“Una punta di Sal”. Ci sono oggi partiti di ispirazione cristiana?
Ci sono oggi partiti di ispirazione cristiana? Può darsi ma c’è tanta confusione perché molti esponenti dichiarano che loro hanno “fede”, “credono”, ma nelle sigle dei loro partiti non ci sono elementi riconducibili alla chiesa cattolica. Siamo lontani da quel 18 gennaio 1919 quando don Luigi Sturzo (in foto di copertina) lanciò l’appello “A tutti gli uomini liberi e forti” con il quale nacque il Partito Popolare Italiano, definito “il più importante evento politico nella storia italiana del XX secolo”. Il sacerdote di Caltagirone pervenne all’elaborazione della sua idea di partito non da un disegno teorico, ma attraverso la partecipazione attiva alla vita amministrativa della sua città dove introdusse al posto dei partiti personali e clientelari un partito fondato su uno specifico programma di ispirazione democratico-cristiana. Un ruolo fondamentale nella maturazione del partito ipotizzato da Sturzo ebbe il suo costante riferimento ai problemi sociali del Meridione e il suo impegno sociale nella società civile a fianco degli operai, dei contadini, degli artigiani, degli studenti, del piccolo ceto medio, Nella nascita del nuovo partito l’autorità ecclesiastica riscontrò come novità positiva che il Partito popolare, a differenza della Democrazia cristiana di Murri, pur ispirandosi ai principi cristiani si presentasse come “aconfessionale”, distinguendo il proprio campo di azione da quello della gerarchia ecclesiastica e dell’Azione cattolica.
Ed allor si ritorna all’interrogativo inziale: Esistono oggi i partiti di ispirazione cristiana? Conviene, anzitutto, rivendicare la legittimità della esistenza di un tale partito. Essa riposa su due ragioni fondamentali: sul fatto che il messaggio cristiano, pur essendo essenzialmente religioso, può contribuire moltissimo a trovare la risposta ai gravi problemi della promozione umana sul piano laico della politica; e sul fatto che in regime democratico l'associazione è necessaria affinché i valori in cui si crede possano efficacemente affermarsi e servire alla costruzione della società pluralistica. Ora, lo strumento attraverso cui i cittadini possono partecipare responsabilmente alla elaborazione della politica nazionale è soprattutto l'associazione in partito, oltre le mille forme di aggregazione nel sociale di natura prevalentemente volontaristica, assistenziale, culturale e formativa.Quindi, è del tutto normale che cittadini, desiderosi d'ispirare il loro servizio politico agli ideali cristiani, si uniscano in partito.E la storia ha dimostrato largamente l'utilità dei partiti d'ispirazione cristiana ai fini di una democrazia da costruire e da difendere.Ma una cosa è dire che è legittima l'esistenza di uno o più partiti d'ispirazione cristiana, un'altra cosa è pretendere di dedurre dalla fede la necessità dell'esistenza di un “partito cattolico”, al quale soltanto potrebbero aderire i fedeli laici.
È questa una vecchia tentazione, caratteristica della mentalità integralista, che non muore mai. “I due termini"partito" e "cattolico] - scriveva già don Luigi Sturzo settant'anni fa - sono antitetici; il cattolicesimo è religione, è universalità; il partito è politica, è divisione” (Il partito popolare, vol. I: 1919-1922, Zanichelli, Bologna 1956, p. 76). La fede non ha partiti, non può né deve averne! E se è vero che in situazione di emergenza, qualora fossero in pericolo fondamentali valori dell'uomo, potrebbe rendersi necessaria e obbligante l'unità politica dei credenti, ciò avverrebbe solo per ragioni contingenti e straordinarie.
Ecco perché non è lecito ad alcuno appropriarsi del nome cristiano o arrogarsi la rappresentanza della Chiesa in politica, chiedendo il consenso sul programma per motivi religiosi e confessionali. Sarebbe questa una indebita strumentalizzazione della fede, facendone un uso ideologico. Il consenso intorno a un eventuale partito d'ispirazione cristiana va chiesto e meritato non in nome della comune appartenenza a una fede o a una chiesa, ma in virtù dell'efficacia politica del programma proposto e della coerenza, onestà e competenza politica degli uomini che pubblicamente ispirano il loro servizio agli ideali evangelici.
Un partito d'ispirazione cristiana nasce per servire indistintamente al bene comune di tutti i cittadini, con un programma che sia valido in sé e accettabile da ogni uomo di buona volontà. Il rapporto fede-politica non interpella soltanto i singoli credenti; il suo approfondimento pone interrogativi nuovi pure alle comunità cristiane e alla Chiesa in quanto tale. Nulla poi impedisce che vescovi, sacerdoti, religiosi, operatori pastorali e quanti si consacrano direttamente al servizio ecclesiale in modo speciale, in quanto cittadini e a titolo personale, abbiano la propria opinione politica ed esercitino i propri diritti-doveri come tutti gli altri.
La “scelta religiosa” bene intesa, dunque, è condizione essenziale per poter svolgere più liberamente ed efficacemente la missione propria della Chiesa. Ma, per favore, non parliamo di partiti di ispirazione cristiana che non ci sono.
Salvatore Giacalone