Centro studi “La Voce”: Secondo saggio esegetico de “La Frontiera”

Redazione Prima Pagina Mazara
Redazione Prima Pagina Mazara
07 Maggio 2016 21:20
Centro studi “La Voce”: Secondo saggio esegetico de “La Frontiera”

Abbiamo atteso con la speranza di una sana lettura che si disvelasse il secondo numero del foglio che il sindaco, con grande altruismo (ne sostiene lui personalmente i costi, nonostante i rimborsi a cui è stato recentemente condannato dalla Corte dei Conti) ha ripreso a pubblicare.

Ed in effetti, l’attesa è stata premiata perché tutto il repertorio tartufesco è stato messo in opera: frasi ad effetto per addossare ad altri le proprie deficienze, allusioni e messaggi trasversali del tipo “chi deve capire, capisca e tremi”, dileggio degli avversari veri e presunti, presenti e, per cercare di bloccarli contestandone la competenza, futuri.

Questi ultimi, che poi si individuano facilmente perché sono coloro che, non essendo legati a interessi da difendere ne’ a scheletri nell’armadio da occultare, possono davvero rappresentare un disturbo notevole, dovrebbero sentire forte e chiaro il monito di chi ha fatto della politica una professione redditizia da oltre trenta anni: state lontano dalla politica (con la p molto minuscola) altrimenti……ci sarebbe da chiedere all’elegante sindaco: altrimenti che?

Ma noi non porremo mai domande del genere, perché con molta determinazione siamo sicuri di poter portare un contributo non marginale alla ricostruzione materiale e morale di questa città.

Lasciamo ad altri rincorrere piccoli privilegi all’ombra dei presunti potenti di turno. Dobbiamo però confessare che la disamina del testo del numero ultimo e’ stata faticosa e abbiamo dovuto compulsare pandette e vecchi testi cabalistici, ricorrere a libri esoterici e lavorare a lungo per distinguere il detto dal non detto.

Ci è sembrato ripercorrere vecchi misteri orfici e antichi riti eleusini, leggendo testi che sembrano rivolgersi solo ad iniziati ai misteri del sottobosco politico (p rigorosamente molto minuscola). Il foglio offre anche altri interessanti indizi di come, secondo il direttore responsabile, si debba fare informazione.

Abbiamo apprezzato gli interventi della giovane consigliera Impeduglia, colta e competente e dell’assessore Monteleone, appassionata e trascinante ma….Non possiamo tacere che il loro richiamo alla grande figura di San Giovanni Paolo II e’ stato vanificato dalla posa in opera del busto a San Vito a Mare.

Come non ricordare, assieme all’assessore Montelone, l’importante messaggio di quel grande papa, parlando del mare che unisce e non divide.

Ebbene, nell’epigrafe inserita in quello strano piedistallo, sproporzionato e disarmonico, si sono riportati i nomi dell’autore (ma non c’e’ già la sua firma sul bronzo?) e, udite udite, il nome dell’assistente. Nessun riferimento alla data della visita del santo e alle sue vibrate parole.

Passi l’offesa alla nostra dignità per la stele di Piazza Mokarta, con un errore pacchiano di grammatica che un esterrefatto turista ci ha fatto notare, ma non si può accettare il ridicolo di una epigrafe errata nella concezione e anche nella fattura. Andate, mazaresi, controllate e, almeno per queste offese alla vostra dignità, indignatevi, come avrebbe fatto Giovanni Paolo II.

Possibile che i collaboratori dell’ineffabile siano così incapaci? Si sa comunque che un Grande Capo risponde anche degli errori dei famiglie dei clientes. Ci dispiace per il sofisticato sindaco, ma questi sono errori blu, non solo di grammatica (tolga quella stele offensiva a Piazza Mokarta) ma di cultura tout court, da cui evidentemente non mettono al riparo insonni notti trascorse a leggere oltre diecimila testi, come pochi politici (sempre con la p minuscola) possono vantare di aver compulsato.

Suvvia, egregio editore, controlli di più e scriva con chiarezza il suo pensiero, che vogliamo credere essere cristallino e pubblicabile in chiaro, senza ricorrere a linguaggi esoterici.

Centro Studi “La Voce”

07/05/2016

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