“Una punta di Sal”. La “mossa del cavallo” del sindaco di Mazara

Redazione Prima Pagina Mazara

Nella storia dei popoli quella del cavallo non è una presenza banale. Insieme all’uomo c’è il cavallo, che per prima l’ha reso ‘cavaliere’. Il mitico Pegaso (cavallo di grande forza) è nella mitologia e nel cielo stellato. Altri cavalli, alati e non, sono nelle favole, nelle arti figurative e nella musica come la celeberrima “Cavalcata delle Walchirie” di Wagner. Senza dimenticare “La mossa del cavallo”, un romanzo poliziesco di Andrea Camilleri pubblicato nel 1999, ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto a Barrafranca (Enna) nel XIX secolo con trasposizione televisiva nel 2018.

E’ la farsa tragica del ragioniere Giovanni Bovara, nato a Vigata, ma ormai genovese per adozione, poiché da bambino con la sua famiglia si era trasferito a Genova. Dopo vari passaggi, sarà accusato della morte del prete, il processo sembra portare inevitabilmente alla condanna, ma Bovara farà la “mossa del cavallo”, cioè “scavalcherà” la sua stessa mentalità e incomincerà a parlare e a ragionare in siciliano, recuperando il dialetto della sua infanzia, compenetrandosi così nel modo di agire di chi l'accusa, ribaltando la realtà a suo favore e salvandosi.

E poi c’è il gioco degli scacchi, in cui il cavallo conserva il rango di “status symbol” e mantiene il suo posto sulla scacchiera. E’ un protagonista. Si muove saltando a “L”, come mi spiega Pino Profera, presidente dello Scacco Club Mazara, con evidente richiamo a strategie di lotta sui campi di battaglia. Il cavallo, negli scacchi, ha la pregevole caratteristica di poter scavalcare tutti gli altri pezzi e gode di una grande mobilità a 360 gradi che è facile spiazzi l’avversario.

Spesso la mossa del cavallo decide le sorti di una partita. La “mossa del cavallo” è un modo di dire entrato nel comune linguaggio politico, oltre che in quello letterario. Il vocabolario Zanichelli lo registra all'interno della parola “cavallo”, specificando che non è solo uno spostamento a “L” di questo pezzo sulla scacchiera ma anche, dal punto di vista figurato, di una iniziativa abile e inattesa, fatta di velocità spiazzante rispetto alla routine e alla linearità scacchistica, che permette di liberarsi da un impedimento o di uscire da una situazione critica.

Ecco allora, per esempio, che recentemente il sindaco di Mazara, Salvatore Quinci (in foto), usa la "mossa del cavallo" per aggirare la mozione di sfiducia nei suoi confronti, organizzata della sua opposizione – maggioranza, con la “mossa del cavallo” costituendo un quadro politico con alcuni partiti anziché continuare con le liste civiche che servono soltanto per essere eletti. Ed anche lui, il sindaco, da capo della sua lista “partecipazione politica” passa ad “Azione”, probabile terzo polo.

Altra mossa del cavallo spiazzante! Ed ecco che proprio qualche giorno fa, vara la nuova compagine assessoriale eterogena, di diversa natura e qualità, nella speranza che i venti della politica soffino a sua favore nelle prossime elezioni amministrative in cui sarà candidato. Ed intanto spiega “politicamente” la sua “mossa da cavallo”: “Il cambio in giunta con le nuove deleghe - scrive - è finalizzato alla necessità di affidarsi a nuove professionalità per accelerare su alcuni aspetti dell’azione amministrativa e nuovi obiettivi a beneficio della comunità.

Si tratta di un provvedimento che non ha nulla a che vedere con l’impegno e la competenza, ben nota a tutti, spesa in questi anni da entrambi gli assessori uscenti a favore della città”. E poi continua: “Ringrazio i compagni di viaggio Abbagnato e Reina per aver contribuito con grande spirito di servizio e ottime capacità ad anni di buona amministrazione. I due neo assessori, Di Liberti e Diadema, riusciranno ad abbracciare appieno lo spirito di squadra che ha fortemente contraddistinto fino ad oggi il nostro modo di amministrare la città.

In entrambi i casi competenze già dimostrate ed entusiasmo per il nuovo percorso contribuiranno a rendere ancora più incisiva la nostra azione di governo”. Non ci saranno più “mosse del cavallo”? Chi lo sa. La strada per le prossime amministrative è ancora lunga e chissà che non ci siano altre mosse da altri pretendenti alla poltrona più prestigiosa della città. Un particolare da non dimenticare nel gioco degli scacchi e che può essere anche una metafora: un cavallo che muove da una casella nera arriva sempre in una casella bianca.

Al contrario, un cavallo che muove da una casella bianca arriva sempre in una casella nera. Il Cavallo, insomma, può scavalcare qualunque pezzo.”

Salvatore Giacalone