesca le cui imbarcazioni sono ormeggiate in un letto quasi melmoso e per la cantieristica i cui proprietari sono stati costretti a sistemare a proprie spese alcune banchine per potere continuare la loro attività.

Molto critica la situazione di alcuni gestori di carburanti che operano nella banchina di piazzale G.B. Quinci ormai difficile da raggiungere a causa della presenza di pericolose secche all'interno del porto. Negli ultimi anni infatti molti sono stati i casi di natanti da pesca, e non solo, che sono rimasti incagliati all'interno del porto canale (vedi foto) riportando gravi danni.

A causa della mancanza di fondale nel porto canale, i pescherecci sono costretti annualmente ad eseguire lavori di manutenzione anche straordinaria per circa 30.000 euro, spesso infatti risultano danneggiati gli oscillatori e sonar ecoscandagli; insomma quella che nonostante tutto rimane la prima marineria d'Italia, e probabilmente del Mediterraneo, non ha un porto adeguato, questa è una contraddizione storica.

20-11-2013 9,50

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